L’edizione 2020 del Premio Pritzker per l’architettura alla coppia Yvonne Farrell e Shelley McNamara, dello studio Grafton Architects
Yvonne Farrell (1951) e Shelley McNamara (1952), fondatrici di Grafton Architects, vincono il Pritzker Architecture Prize 2020, un riconoscimento che dal 1979 premia uno o più architetti il cui lavoro dimostra una combinazione di talento, visione e impegno tali da apportare contributi significativi all’ambiente costruito.
Il sodalizio tra Farrell e McNamara inizia alla School of Architecture di Dublino dove si laureano nel 1976; due anni dopo, inizialmente con altri tre colleghi, fondano Grafton Architects, dal nome della strada in cui si trovava lo studio, sottolineando così la priorità del luogo sugli individui. Nel 1991, per partecipare al concorso internazionale volto a riqualificare l’area di Temple Bar, si consorziano con altri piccoli studi irlandesi col nome “91 Group” ed elaborano il masterplan vincitore “Temple Bar Lives!”, che darà un importante impulso alla rinascita culturale di Dublino, consolidando i caratteri del sito e integrando i vuoti con nuovi interventi; in quest’ambito, Grafton Architects cura il progetto della piazza e di un edificio per abitazioni e servizi.
Lavorando in Irlanda, Farrell e McNamara hanno sviluppato una poetica attenta alla geografia e alla dimensione dei luoghi elaborando una serie di progetti accomunati dal dialogo tra interno ed esterno, dall’integrazione tra spazi pubblici e privati e dal rapporto tra edificio e paesaggio. Tra questi si ricordano: l’Urban Institute of Ireland, l’University College Dublin; il Solstice Arts Centre a Navan; la Loreto Community School a Milford; gli Uffici per il Dipartimento delle finanze a Dublino e la Medical School della University of Limerick.
Gli edifici di Grafton sono ricchi di variazioni spaziali e al contempo sobri, poiché solo così possono integrarsi nei contesti e rispondere alle esigenze locali. Le loro architetture devono essere attraversate per scoprire la molteplicità di spazi in cui si alternano luci e ombre, superfici opache e trasparenti, scabre e levigate. La loro poetica è caratterizzata dalla successione ritmica di elementi e spazi variabili, per la cui modulazione e controllo è centrale lo studio della sezione.
Sin dagli esordi, Grafton dedica grande cura al progetto di luoghi per l’apprendimento per tutte le fasce di età, dall’infanzia all’università. Si tratta d’interventi che, pur affrontando scale e programmi molto diversi, sono accomunati dall’inclusione del paesaggio, naturale o urbano, nell’edificio, e dalla sequenza di spazialità sorprendenti e talvolta labirintiche che invitano alla sosta, alla socialità e allo sguardo su paesaggi di terra e di cielo: edifici che, come loro stesse dicono, sono «Sguardi attivi sul paesaggio, occhi che saltano muri, giardini che trasformano il recinto in un insieme di esperienze».
Oltre l’Irlanda
La prima commissione internazionale giunge con la vittoria nel 2001 al concorso per la nuova sede dell’Università Luigi Bocconi a Milano, premiata nel 2008 con il World Building of the Year al World Architecture Festival di Barcellona. L’edificio promuove l’integrazione con la città, attraverso il disegno di paesaggi interni, molteplici per dimensione e variazione di luce, offre una visione degli spazi istituzionali come luoghi pulsanti di socialità.
Dopo Milano sono seguiti altri importanti progetti internazionali, come il Campus universitario UTEC a Lima (2015), premio RIBA 2016, e i progetti completati nel 2019 per l’Institut Mines Télécom a Parigi e per la Scuola di economia all’Université Toulouse 1 Capitole che, con i suoi contrafforti in mattoni, rampe e cortili rilegge i ponti, le mura, le passeggiate e le torri in pietra della città. Attualmente sono in costruzione la School of Economics and Political Science a Londra e la Parnell Square Cultural Quarter City Library a Dublino.
Parallelamente, questo studio guidato da due donne che, ostinatamente, non hanno mai voluto perdere la dimensione umana e artigianale del fare architettura, ha ottenuto riconoscimenti come il Leone d’argento alla Biennale di Venezia 2012 per la mostra “Architecture as New Geography” che omaggia il Pritzker brasiliano Paulo Mendes da Rocha, la RIAI James Gandon Medal nel 2019 e la RIBA Gold Medal nel 2020. Nel 2018, Farrell e McNamara hanno curato la 16. Biennale d’Architettura di Venezia, con il tema/manifesto FREESPACE che «Abbraccia la libertà di immaginare lo spazio libero di tempo e memoria, collegando passato, presente e futuro, costruendo sulle stratificazioni della nostra eredità culturale, legando l’arcaico e il contemporaneo».
Il Pritzker appena attribuito alla coppia sottolinea il senso di un percorso coerentemente teso all’innovazione, nel rispetto dei caratteri di ciascun contesto, come sottolinea la giuria: «Per la loro integrità nell’approccio così come per il modo con cui conducono la loro pratica professionale, per la loro fiducia nella collaborazione, per la generosità verso i loro colleghi, in particolare come dimostrato in eventi come la Biennale di Venezia 2018, per l’incessante impegno verso l’eccellenza in l’architettura, per l’atteggiamento responsabile nei confronti dell’ambiente, per la capacità di essere cosmopoliti mentre si abbraccia l’unicità di ogni luogo in cui lavorano».
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biennale venezia 2018 , concorsi , premi , premio pritzker
Last modified: 9 Marzo 2020