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Michele F. BaraleWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. A Lisbona il riscatto del centro passa da Mouraria

Ritratti di città. A Lisbona il riscatto del centro passa da Mouraria
Prima puntata del viaggio nella capitale portoghese, che punta sulla rigenerazione urbana facendo leva sullo spazio pubblico e coinvolgendo i residenti. Ma il quartiere simbolo della trasformazione è a rischio invasione turistica

 

LISBONA. Rua Augusta, tra gli isolati della Baixa disegnati dopo il terremoto del 1755, è un brulicare di persone tra negozi di abbigliamento e tram gialli che sferragliano sulle rotaie. Finché lo sguardo incontra solo le vetrine e il selciato bianco e nero, non ci si accorge di nulla. In alto però le finestre son quasi tutte serrate, spesso l’erba popola i terrazzi degli ultimi piani.

Il centro di Lisbona registra dal 1974 ad oggi una delle più intense emigrazioni tra le capitali europee: un saldo negativo di 300.ooo residenti in 35 anni, assestato ma non interrotto, verso l’area metropolitana circostante. La quale, tuttavia, concentra il 30% della popolazione del Portogallo e riversa ogni giorno sulla capitale un carico di 400.000 pendolari (senza contare i flussi turistici).

Dopo aver affrontato negli anni Novanta il fenomeno delle baraccopoli abusive, durante l’ultimo decennio l’amministrazione si è concentrata su azioni urbane per invertire il trend demografico, abbattendo al contempo il carico veicolare, conscia di dover operare su un tessuto storico. Un termine volutamente ambiguo: a partire dal Piano regolatore del 2012 l’area designata come “storica” è stata estesa a tutta la città, pur conservando 67 aree di intervento prioritario definite BIP.

La strategia di “riabilitazione urbana” investe l’intera città di un programma articolato tra il 2010 e il 2024 su più livelli: l’obiettivo, già nel programma amministrativo della giunta socialista che dal 2007 amministra la città (guidata prima da António Costa e ora da Fernando Medina), è attrarre investitori privati e un target di residenti costituito da giovani e famiglie. Per avvicinare il primo traguardo è stata operata una semplificazione dell’aspetto normativo, storicamente ostile e forse una delle principali cause dello spostamento verso le periferie, insieme all’applicazione di uno strumento di compensazione urbanistica mutuato dal modello brasiliano dei crediti di costruzione CEPAC.

Il meccanismo ideato per attrarre residenti consiste nell’attivazione dello spazio pubblico, in quanto arteria strutturante della città antica, attraverso un modello partecipativo che spinga gli abitanti a promuovere o interagire con progetti di piccola scala, senza necessariamente provocare processi di selezione sociale. Il quartiere di Mouraria concentra in modo emblematico le modalità di intervento predisposte: fino a dieci anni fa Mouraria era il polo lisboeta della prostituzione e dello spaccio di droga. Complici un tessuto urbano fittissimo, abbandonato dai residenti ed occupato illegalmente dai clandestini, e scelte politiche e urbanistiche imposte e mai ultimate: a Sud il vuoto di Martim Moniz, sventrato dalle mire dittatoriali e dimenticato tra i detriti fino agli anni Novanta; a Nord il quartiere termina con l’ex ospedale del Desterro, deputato alla cura delle malattie veneree, speculare al Largo do Intendente Pina Manique dove nel 2011 il sindaco spostò il proprio ufficio.

Prima di procedere con i progetti sociali e architettonici a Mouraria, la Câmara Municipal (CML) avviò un programma di recupero quasi completamente gravante sulle casse comunali e consistente in interventi mirati a disintossicare in loco i tossicodipendenti. Rispetto al 2000 i dati sul consumo di droghe si sono dimezzati, segno che le politiche stanno funzionando.
Ricondotto il quartiere in condizioni di stabilità, nel 2011 inizia il processo vero e proprio di riabilitazione urbana, architettonica e sociale: le strade e gli spazi spontanei della città storica sono i protagonisti del progetto “le città dentro la Città”, un programma da 7,4 milioni di euro (per quasi metà coperti da fondi europei) che congiunge Largo do Intendente con il mercato di Chão do Loureiro. Un percorso molto più simile ad una rete neuronale che ad un tracciato lineare: interventi strutturali sull’accessibilità a misura d’anziano per connettere luoghi strategici che lavorano sull’identità collettiva. Come la casa della Severa, mitica fadista ventiseienne, affidata nel 2013 a José Adrião per farne un secondo polo del Fado e premiata due anni dopo come “miglior intervento d’impatto sociale”. Negli stessi anni lo studio DNSJ.arq interviene sia sull’isolato dos Lagares realizzando un incubatore di arti creative, sia dotando la freguesia [distretto; n.d.r.] di São Cristovão e Lourenço di nuovi spazi multifunzionali in Largo dos Trigueiros. (Il progetto viene ultimato e inaugurato nel 2011, dal 2012 la freguesia di São Cristovão e Lourenço viene accorpata con le altre del centro storico nella freguesia di Santa Maria Maior).

In contemporanea è attivato il programma BIP-ZIP, con un finanziamento pilota nel 2011 di 1 milione di euro poi incrementato del 50%, per avviare progetti di piccola scala (copertura massima di 50.000 euro) proposti da almeno due soggetti locali e da realizzarsi entro un anno: nella sola Mouraria in 6 anni se ne contano 17, con una spesa totale di circa 680.000 euro. Ciascun intervento deve promuovere il miglioramento sociale del quartiere facendo leva sullo spazio pubblico coinvolgendo la popolazione residente: si traduce in progetti sociali e a volte architettonici, guidati da studi di architettura locali, come Artéria e Arqmob. Il tutto coordinato da uno speciale ufficio tecnico locale chiamato GABIP (Ufficio di appoggio alle aree BIP), già sperimentato nel quartiere Padre Cruz ma che a Mouraria ha dimostrato efficacia per l’ampio coinvolgimento di soggetti molto diversi tra loro.

Un modello da seguire? Nel 2014 l’assessore all’Urbanistica Manuel Salgado suggerì di applicare lo stesso metodo d’intervento su più livelli attraverso il coinvolgimento locale anche ad altre aree della città. La mancata regolamentazione dell’investimento privato che l’amministrazione è riuscita ad attrarre, sta però conducendo a risultati inattesi: lo sviluppo prevalentemente turistico che è subentrato nella “nuova” Mouraria contribuisce infatti ad aumentare l’emorragia di residenti, che si appellano alla Camera Municipale per regolamentare il fenomeno.

(1_continua)

Immagine di copertina: uno dei tanti cartelloni affissi in città per incentivare i privati ad intervenire © Michele Francesco Barale

 

Riferimenti 

Guarda il video

do.co.mo.mo Journal, Modern Lisbon, Journal 55, 2016/2, in particolare Manuel Salgado interviewed by Ana Tostões, pp. 74-77
Nicola BELAFATTI, Storie parallele del quartiere di Martim Moniz. Recupero urbano e depenalizzazione delle sostanze stupefacenti di un quartiere sensibile di Lisbona, rel. Ruben Baiocco, 2014/2015, Iuav
Michele F. BARALE, L’Ospedale dei Cappuccini sulla collina di Sant’Ana a Lisbona. Nuovi spazi per la città antica, rel. Silvia Malcovati, Sérgio Barreiros Proença, 2014/2015, Politecnico di Torino
Ariella MASBOUNGI (a cura di), Le projet urbain en temps de crise. L’example de Lisbonne, Ed. Le Moniteur, Parigi 2013
Energia BIP-ZIP. Dentro de ti ó cidade (catalogo della mostra, MUDE, Lisbona 18 giugno – 27 luglio 2013), ed. Câmara Municipal Lisboa
Câmara Municipal de Lisboa, Plano Diretor Municipal, Lisboa 2012
Câmara Municipal de Lisboa, Estratégia de reabilitação urbana de Lisboa – 2011/2024, Lisboa 2010
Bruno PELUCCA, Progetto e rinnovo urbano nella città contemporanea: il caso del Portogallo, tesi di dottorato, Firenze 2010, Università di Firenze
Maria Elena MARCHIONATTI, Il mercato immobiliare in Portogallo e a Lisbona: la questione del realojamento tra fattibilità economica e sostenibilità sociale, rel. Ferruccio Zorzi, Luca Davico, a.a. 2006/2007, Politecnico di Torino
Portale dei progetti BIP ZIP
Portale del programma BIP ZIP
Portale del GABIP Mouraria

Autore

  • Michele F. Barale

    Giornalista e dottorando in Architettura, Storia e Progetto presso il Politecnico di Torino. I suoi interessi di ricerca ruotano attorno alle regole urbane e ai regolamenti edilizi, ma il suo cuore batte per le architetture e le città portoghesi, e per il territorio alpino in cui è cresciuto. Scrive per giornali di cronaca locale e per riviste specializzate in architettura. Dal 2018 è editor della rivista scientifica in_bo dell’Università di Bologna.

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Last modified: 9 Febbraio 2017