Visit Sponsor

Monica ZerboniWritten by: Progetti

Futurium Berlino, il futuro è adesso

Futurium Berlino, il futuro è adesso

Visita al museo progettato da Jan Musikovski e Christoph Richter, inaugurato nel Regierungsviertel

 

BERLINO. Per ritrovare la propria immagine, la capitale tedesca ricostruisce il passato, ma al tempo stesso guarda al futuro con un museo ad esso dedicato. Quale miglior simbolo dell’operazione se non un’architettura iconica, la cui lucente facciata di vetro e metallo si specchia nelle acque del fiume Sprea e ne riflette i mutevoli bagliori?

Siamo nel cuore governativo della città, il cosiddetto Regierungsviertel, e l’originale edificio che a partire da questa estate offre conferenze, seminari e visite guidate e dal prossimo anno esposizioni dedicate al futuro e alle sue tecnologie, occupa una posizione di preminenza fra austeri palazzi ministeriali. Ma una collocazione tra vicini tanto impegnativi non sminuisce l’impatto visivo del nuovo edificio. Al contrario ne valorizza la presenza.

Con la sua silhouette scultorea, robusta eppure quasi evanescente, esso si contrappone alla banalità delle nuove architetture che caratterizzano il quartiere, sorto quasi dal nulla tra il canale della Sprea che un tempo segnava il confine tra Berlino est e Berlino ovest, il porto fluviale e la ferrovia. Qui, accanto a monumentali manufatti storici, musei, edifici pubblici e il settecentesco campus tuttora funzionante dell’ospedale della Charité, si sta realizzando un programma di ambiziose costruzioni high-tech: centri direzionali e abitazioni, ministeri e alberghi di lusso, edifici in vetro e cemento stretti intorno a quello che risulta essere il prototipo stilistico e ideologico dell’odierno sviluppo urbano: la Berliner Hauptbahnhof, la nuova Stazione centrale realizzata dallo studio gmp Architekten, un gigante di cristallo del cui valore architettonico si è a lungo dibattuto. Ma Berlino non è Francoforte e all’ardito sviluppo verticale della capitale economica d’Europa, dove sono previsti nuovi grattacieli alti fino a 228 metri, si contrappone qui con severità prussiana il monotono susseguirsi di simmetriche facciate dall’esasperata geometria.

Spicca dunque inatteso come un raro diamante l’appena inaugurato Futurium- La Casa del Futuro e in quanto tale quasi abbaglia nel tiepido sole che, ugualmente inatteso, caratterizza questa primavera berlinese. Merito innanzitutto dei materiali scelti per il rivestimento esterno – il vetro e il metallo- e della collocazione leggermente arretrata sui due fronti principali, che alleggerisce la massa volumetrica e dà vita a uno spazio pubblico pedonale. Questo aggiunge una dimensione urbana alla qualità architettonica del progetto, del quale sono autori Jan Musikovski e Christoph Richter, due giovani architetti berlinesi con formazione internazionale ma forte radicamento sul territorio. Abili nel reinterpretare il genius loci con fantasia e spirito innovativo, essi hanno disegnato un edificio nel quale l’irrinunciabile regolarità delle forme si stempera e si smaterializza grazie a precisi dettagli costruttivi. La collocazione dell’edificio in posizione diagonale rispetto ai palazzi circostanti e il taglio delle facciate a nord e a sud a formare un profondo porticato esprimono dinamicità ed evocano la leggerezza di una farfalla posata a pelo d’acqua. L’aggetto dei due fronti, ampio diciotto metri, dà luogo a due piazze coperte ed evidenzia gli accessi. La pavimentazione della zona esterna, con un carpeting sintetico a bolli colorati, sottolinea ulteriormente l’originalità dell’insieme.

Ma l’indiscussa caratteristica del progetto resta la composizione delle facciate, rivestite con pannelli retroventilati, costituiti da oltre ottomila piastre di metallo e vetro realizzate su misura. Questi elementi di forma romboidale, ciascuno con 70 cm di lato, trasformano la struttura in una sorta di organismo in perenne movimento. La maggior parte di essi è infatti composta da riflettori metallici orientati in vario modo, esternamente rivestiti di vetro ceramico serigrafato di 6 mm di spessore. «Il vetro ceramico produce innumerevoli giochi di luce a seconda dell’incidenza del sole – sottolinea Richter. Le facciate cambiano intensità di colore e luminosità a seconda del passare delle ore e delle stagioni e l’edificio vive così di vita propria».

Lungo i fronti il linguaggio grafico varia: i segni si fanno ora più radi ora fitti, così da suscitare l’impressione che l’intero volume fluttui nell’aria come una nuvola. Dietro al rivestimento ceramico le murature si alternano a zone aperte così che gli spazi corrispondenti godano della luce e della ventilazione naturale attraverso finestre a forma di losanga. In prossimità di alcuni spazi interni le piastre ceramiche cedono il posto ad elementi di vetro grigio trasparente, per dare ai passanti la possibilità di sbirciare e scoprire ciò che avviene dentro al museo.

Al suo interno la ripartizione dello spazio, distribuito su due livelli fuori terra e un piano sotterraneo, avviene per aree funzionali. A livello strada accoglie i visitatori un ampio foyer fornito di ristorante e shop. Questa zona, a configurazione variabile, è riservata a eventi di vario genere, quali seminari e workshos. Al piano interrato si trova il “Futurium Lab”, uno spazio di 600 mq e sei metri di altezza, in cui le pareti di cemento scuro, la pavimentazione a piastre di asfalto nero e un’illuminazione di 126 corpi fluorescenti creano un’atmosfera volutamente inquietante e misteriosa. Al piano superiore, cuore del progetto è la grande sala espositiva. Essa è stata simbolicamente ripartita in tre aree tematiche che, avendo l’Uomo come protagonista, rispecchiano i suoi rapporti futuri con la tecnologia, la natura e sé stesso.

Sul tetto infine si trova il cosiddetto Skywalk, un corridoio pedonale che offre ai visitatori una vista imperdibile sui tetti della nuova Berlino, compresa la famosa cupola vetrata del Reichstag. Il percorso si snoda ai bordi di quello che i progettisti definiscono il “Mare solare”, una selva di collettori per l’energia fotovoltaica e di pannelli solari termici. Non occorre sottolineare che la Casa del Futuro è un edificio ad altissima sostenibilità ed efficienza energetica e detiene una certificazione LEED Gold. Grazie ai pannelli fotovoltaici e ai collettori solari, infatti, essa produce energia pulita, mentre appositi collettori raccolgono l’acqua piovana e la utilizzano per il raffrescamento dell’edificio e il mantenimento delle aree verdi circostanti.

Il Futurium- Casa del Futuro è aperto dal 30 maggio all’8 giugno 2018 per una serie di workshop sul tema: “I nostri rapporti futuri con la Tecnologia, la Natura e l’Uomo”. In concomitanza con l’apertura saranno organizzate visite guidate.

Autore

  • Monica Zerboni

    Nata a Torino e laureata presso l’Università Statale di Milano, è giornalista pubblicista, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. È stata corrispondente dalla Germania per le riviste “Abitare” e “Costruire”. Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione ed in particolare ha lavorato come addetta stampa presso importanti studi di architettura. Ha svolto attività di redazione, traduzione e coordinamento per varie case editrici. Scrive articoli e approfondimenti in italiano, inglese e tedesco per diverse testate specializzate e non, italiane e estere (Abitare, Costruire, Il Sole 24 Ore, In Town Magazine, Frame, Mark, Architektur&Wohnen, HOME, Home Journal, Perspective, Azure, Interiors, Urbis, Urbis Landscape, Vogue Australia ecc.)

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 1.566 times, 1 visits today)
Share

Tag


,
Last modified: 22 Maggio 2018