Design e tempo sono due variabili generalmente accoppiate dal mondo museale ed espositivo in chiave storica. Raramente si è cercato di articolare una mostra nella quale la componente temporale dei prodotti contemporanei fosse il principale filo conduttore. Nella rassegna curata da Paola Antonelli, Patricia Juncosa-Vecchierini e Kate Carmody al Museum of Modern Art (fino a fine 2010), lobiettivo è proprio lesplorazione del fattore tempo attraverso la presentazione di 85 oggetti di design contemporaneo. Una prima declinazione del tema implica una riflessione sulla natura mutevole dei prodotti, in termini di capacità di cambiare forma con il passare del tempo e le interazioni degli utenti. Ad esempio, la lampada «Less Lamp» dello spagnolo Jordi Canudas richiede che lutente la rompa o la modifichi con un piccolo martello per permetterne alla luce di uscire. Altri prodotti invitano alla riflessione sui vincoli spazio-temporali della vita contemporanea: il «Digital Remains» della tedesca Michele Gauer è unurna funeraria che permette di conservare le tracce digitali lasciate in vita dal defunto; la famiglia di prodotti «My Soft Office» dellolandese Hella Jongerius, tra cui la tastiera per computer morbida con spazio per un piatto e posate, documenta invece la progressiva commistione fra tempo lavorativo e domestico. Un ulteriore filone è rappresentato dai prodotti progettati per congelare un attimo di tempo. Il vaso «Made by Bees» dello slovacco Tomá?s Gabzdil Libertiny è un favo realizzato in una settimana da migliaia di api, a partire da una struttura metallica (nella foto). Ingo Maurer ha invece materializzato listante in cui si rompono le stoviglie di porcellana attraverso il lampadario «Porca Miseria!». Anche il design della comunicazione viene declinato rispetto al fattore temporale nei movies dedicati al tema della rappresentazione di reti dinterazioni: per esempio, «Flight Patterns» di Aaron Koblin visualizza le rotte di volo sopra gli Stati Uniti, mentre «History Flow» di Fernanda Bertini Viegas e Martin Wattenberg mappa visivamente il numero di volte in cui un articolo di «wikipedia» è stato modificato. Completano lesibizione i prodotti realizzati in tempo reale con materiali tecnologici attraverso processi di prototipazione rapida a partire da modelli matematici tridimensionali, come la sedia «CoreFab» di Ammar Eloueini e i tessili 3D di Janne Kyttanen e Jiri Evenhuis. Lultima frontiera dei materiali intelligenti è presentata nel progetto «Materialecology» di Neri Oxman: materiali che «crescono» e cambiano grazie a un algoritmo matematico, «fermati» dal designer nel momento in cui si desidera farli diventare parte di un prodotto.
Articoli recenti
- Città del Messico, la comunità che costruisce e cura i suoi presidi 22 Febbraio 2025
- Immeuble Molitor, se il restauro di Corbu è troppo grigio 19 Febbraio 2025
- Bologna, in Montagnola spunta Filla: nuova foglia in cerca di linfa 19 Febbraio 2025
- Parigi si muove sottoterra: Villejuif e la stazione di Perrault 17 Febbraio 2025
- Le nature interiori di Villa Savoye 15 Febbraio 2025
- Architettura e qualità? In Francia hanno un’idea (e ora una strategia) 14 Febbraio 2025
- La Biennale di Carlo Ratti: Installazione? No, necessaria sperimentazione 12 Febbraio 2025
- L’Archintruso. Ecco il vero piano MAGA: Make Architecture Great Again 12 Febbraio 2025
- Intelligens, l’architettura dell’adattamento sbarca a Venezia 11 Febbraio 2025
- Un quartiere virale: Seul, lo stile Gangnam 10 Febbraio 2025
- Gilles Perraudin, l’arte dei fondamenti in architettura 8 Febbraio 2025
- Wood Architecture Prize 2025: prestazioni senza ansia 7 Febbraio 2025
- Roma, 45 anni dopo, è ancora una città interrotta 5 Febbraio 2025
- Ri_visitati. Milano verticale, in principio fu la Velasca: 70 anni con restauro 4 Febbraio 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Umberto Allemandi & C. S.p.A. a The Architectural Post, nuovo editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata