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Cristina DonatiWritten by: Inchieste

I grands projets per la cultura/4: le Murate

La storia del recupero dell’ex carcere delle Murate prende vita con il Progetto unitario, approvato dal Consiglio comunale nel settembre 1998, che stabilisce il nuovo mix funzionale del complesso: a livello strada, spazi dedicati alla cultura e alla socializzazione; ai piani superiori, uffici e residenze pubbliche. Il valore e la scala dell’intervento permettono a Firenze di svolgere un ruolo di coordinamento nel programma europeo «Reprise», finalizzato al recupero di complessi carcerari dismessi. È quindi un’occasione prestigiosa che il sindaco Mario Primicerio (mandato 1995-1999) affida a un gruppo di tecnici comunali che si avvalgono della consulenza Unesco di Renzo Piano. Durante i tre workshop tenuti a Firenze e nello studio Rpbw a Genova, sono emersi i cinque «principi ordinatori» su cui si è sviluppata la progettazione: umanizzazione, conservazione, apertura, pluralità e nuova architettura.
Inizia così il lungo percorso di trasformazione dell’antico convento quattrocentesco delle Murate alla Santissima Annunziata, adibito a carcere nella seconda metà dell’Ottocento e repentinamente abbandonato nei primi anni ottanta con la realizzazione del complesso di Sollicciano. L’obiettivo è quindi restituire al quartiere di Santa Croce l’«isola» chiusa, rendendola permeabile e ricca di pluralità e complessità funzionale.
Nel 2000, l’architetto Mario Pittalis, funzionario del Comune e responsabile del progetto e della direzione lavori (con l’architetto Roberto Melosi), inizia il cantiere (oltre 13.000 mq), suddiviso in tre lotti funzionali; i finanziamenti sono interamente pubblici e, a oggi, ammontano a 18 milioni, cioè a un costo in opere di circa 1.450 euro/mq. Il primo lotto riguarda la realizzazione di 33 nuovi alloggi, oltre a spazi sociali che si affacciano sulla piazza alberata di Madonna della Neve (1.750 mq). La «piazza verde» rappresenta il cuore dell’intervento e l’interfaccia pubblica con la città, enfatizzata dal lungo percorso perimetrale interrotto da quattro «portali» che si aprono sulla storica via dell’Agnolo. L’arredo con alberi, fontane e panchine vuole comunicare un’atmosfera di quartiere che, grazie a una piattaforma rialzata, si presta per manifestazioni all’aperto. Il secondo lotto affronta il recupero del corpo di fabbrica più consistente che prevede la realizzazione di un centro per la cultura contemporanea da ricavare all’interno di un suggestivo cortile coperto che immette in una lunga sala polivalente e articolati ambienti polifunzionali. Ai tre piani superiori, i ballatoi con le celle di detenzione sono stati adibiti a spazi per uffici e laboratori. Le due stecche attigue sono trasformate in una galleria commerciale (lunghezza 60 mt), tipo la londinese Burlington Arcade, che taglia longitudinalmente l’intero isolato, collegando via Ghibellina a via dell’Agnolo. Ai piani superiori sono stati realizzati 34 nuovi alloggi protetti. Il cortile principale, coincidente con il sedime degli spazi aperti del convento, diviene una seconda piazza pubblica (1.000 mq), detta piazza delle Murate, su sui si affacciano caratteristici bow window in rame su di una muratura lasciata a opus incertum. Il terzo lotto, in fase di ultimazione, riguarda la ristrutturazione della fabbrica prospiciente piazza Madonna della Neve, dove si prevedono 6 alloggi ai piani primo e secondo, oltre a spazi pubblici e collegamenti urbani.
Il recupero delle Murate è un’opera pubblica realizzata nel rispetto delle tradizioni architettoniche fiorentine, a cui si aggiunge qualche elemento di leggibile contemporaneità come i bow window in rame, le pensiline in vetro colorato e i pilastrini, che come canne di bambù caratterizzano il fronte su Piazza della Neve. Ma il grande valore del progetto risiede nel mix funzionale e nella nuova apertura e permeabilità del complesso che riscattano le Murate da anni d’isolamento rendendolo, per la prima volta, partecipe della vita urbana. Dopo anni di cantiere, è quindi necessario inaugurare il cento culturale e iniettare la galleria urbana di funzioni commerciali e artigianali, per dar vita a quel dialogo «con il mondo», già auspicato dall’assessore alla Cultura Giuliano da Empoli.
Dati dimensionali: una nuova strada pedonale e due piazze pubbliche (oltre 3.500 mq); 73 residenze sociali (da 30 a 80 mq); percorsi coperti e portici (oltre 240 m); foresteria comunale (24 posti letto); uffici (oltre 800 mq); botteghe d’arte e cultura (560 mq); ristorante e caffè (430 mq); centro per l’arte contemporanea (oltre 1.300 mq); un incubatore d’imprese tecnologicamente avanzate nel settore culturale; 4 sale pubbliche polivalenti (oltre 940 mq); 10 nuovi ascensori e 9 nuovi corpi scala; 18 alberi ad alto fusto. www.lemurate.comune.fi.it/lemurate/futuro/

Autore

  • Cristina Donati

    Prima collaboratrice poi redattrice della testata online fin dagli esordi nel 2014. Prematuramente scomparsa nel 2021. Studia architettura a Firenze dove consegue un Dottorato di ricerca in storia dell’architettura. Dopo la laurea si trasferisce a Oxford dove collabora con studi professionali, si occupa di editoria e cura mostre per Istituti di cultura a Londra. Ha svolto attività didattica per la Kent State University (USA) con il corso di Theories of Architetcure. Scrive per numerose riviste internazionali e svolge attività di ricerca sull’architettura contemporanea e i suoi protagonisti. Dirige la collana editoriale «Single» sul progetto contemporaneo per la Casa Editrice Altralinea. E' autrice di saggi e monografie tra cui: «Michael Hopkins» (Skira, 2006); «L’innovazione tecnologica dalla ricerca alla realizzazione» (Electa, 2008); «RSH+P, Compact City» (Electa, 2014); «Holistic Bank Design» (Altralinea, 2015).

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Last modified: 10 Luglio 2015