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Daria RicchiWritten by: Progetti

The Broad Museum a Los Angeles: il velo e la volta

The Broad Museum a Los Angeles: il velo e la volta

Visita al nuovo Broad Museum a Los Angeles, progettato da Diller Scofidio + Renfro

 

LOS ANGELES. È già conosciuto come il velo e la volta, epiteto con il quale Diller Scofidio + Renfro hanno presentato in questi anni il progetto per il nuovo museo The Broad, inaugurato lo scorso 20 settembre. La volta è un volume centrale opaco, “un pesante blocco scultoreo” lo definisce Elizabeth Diller. Il velo è una struttura a cinque lati, che si appoggia e copre la volta e gli spazi attorno, una struttura porosa che permette alla luce di attraversare all’interno. Non vi sono colonne a sostenere una struttura, il velo, che copre 4.000 mq. Su tre piani, il volume della volta ospita gli spazi espositivi, nonché magazzini per le opere d’arte solitamente relegati in spazi esterni, una biblioteca, un bar. La collezione del Broad Museum include duemila opere d’arte comprensive della Broad Art Fondation e della collezione privata di Eli e Edythe Broad, filantropi americani che negli anni hanno raccolto opere d’arte del dopoguerra insieme a una cospicua collezione di arte contemporanea.

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Due sono i principali meriti del nuovo progetto di DS+R: il primo è di aver contributo a creare nuovi spazi pubblici di ritrovo nel downtown di Los Angeles, ancora in una fase di recupero e di rilancio, a due passi dalla celeberrima Disney Hall di Frank Gehry. Il secondo è di pensare l’edificio come parte integrante di un organismo urbano ecosostenibile. In una città congestionata dal traffico e in cui il trasporto urbano è pressoché inesistente, o di sicuro sottoutilizzato, l’edificio, che ha certificazione LEED, è provvisto di posti ricarica per le auto elettriche, parcheggi per le bici e un diretto e facile accesso alla nuova stazione metropolitana, come a un ulteriore invito al suo utilizzo. Gli infissi permettono un risparmio energetico e la riduzione del 40% nel consumo idrico. Il velo si estende anche a una piazza verde con alberi di ulivi e aree attrezzate a picnic, per cinema all’aperto, spettacoli ed eventi educativi. Sono tutti elementi cruciali, soprattutto per una città dispersa e dispersiva come Los Angeles.

Sorgono però anche alcuni dubbi sul progetto costato 140 milioni di dollari: uno tra tutti la domanda su quanto tempo le immacolate pareti bianche in cemento intonacato riusciranno a rimanere tali, data la posizione più che centrale dell’edificio. Ciononostante, il materiale scelto sembra essere l’unico a potersi confrontare con l’ingombrante acciaio inossidabile della Disney Hall. Anche il concetto fondante, forse un po’ scontato, di avere volta e velo che si permeano, spazi scultorei e “fluidi” piuttosto indefiniti, lascia leggermente perplessi. Alcune forme ricordano già altri progetti dello studio newyorkese, come il Lincoln Center di New York. Ma se anche l’ottica lungimirante che ha caratterizzato i passati progetti dello studio è simile, allora possiamo confidare e prevedere che l’edificio non solo resisterà al tempo ma migliorerà con esso. Attendiamo anche di vedere se la popolazione cittadina usufruirà di questi nuovi spazi aggregativi come già registrato a New York, e come Diller Scofidio + Renfro hanno abituato il loro pubblico negli ultimi anni.

 

Per approfondire

Broad MuseumDiller Scofidio + Renfro

 

Autore

  • Daria Ricchi

    Laureata in architettura presso l’Università di Firenze nel 2003, sta completando un dottorato in storia e teoria dell’architettura presso l’Università di Princeton. Interessata alla riflessione sui confini tra i generi e le narrative storiche, nonchè ai diversi modi di scrivere di architettura, ha pubblicato un saggio sul ruolo della fantasia nei testi di storia: “There is no Fantasy Without Reality. Calvino’s Architectural Fictions" (NAi, 2015). Collabora con diverse riviste di architettura (Il Giornale dell’Architettura, A10, Area) e quotidiani (Casamica, il Corriere della Sera). Il suo primo libro (2005) raccontava il neo-modernismo olandese attraverso il lavoro dello studio Mecanoo, mentre il suo successivo (2007) riguarda il lavoro dello studio newyorkese Diller & Scofidio + Renfro.

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Last modified: 17 Novembre 2015