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Daria RicchiWritten by: Inchieste

I progetti: il World Trade Center

I grattacieli e la decisione di lasciare inedificata l’area dove sorgevano le due torri gemelle seguono ancora il disegno presentato da Daniel Libeskind nel 2003

wtc 1
Progetto: David M. Childs (Skidmore Owings & Merrill)
Cronologia: 2006-2016
Cliente: Silverstein Properties
Dimensioni: 240.000 mq
Piani: 102 Altezza: 541 m
Simbolicamente alta 1.776 piedi, anno della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, la One World Trade Center, ancora conosciuta con il nome di Freedom Tower dovrebbe diventare l’edificio più alto degli Stati Uniti. Nonostante i piani dichiarati siano 102, i primi 20 sono lasciati vuoti per motivi di sicurezza. Su questa base, che costituirà lo «zoccolo» della torre anche con possibili funzioni di bunker, insistono altri 69 piani con uffici, 2 piani per attrezzature di trasmissione e 10 piani di servizi. A concludere l’edificio, un piano panoramico con due ristoranti, nonché un’antenna progettata dall’artista Kenneth Snelson. Il progetto prevede tecniche di progettazione altamente sostenibili, il riutilizzo di materiali riciclati e delle acque piovane. A giugno i piani realizzati erano 70, e i lavori procedono al ritmo regolare di un piano a settimana.

wtc 2
Progetto: Foster & Partners
Cronologia: 2006-2016 (previsto)
Cliente: Silverstein Properties
Dimensioni: 291.200 mq
Piani: 79 Altezza: 481 m
La Tower 2 (la seconda per altezza), si colloca nell’angolo nord est del parco ed è caratterizzata da una scintillante forma cristallina completamente vetrata che culmina con una cima che intende richiamare un diamante. L’orientamento e la forma dell’edificio sono stati studiati per permettere alla luce del sole di illuminare il punto in cui sorgevano le due torri gemelle. La struttura centrale prevede quattro blocchi interconnessi in cemento che garantiscono piani liberi da colonne, mentre la struttura esterna è in acciaio. È composta da 5 piani di negozi, 4 livelli per spazi commerciali e 60 piani per uffici. Otto le entrate previste: cinque al livello stradale, una al livello del transportation hub e due dai negozi. Al piano terreno, pareti vetrate e molteplici collegamenti con le infrastrutture pubbliche garantiscono la connessione con la città. Sono state gettate le fondazioni

wtc 3
Progetto: Rogers Stirk Harbour + Partners
Cronologia: 2006-2016 (previsto)
Cliente: Silverstein Properties
Dimensioni: 260.000 mq
Piani: 54 Altezza: 417 m
La terza torre si trova al centro dell’insieme di edifici che circondano il sito del memoriale. La parte inferiore, il cosiddetto podio, ospita funzioni commerciali e si riduce in volume man mano che si sale in altezza, fino ad arrivare a quello degli edifici circostanti. Da questa base è possibile raggiungere l’interno delle altre torri attraverso un passaggio coperto. Sono previsti 5 piani di commerciale e il resto a uffici (195.096 mq) e 37 ascensori. Il tutto all’interno di un progetto altamente sostenibile. Sono state gettate le fondazioni

wtc 4
Progetto: Maki and Associates (architetti in loco Adamson Associates Architects)
Cronologia: 2006-2016 (previsto)
Cliente: Silverstein Properties
Dimensioni: 168.000 mq (uffici) 15.000 mq (commerciale)
Piani: 61 Altezza: 340 m
Il progetto si divide essenzialmente in due parti: una torre «minimalista» in direzione del memoriale e un podio di 5 piani destinato a essere una sorta d’«introduzione» al sito. Il podio prevede un atrio di passaggio per accedere a livelli inferiori e spazi commerciali, mentre la torre ospita gli uffici. All’interno delle pareti vetrate in facciata s’inseriscono maglie metalliche traforate, per ombreggiare gli ambienti interni e rendere leggero e trasparente l’aspetto esterno. L’edificio risulta costruito fino al 37° piano

Autore

  • Daria Ricchi

    Laureata in architettura presso l’Università di Firenze nel 2003, sta completando un dottorato in storia e teoria dell’architettura presso l’Università di Princeton. Interessata alla riflessione sui confini tra i generi e le narrative storiche, nonchè ai diversi modi di scrivere di architettura, ha pubblicato un saggio sul ruolo della fantasia nei testi di storia: “There is no Fantasy Without Reality. Calvino’s Architectural Fictions" (NAi, 2015). Collabora con diverse riviste di architettura (Il Giornale dell’Architettura, A10, Area) e quotidiani (Casamica, il Corriere della Sera). Il suo primo libro (2005) raccontava il neo-modernismo olandese attraverso il lavoro dello studio Mecanoo, mentre il suo successivo (2007) riguarda il lavoro dello studio newyorkese Diller & Scofidio + Renfro.

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Last modified: 10 Luglio 2015