Volatile come la sabbia e precario come i confini dello Stato di Israele, il progetto per il padiglione curato da Ori Scialom, Roy Brand, Keren Yeala-Golan e Edith Kofsky è poetico quanto suggestivo. Sui due piani del padiglione si trovano quattro sabbiere allinterno delle quali altrettante braccia meccaniche velocemente disegnano i contorni di costruzioni, e altrettanto velocemente ne cancellano le tracce, in un ciclo che si ripete. Esse narrano la storia della rapida e controversa pianificazione di Israele degli ultimi cento anni: ad ogni sabbiera corrisponde una scala differente, dai piani urbani allisolato, fino allunità residenziale. Il titolo del padiglione, «Urburb», è un neologismo che fa riferimento allincontro e commistione tra urbano e suburbano, condizione che caratterizza quasi ogni insediamento in Israele. I curatori spiegano come il progetto esprima lidea di vivere in una macchina modernista, sotto i segni dellautomazione e la promessa di una redenzione utopica; non solo, enfatizzano come questi disegni siano impressi dallalto in conformità con le ideologie e i piani che cambiano. Rimane al visitatore la scelta di interpretare il progetto come un disegno divino – forse il codice programmato? – che un braccio umano, o meglio meccanico, realizza, ma che esso stesso distrugge, riedificandolo successivamente sempre uguale. A quali popoli appartengano le braccia non è dato sapere. Rimane il dubbio che volontariamente gli insediamenti palestinesi non siano stati né abbozzati né tantomeno contemplati, in nessun piano urbano e neanche in questo padiglione.
Articoli recenti
- Modello albanese? Problema architettonico 8 Gennaio 2025
- Yoshio Taniguchi (1937-2024) 7 Gennaio 2025
- Quo vadis architetto? Tre architetti e una villa, la E-1027 6 Gennaio 2025
- Da Koolhaas a Morozzo della Rocca, se la teoria è progetto 5 Gennaio 2025
- Ri_visitati. Le Albere a Trento: sogni, treni e appartamenti vuoti 3 Gennaio 2025
- Il mio commiato al Giornale, miracolo che si rinnova settimanalmente 1 Gennaio 2025
- L’archintruso. Calendario 2025 per architetti devoti 19 Dicembre 2024
- 30 racconti per un anno 18 Dicembre 2024
- Inchiesta: Roma e il Giubileo 18 Dicembre 2024
- Brescia: dalla mostra al museo al territorio 18 Dicembre 2024
- Tobia Scarpa, 90 anni e non sentirli 18 Dicembre 2024
- Salvare Milano ma non sfasciare l’Italia 16 Dicembre 2024
- Reinventare il costruito con il riuso adattivo 16 Dicembre 2024
- “Paesaggi aperti”, per dare valore ai territori 16 Dicembre 2024
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Luca Gibello. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Michele Roda, Veronica Rodenigo, Ubaldo Spina.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. a The Architectural Post, nuovo editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2024 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata