Parigi. Dal 27 al 29 marzo si è svolta la fiera annuale del Jec. Si tratta della più grande organizzazione del settore dei compositi in Europa e nel mondo, con una rete globale di 550.000 professionisti e un giro daffari di 77 miliardi di euro. «LEuropa può essere orgogliosa della sua posizione di leader nel mercato globale in termini di produzione di compositi. Tecnologicamente, il continente occupa lo spazio maggiore nel settore, e le dimensioni del Jec Europa 2012 riflettono questo ruolo di primo piano», afferma la presidentessa Frédérique Mutel. Questanno la fiera ha riunito 1.181 aziende su unarea di 50.000 mq, registrando 32.256 visitatori, contro i 29.867 del 2011. In Europa, ogni sforzo è stato incanalato nel sistema di automazione della produzione. Dietro ad automazione, aeronautica e industria aeronavale, e davanti a ferroviario ed eolico, il settore delle costruzioni e dellingegneria civile era rappresentato dal 12% degli espositori.
Tra le presenze più significative, quella olandese che, per i numerosi ponti e passerelle necessari allinfrastrutturazione del suo territorio, accanto a legno e acciaio da dieci anni ha iniziato a utilizzare materiali in plastica fibrorinforzata, resistenti, duraturi, leggeri e dalla ridotta manutenzione. A spingere verso i compositi anche la resistenza alla corrosione in ambiente salino, marcata per un paese affacciato sul Mare del Nord che per le difficili condizioni atmosferiche deve utilizzare in modo massiccio sale antighiaccio sulle strade. Così a Harlem, lazienda Infracomposites ha recentemente consegnato 600 m di profili compositi bordo ponte, infusi sottovuoto con dimensioni standard di 4 x 12 m. Ogni profilo contiene quattro diversi materiali sandwich e gestisce carichi da vento e neve, oppure carichi dinamici come il passaggio dei treni, o ancora carichi da impatto e carichi accidentali di persone che ci camminano per la manutenzione. Sebbene la loro funzione primaria sia decorativa, sono concepiti come strutture portanti a tutti gli effetti: una buona alternativa al calcestruzzo, allalluminio e allacciaio inox.
La vacuum infusion, o infusione sotto vuoto dei materiali compositi, è un processo produttivo sempre più usato per ridurre le emissioni di vapori di stirene, per migliorare le qualità del prodotto e per ridurre i costi di manodopera. Nellinfusione sotto vuoto, il rinforzo viene racchiuso in un contenitore di plastica ermetico in cui viene poi ottenuto il vuoto pneumatico il quale, a sua volta, provoca lingresso della resina catalizzata che si va a depositare sul rinforzo. Si prevede limpiego di resine gelatinose a indurimento ritardato, con il risultato di poter creare prodotti finiti di forma complessa e/o di dimensioni molto importanti.
Anche la Russia (azienda Apatech) si adopera nel settore delle infrastrutture e in fiera ha presentato una passerella pedonale a traliccio di 33 m di luce unica, sostenuta alle estremità da quattro torri contenenti le scale. Sono stati utilizzati 1.777 elementi in composito, per un peso totale di 13.689 kg: una struttura simile in acciaio peserebbe almeno 2,5 volte di più.
Uno dei vincitori dei riconoscimenti di Jec per la costruzione è andato agli spagnoli di Acciona Infrastructuras per un ponte a nastro pre-teso in carbonio che, alleggerendo la struttura, può spingersi a 216 m di luce, per 3 m di ampiezza dellimpalcato e 0,25 di spessore. I cavi messi in opera sono stati 80, sottoposti a una pretensione di 70 tonnellate; ciascun cavo pesa 2,3 kg per 42 mm di diametro. È il più lungo ponte pedonale del mondo in nastri pre-tesi di Pcfrp (Prestressed Fibers Carbon Reinforced Polymers).
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