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Alberto VignoloWritten by: Progetti

H-Campus, la campagna fa scuola

H-Campus, la campagna fa scuola

Visita all’H-Campus di Roncade, su progetto di Zanon Architetti Associati, premio “Architetto italiano 2020”

 

RONCADE (TREVISO). Sembra una conferma dell’ultimo trend teorico lanciato da Rem Koolhaas, quello di un’innovazione architettonica da ricercare all’interno della countryside e non più nella metropoli, l’assegnazione da parte del CNAPPC del Premio “Architetto italiano 2020” a H-Campus, grande polo per l’istruzione costruito a tempo di record nel cuore della campagna veneta e aperto, sia pur ancora a ranghi ridotti, a settembre 2020. Un progetto esemplare, quello firmato da Zanon Architetti Associati (ZAA), studio fondato nel 2006 da Mariano Zanon e dai soci Alessio Bolgan e Bruno Ferretti, ultima tappa, per ora, di un proficuo lavoro a fianco di quel motore d’innovazione che è H-Farm, incubatore della new economy aperto dal 2005 ai margini della laguna veneziana.

 

In una grande tenuta agricola…

Ci troviamo all’interno di Ca’ Tron, una delle più grandi tenute agricole a corpo unico d’Italia (circa 2.000 ettari) nel cuore del Parco naturale del Sile, tra le provincie di Treviso e Venezia: un paesaggio sterminato di campi ed insediamenti rurali, perfetto connubio tra quiete campestre e connessioni globali. L’aeroporto Marco Polo è lì a due passi, il digitale fa il resto. È qui che ha preso corpo, pezzo dopo pezzo, un mosaico di fabbricati rurali recuperati e di nuovi innesti a formare un distretto direzionale diffuso, fresco vincitore tra l’altro di un riconoscimento per lo studio ZAA all’interno dei Premi In/Arch 2020. Ed è su questo terreno fertile che Riccardo Donadon, fondatore e presidente della piattaforma, ha gettato il seme del campus: alla base dell’architettura c’è infatti l’idea di un modello formativo integrato, internazionale e tecnologico, che va dalle scuole primarie ai corsi di livello universitario.

A dare forma a quest’idea ambiziosa è ancora una volta lo studio ZAA, ed è Zanon a farci da guida attraverso il campus, che si estende su un’area di 30 ettari adiacente al primitivo nucleo di H-Farm, conducendoci nel percorso pedonale ad anello lungo il quale trovano spazio, a partire dall’ingresso, gli otto nuclei previsti dal masterplan. La fondazione di un insediamento di tali dimensioni si è dovuta confrontare con molteplici aspetti: da quelli urbanistici (è un progetto a zero cubatura grazie al recupero volumetrico da aree degradate limitrofe), a quelli infrastrutturali con la nuova viabilità di accesso, senza trascurare gli studi storico-archeologici per le tracce dell’antica via Annia. Non di poco conto la complessità dell’architettura normativa a monte di un intervento del genere, se pensiamo alla quantità di enti coinvolti, per non parlare di quella finanziaria: l’investimento, ben 101 milioni, è stato sostenuto da un fondo partecipato in maggioranza da Cattolica Immobiliare, che ha in portafoglio Ca’ Tron, assieme a Cassa depositi e prestiti e H-Farm.

 

… un dialogo con il paesaggio

Ed infine, si fa per dire, ecco l’architettura. Il progetto nasce da una lettura del paesaggio rurale e dei suoi insediamenti, e Zanon cita al riguardo la pionieristica indagine di Giuseppe Pagano per la Triennale del 1936. Ha origine così la “scena fissa” degli edifici del campus, nel contrasto tra la semplicità delle forme e dei selezionati materiali, alla ricerca di una forte osmosi con il paesaggio agricolo. Il progetto di paesaggio, fondamentale in tale rapporto, potrà essere apprezzato a pieno solo rispettando i tempi naturali di crescita di filari e masse boscate. Le “stanze verdi” tra un edificio e l’altro appaiono oggi come grandi parterre perimetrati da lievi declivi (sono anche bacini di laminazione), unica concessione a un’idea anglosassone del campus che nelle ipotesi iniziali di progetto doveva lasciare più spazio a brani di campagna produttiva quale contraltare del costruito.

I tre cluster delle scuole – le primarie, unico edificio recintato, le secondarie e l’università, che attualmente afferisce a Ca’ Foscari – derivano dall’aggregazione per corti e porticati di bassi volumi scatolari a un unico piano, che contengono aule e laboratori. Gli spazi collettivi sono iper-dimensionati rispetto agli standard, e costante è l’apertura con grandi vetrate verso il paesaggio agricolo, che entra così a far parte delle “materie” di studio. Per le scuole primarie, un inviluppo a pianta circolare genera una serie di corti irregolari a loro volta forate verso l’esterno da oblò colorati nell’imbotte, unica eccezione al rigorosissimo grigio piombo delle murature in calcestruzzo portante gettato in opera. La semplicità ed eleganza di materiali e finiture anche negli interni, pavimentazioni in cemento e impianti a vista, è una costante in tutti gli edifici. Una scelta estetica che bene si sposa con il budget fissato a 1.400 euro al mq, nonostante le dotazioni tecnologiche avanzate e l’elevato standard raggiunto (certificazione Leed Gold).

Sul versante opposto dell’area rispetto alle scuole troviamo i dormitori e i relativi servizi, un edificio-serra per la ristorazione e un palazzetto dello sport con campi all’aperto per varie discipline. Una curiosità: a curare l’offerta del food per la comunità di studenti e lavoratori (3.000 persone a regime) arriverà a breve il gruppo Alajmo. La cura del fattore H (Human) si vede anche da questi aspetti.

 

Il cuore del campus

Nel percorso, abbiamo lasciato per ultimo il centro del campus, dove è ancora in fase di completamento l’edificio polivalente con un grande auditorium, spazi di ristorazione e una biblioteca. Un “ponte verde” dalla forma allungata, disteso longitudinalmente lungo l’asse centrale del campus e aperto in senso trasversale grazie alla trasparenza delle facciate vetrate, a suggerire una permeabilità tra scuola e lavoro. “Un posto per tutti”, direbbe Richard Rogers, co-progettista dell’edificio con il suo studio RSHP assieme a ZAA. L’appuntamento per svelare il centro di gravità dell’intero campus è rimandato a breve, ulteriore tappa di un disegno costantemente proteso verso nuovi traguardi. Zanon è già al lavoro sulla futura passerella sul Sile in direzione dei vicini nuclei abitativi. Verso sud, l’acquisizione di una darsena sulla laguna, a un quarto d’ora da Mazzorbo-Burano, fa da ponte con Venezia: quando il bisogno di città si fa sentire anche per startuppers e digital addicted.

 

La carta d’identità del progetto

Masterplan
ZAA Zanon Architetti Associati

Progetto architettonico
ZAA Zanon Architetti Associati
Edificio polifunzionale RSHP – Rogers Stirk Harbour + Partners
in collaborazione con ZAA Zanon Architetti Associati

Cronologia
2016–2020
Posa prima pietra: settembre 2019
Apertura scuole: settembre 2020

Localizzazione
Roncade, Treviso, Italia

Dati dimensionali
30 Ha superficie lotto
27.000 mq superficie coperta
94.000 mc volume

Programma
Educazione e ricerca, direzionale, ristorazione, culturale, ricettivo, attività sportive

Committenza
Fondo “Ca’ Tron H-Campus” – Finanziaria Internazionale Investments Società di Gestione del Risparmio

Direzione lavori
DBA progetti

Direzione artistica
Arch. Mariano Zanon

Impresa
Carron Cav. Angelo

Strutture
Studio di ingegneria RS

Impianti
Manens-Tifs
DBA progetti

Paesaggio
ZAA Zanon Architetti Associati

Valutazione Impatto Ambientale
ALIA

Valutazione Compatibilità Idraulica
Aequa Engineering

Infrastrutture
Sinergo

Acustica
Manens-Tifs

BIM
DVA DVisionArchitecture

Fotografie
Marco Zanta

Autore

  • Alberto Vignolo

    Nato a Peschiera del Garda (Verona) nel 1968. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, alla libera professione affianca la ricerca sulla comunicazione del progetto architettonico attraverso la redazione di articoli, saggi e monografie e l'organizzazione di mostre e iniziative culturali. Dal 2010 dirige la rivista «Architettiverona».

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Last modified: 29 Gennaio 2021