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Luca BullaroWritten by: Progetti

Il MAMM, festa urbana nella rinascita di Medellín

Il MAMM, festa urbana nella rinascita di Medellín

L’ampliamento del Museo di arte moderna, firmato da  Ctrl-G e da 51-1 Arquitectos, è un ulteriore tassello delle strategie di riqualificazione della città della Colombia

MEDELLÍN (COLOMBIA). “Medellín la más educada” è lo slogan che da diversi anni guida l’attività governativa della seconda città colombiana: un piano di sviluppo urbano che ha trasformato quartieri e società. Il matematico Sergio Fajardo, figlio di uno dei grandi maestri della moderna architettura colombiana, divenuto sindaco, ha avuto come obiettivo quello di rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione: rendere la città accogliente e inclusiva. E l’architettura è stata lo strumento per la trasformazione dei quartieri: scuole, biblioteche, impianti sportivi, musei, trasporti e parchi hanno mutato il territorio e la società, permettendo agli esclusi di riconoscersi nel cambiamento: dall’umiliazione all’orgoglio, dalla paura alla speranza.

Nel giornale “El Espectador” del 5 settembre Héctor Abad Faciolince, famoso scrittore colombiano – nell’articolo intitolato Por un nuevo “Cartel de Medellín” – afferma che il “cambio cultural de la ciudad se debe, en buena medida, a una transformación inteligente del espacio hecha por la arquitectura”, e fra gli esempi fondamentali di questo rinnovamento cita il nuovo Museo di arte moderna (MAMM) che – scrive – trasporta nel nuovo quartiere pianificato la vitalidad de la construcción irregular de las favelas”. L’ampliamento del museo, inaugurato recentemente, è un’ulteriore strategica pedina del rinnovamento della città, oggi modello di trasformazione architettonica, urbana e sociale per l’America Latina.

Il progetto, risultato di un concorso internazionale bandito nel 2009 e vinto dal gruppo formato dallo studio colombiano Ctrl-G (Viviana Peña e Catalina Patiño) e dai peruviani 51-1 Arquitectos, fa parte del processo di cambiamento del nuovo quartiere Ciudad del Rio, cerniera urbana fra il centro della città, il barrio di San Diego e l’elegante Poblado. L’ edificio – assieme al sistema di giardini sviluppato da Giovanna Spera, architetta italiana residente a Medellín – è divenuto in poche settimane protagonista pubblico e attivo della trasformazione dell’ex zona industriale.

La sede del MAMM, aperta cinque anni fa all’interno di un capannone industriale dei primi del Novecento, si è completamente rigenerata con l’inaugurazione dei nuovi spazi che collegano l’asse dell’antica navata con la piazza antistante e il parque lineal che corre parallelo al fiume. Nel punto strategico, dove vecchio e nuovo s’incontrano, il  blocco degli ascensori  proietta i flussi pedonali urbani verso le terrazze del quarto e quinto piano, da cui si gode un’inedita vista del quartiere e del profilo verde delle colline che abbracciano Medellín. La piazza coperta,  cuore democratico capace di sviluppare a quote differenti il sistema degli spazi pubblici pedonali, protegge dal caldo e dalla pioggia mentre accoglie i percorsi aperti che collegano i vari piani e distribuiscono le aree dei laboratori, dell’auditorium, delle sale espositive e del ristorante. L’accesso laterale alla piazza avviene attraverso un comodo passaggio al di sotto del corpo dell’auditorium, caratterizzato da un piano inclinato che configura la platea e che dà vita a un potente “imbuto urbano” verso il quale si aprono i negozi, la biglietteria, le scale esterne e la caffetteria. L’auditorium, con una capienza di 250 persone, sviluppa un concetto simile a quello proposto da Oscar Niemeyer per l’auditorio Ibirapueira di Sao Paulo ed è capace di aprirsi verso la piazza per ospitare grandi eventi.

L’idea morfologica che sottende il progetto reinterpreta quella della Vitra House di Herzog & de Meuron a Basilea, con la sovrapposizione di scatole di diverse dimensioni e altezze, ruotate e appoggiate una sull’altra. Gli spazi interstiziali tra i volumi puri acquistano un interesse spaziale straordinario: generano interrelazioni inedite moltiplicando dialoghi multifocali con il paesaggio vicino e lontano. La struttura si configura attraverso un sistema tradizionale in cemento armato. Il volume dell’ultimo piano è invece una struttura metallica rivestita di lastre perforate della tonalità del bronzo e dal disegno elegante che dialoga con gli elementi dei calados in calcestruzzo, alleggerito con fibra di vetro, che schermano la luce degli spazi per gli uffici del secondo livello. Ogni area della fabbrica ha una funzione specifica che si riconosce dall’esterno attraverso un tipo di pelle differente: i laboratori, per esempio, sono rivestiti con lastre di vetro bianco dai delicati riflessi che contrastano con l’effetto grave delle lastre grigie e opache che definiscono il paramento dell’auditorium e delle nuove sale espositive.

La nuova sede del museo, come dice Viviana Peña, fondatrice dello studio Ctrl G, più che un insieme di sale espositive è un vero centro di propulsione culturale e artistica nel quale le originali opere della pittrice colombiana Debora Arango dialogano con il paesaggio montagnoso della capitale di Antioquia. Una festa urbana che si proietta verso il fiume e il parco coinvolgendo gli spazi pubblici circostanti con concerti, esposizioni all’aria libera, attività ricreative. Un punto focale, strategico, per la rinascita umana di Medellín, nel quale lo spazio della città e le arti vengono integrati attraverso un edificio che costruisce una grande scena urbana aperta alla cultura e proiettata verso il cambiamento.

www.elmamm.org

Autore

  • Luca Bullaro

    Nato a Palermo, dove si laurea in Architettura presso la locale Università degli studi, conseguendo poi il dottorato di Ricerca in Progettazione architettonica, in cotutela con la UPC di Barcellona, oltre al master “Arquitectura: Critica y Proyecto” presso la ETSAB di Barcellona. È docente presso l'Universidad Nacional de Colombia a Medellín. Vince numerosi concorsi e premi in Italia e all’estero, fra i quali il concorso internazionale “Misterbianco Città Possibile”, il Premio europeo di architettura sacra della Fondazione Frate Sole, il concorso internazionale “Boa Vision” per la riconfigurazione di piazza Papireto a Palermo, il "Premio Quadranti - Vaccarini", la menzione d'onore "Spazi ed infrastrutture pubbliche" come finalista della Medaglia d'oro all'architettura italiana della Triennale di Milano, il concorso per la realizzazione della "Plaza Fundadores" della UPB di Medellín, Colombia. Ha esposto a Ferrara (“Premio Biagio Rossetti", Museo dell’Architettura, 2003), a Roma e Barcellona ("NIB-ICAR 2004, Esposizione itinerante dei progettisti italiani Under 36"), a Catania e Chicago ("Sicilia Olanda", 2007), a Palermo ("SiciliArchitettura", 2006; "Nuove generazioni di architetti in Sicilia", luglio 2009; "Sicilia Olanda II", gennaio 2010), alla Triennale di Milano (Medaglia d’oro all’architettura italiana", maggio 2009); nell’ambito della Design week di Istanbul (giugno 2009) e alla "VI Bienal Europea de Paisaje" di Barcellona (settembre 2010). Ha presentato i suoi progetti a Catania e Roma, Alicante e Barcellona, Manizales, Cali e Bucaramanga, Santiago del Cile e Valparaiso, Buenos Aires, Rio de Janeiro, Città del Messico e L'Avana.

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Last modified: 3 Aprile 2017