I casi di 6 architetti emergenti italiani che hanno trovato fortuna all’estero
Con un numero sempre più limitato di commissioni alla scala nazionale, tanti architetti emergenti italiani cercano fortuna all’estero, intraprendendo un percorso lavorativo indipendente che li porta a stabilire la propria attività lontano da casa. I paesi più gettonati sono quelli del nord: Olanda, Germania e Francia sono mete frequenti per intraprendere le prime esperienze lavorative o periodi di studio Erasmus che si traducono in occasione per proseguire gli studi all’estero e consolidare la propria attività. Migliori condizioni economiche, possibilità di crescere all’interno di uno studio internazionale occupando un ruolo di maggior responsabilità, così come l’occasione di poter realizzare i propri progetti fin da giovani, sono solo alcuni dei motivi che spingono tanti italiani ad espatriare. Il legame con il territorio d’origine rimane comunque intatto, con molti esempi di progettisti che, pur lavorando all’estero, sono presenti anche in Italia, tornando occasionalmente per seguire un cantiere o sviluppare progetti in collaborazione con studi locali.
Fondato nel 2014 da Giacomo Graziano, GG-loop è uno studio che opera all’interno di un network internazionale, secondo un approccio interdisciplinare, negli ambiti dalla pianificazione urbana al design industriale. Sperimentazione tecnologica e materiali tradizionali trovano spazio in numerose opere, come il progetto Freebooter, il primo edificio residenziale realizzato da GG-loop ad Amsterdam, che indaga nuovi standard abitativi basati sui principi di sostenibilità, efficienza energetica, interni di qualità e impiego di materiali naturali.
Angelo Renna (Amsterdam)
ha stabilito il suo studio nei Paesi Bassi dopo aver studiato architettura a Firenze e Porto. Ha sviluppato un particolare interesse per l’impiego di elementi naturali in architettura. Su questi temi, ha sviluppato il progetto “Lesser House”, ispirato a una ricerca pubblicata nel 2018 sulla rivista «peer-J» che indaga la grande diversità di specie come insetti, ragni, o millepiedi i quali vivono nelle nostre case passando quasi del tutto inosservati. Dalla ricerca nasce una serie di piccoli rifugi per insetti, micro architetture stampate in 3D.
ABACO (Parigi)
è uno studio di design collaborativo guidato da Alice Braggion e Alessandro Carabini, con progetti che vanno dalla piccola scala dell’oggetto di design, alle mostre e installazioni artistiche, alle abitazioni private e agli interni. Tra questi, il progetto no-stop-steel: una micro architettura realizzata per una boutique di Padova che gioca con gli spazi minimi del negozio, grazie a una struttura in acciaio continua per l’esposizione dei prodotti.
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Fabulism (Berlino)
Studio di architettura e paesaggio
fondato da Giulia Pozzi e Mirko Andolina nel 2016, Fabulism si occupa di architettura e ecologia, sostenibilità, rapporto tra paesaggio e città. Tra i progetti recenti, Hortus Mytilus, un’installazione artistica realizzata all’interno del chiostro del monastero di Sant’Antonio a Taranto, che propone il riuso di reti da pesca di diversi colori per la costruzione di un giardino artificiale fatto di elementi riciclati.
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giovani , New Generations
Last modified: 15 Dicembre 2020