Concluso il restauro della chiesa di Friedrichswerder, unica di Karl Friedrich Schinkel sopravvissuta in centro città, inopportunamente circondata da cantieri di costose residenze
BERLINO. Due giorni di apertura eccezionale al pubblico, il 18 e 19 gennaio 2020, hanno offerto l’imperdibile opportunità per poter visitare la schinkeliana chiesa di Friedrichswerder, rimasta a lungo chiusa per restauro: in attesa dell’apertura definitiva (forse a maggio), quando riprenderà le sue funzioni di spazio espositivo per l’Alte Nationalgalerie, sono accorsi oltre 13.000 visitatori.
Sabato 18, un caldo, insolito sole ha inondato l’aula fino all’abside, scaldando per qualche ora i cuori di chi lamenta ancora, a ragione, un intervento che si sarebbe potuto evitare e che non si è certi se sarà risolutivo a lungo termine. Là fuori, pochi metri a est, l’inopportuna prossimità del moderno quartiere di appartamenti di lusso in via di costruzione lascia esterrefatte anche le menti più progressiste. Ciò che indigna non è tanto il costo dei lavori di restauro, di cui si sono fatti carico vivaddio i nuovi investitori, quanto il danno evitabile di un edificio sotto tutela: l’unica chiesa di Schinkel sopravvissuta in centro città. E nemmeno si tratta solo di un problema estetico: i lavori di cantiere sulla vicina Schinkelplatz hanno causato cedimenti nelle sue fondazioni, conseguenti fessurazioni in pavimenti, murature e tetto, ed inaccettabile è la sola sussistenza dell’ultimo palazzo costruito a meno di 3 metri di distanza sulla Falkoniergasse, che le ha tolto per sempre l’illuminazione naturale sul lato ovest.
Il delirio di ricostruire a tutti i costi, scoppiato a Berlino all’indomani della caduta del Muro, ha creato pericolosi cortocircuiti come questo della Schinkel Kirche, monumento per eccellenza nelle guide, degradata ad «elegante coulisse storica» nei depliant per acquirenti di appartamenti di lusso. Assuefatti al motto «Berlino è giovane!», certi amministratori hanno firmato per l’eutanasia di edifici che miracolosamente stavano riuscendo ad invecchiare nonostante gli ultimi 100 anni (la cui penuria è peraltro ciò che più piange la metropoli più volte distrutta). Il caso della chiesa di Friedrichswerder è il non plus ultra di un paradosso che permette la costruzione di un fake come lo Schloß Hohenzollern, abbandonando al suo destino la fabbrica neogotica di Schinkel.
La chiesa: storia e restauri
Il più famoso architetto di Berlino la progettò (1824-30) per il Kurfürst Friedrich Wilhelm IV che la voleva di forme virili gotico-germaniche: l’edificio doveva essere robusto e slanciato al contempo, come gli pareva fossero le architetture tardogotiche d’oltremanica di cui s’era infatuato. Nacque un interessante compromesso: un piccolo spazio longitudinale alla maniera delle cappelle inglesi, con slanciate volte a sesto acuto e mattoni rossi a decorarne le facciate. Per la prima volta dopo molti secoli veniva eretto a Berlino un Backsteinbau come le antiche Marien e Nikolaikirche, con stretti profili di contrafforti che si trasformano in illusionistiche volte a rete sull’alto soffitto: un effetto puramente ottico ottenuto dipingendone gli spicchi come fossero di mattoni e i pilastri come fossero di pietra arenaria. L’architetto ripulì il gotico con l’antico (che prediligeva), realizzando un gioiello ibrido di grande riuscita statica. Gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, la chiesa fu parzialmente ricostruita nel 1948; il primo vero restauro (1979-86), per il 750° compleanno di Berlino, fu seguito da un ulteriore intervento nel 1997-2000; l’ultimo si sta concludendo ora, dopo il patatrac del 2015, quando l’edificio iniziò a ribaltarsi perché tutte le sue riserve statiche atte a combattere la scarsa consistenza del terreno di Berlino – pane per i denti di molti illustri architetti – venivano vanificate dagli scavi di trivelle di lusso. Un intervento che ha visto il consolidamento delle fondazioni, la ricucitura delle fratture murarie, la pulitura degli elementi lignei e dei portali, il restauro lapideo di elementi strutturali e persino di alcune delle sculture un tempo in mostra. Alla smemorata Berlino non resta che festeggiarne il riuscito salvataggio.
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Last modified: 26 Gennaio 2020