Rapida panoramica sui musei (firmati dai Pritzker) di Abu Dhabi e Doha, nuovi epicentri della cultura locale nei contesti globali di Saadiyat Cultura District e del Qatar Museum
—È in corso da ormai due decenni, tra Abu Dhabi e Doha, una campagna di reclutamento dei vincitori del Pritzker Architecture Prize chiamati a progettare musei per il Saadiyat Cultural District e il Qatar Museum, i nuovi epicentri della riscoperta della cultura locale in un contesto globale.—
Ad Abu Dhabi…
Nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, a oltre dieci anni dall’accordo con il Louvre e un consorzio di musei partner francesi, sarà finalmente inaugurato l’11 novembre il Louvre Abu Dhabi, il primo dei cinque musei previsti nel polo del Saadiyat Cultural District.
«È un’architettura che protegge i suoi tesori, un omaggio alla città araba, alla sua poesia attraverso la geometria e la luce», dice Jean Nouvel che in questo edificio ha inteso reinterpretare la condizione di luce che si ha in un palmeto, progettando una cupola-mashrabiyya di 180 m di diametro che protegge il complesso museale sottostante. La copertura è composta da quasi 8.000 stelle metalliche che, definendo geometrie complesse su livelli sovrapposti, trasmettono una pioggia di luce in movimento sugli edifici e sugli spazi aperti.
Il museo, che esporrà una raccolta di opere e reperti che evidenziano temi e idee universali e condivise nelle diverse civiltà e culture, si trova sull’isola che ospiterà anche lo Sheikh Zayed National Museum, nato dall’accordo col British Museum e progettato da Norman Foster, la cui apertura è prevista invece per il 2020. Si tratta di un progetto altamente tecnologico che intende celebrare la cultura di Abu Dhabi, reinterpretando il tema delle torri del vento con cinque strutture di acciaio leggero che sovrastano le gallerie scavate in un suolo artificiale che riproduce, astraendola, la topografia degli Emirati.
Nel polo del Saadiyat Cultural District sono anche previsti il Performing Arts Center progettato da Zaha Hadid Architects, il Maritime Museum di Tadao Ando e il Guggenheim Museum Abu Dhabi, progettato da Frank Gehry. Progetti tutti annunciati nel 2007, in un’economia ancora troppo legata alle risorse di idrocarburi, sono stati bloccati per la crisi economica finanziaria del 2008-2009 e per i più recenti crolli dei prezzi del gas naturale e del petrolio.
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… e a Doha
Più stabile e più legato al lascito della tradizione locale lo scenario del Qatar, che aveva aperto questa stagione con l’inaugurazione nel 2008 del Museum of Islamic Art (MIA) di Ieoh Ming Pei, progettato in omaggio al sabil della Moschea di Ibn Tulun al Cairo e fondato per ospitare una tra le più preziose collezioni di arte islamica al mondo.
A Doha sono previsti due nuovi musei che rappresentano altrettanti tasselli della “2030 Qatar National Vision”, il progetto del Qatar Museum finalizzato a trasformare la città in una capitale internazionale dell’arte.
Il National Museum of Qatar (NMoQ) sarà il primo ad aprire l’anno prossimo. Progettato sempre da Nouvel al limite meridionale della corniche di Doha, intende celebrare la cultura e il patrimonio del Qatar non solo attraverso la sua collezione, ma anche con un progetto che si sviluppa attorno al palazzo dello sceicco Al Thani, una delle rare testimonianze ancora rimaste dell’architettura qatara del XX secolo. Il palazzo, restaurato dallo studio berlinese Ziegert | Roswag | Seiler Architekten Ingenieure, diventerà il cuore di una “rosa del deserto” fatta di dischi parzialmente sovrapposti che le crescono organicamente attorno, definendo spazi espositivi che proteggono i visitatori dal caldo del deserto ed evocano quel ponte tra passato e presente alla base dell’identità locale.
È prevista invece solo per il 2022 (anno in cui il paese ospiterà i mondiali di calcio) l’apertura dell’Art Mill Gallery, uno spazio di arte contemporanea il cui concorso è stato recentemente vinto dallo studio Elemental di Alejandro Aravena, che si estenderà sull’area del Qatar Flour Mills reinterpretando il tema dei grandi silos per lo stoccaggio del grano, rimasti in funzione fino al 1980, in un sistema di smaltimento passivo dell’aria calda secondo il principio delle torri del vento.
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alejandro aravena , Medio Oriente , musei , zaha hadid
Last modified: 20 Settembre 2017