Ginevra. Il concorso multidisciplinare (a procedura aperta in due fasi) rivolto ad architetti e scenografi per il nuovo teatro della Comédie si è concluso a inizio novembre. Lo slogan della competizione, «Molto più di un semplice teatro», è eloquente. Il teatro si situerà al posto della stazione ferroviaria (che diverrà sotterranea) delle Eaux vives, cioè in un quartiere che accentrerà la rete dei trasporti urbani e regionali, immobili abitativi, attrezzature e servizi vari attorno a una grande spianata pubblica.
In 78 hanno risposto allappello della città elvetica per riplasmare un pezzo di città con un elemento, il teatro, non solo fisico ma rappresentativo anche di un progetto culturale e sociale. Il teatro deve adattarsi alle esigenze artistiche contemporanee ed essere un polo di attrazione pubblico. Deve comporsi di uno spazio collettivo, di luoghi specifici, di atelier e locali tecnici, una biblioteca, un ristorante, oltre ovviamente a due sale per lo spettacolo: una «frontale» da 500 posti, laltra modulare da 300; il tutto per una superficie utile di circa 9.200 mq.
Il progetto vincitore è dello studio parigino Fres architects di Laurent Gravier e Sara Martin Camara insieme allo studio di scenografia Changement à vu. Lidea vincente è di far penetrare lo spazio pubblico della grande piazza nellambito del teatro, dissolvendo il confine tra vita dello stesso e città. Ledificio offre un unico profilo sullo spazio urbano e lo connota con discrezione, senza eccessiva monumentalità: attributi molto apprezzati dalla giuria. La macchina teatrale, officina quotidiana, si apre allesterno con la sua trasparenza che mette in mostra le attività propedeutiche allo spettacolo, favorendo così le condizioni di lavoro con luce naturale. Secondo posto per il francese Maxime Busato con Kanju, autore di un passaggio coperto sfociante nel parvis del teatro, inteso come spazio intimo ma carente in apertura verso lesterno. Terzi classificati lAtelier Jean Nouvel e ducks scéno, con un teatro inviluppato da facciate in policarbonato traslucido, per unimmagine unitaria e riconoscibile come istituzione pubblica ma fin troppo imponente. Il quarto premio va a Ponts 12 architectes di Losanna con Art Scéno e Philippe Warrand: una soluzione a impatto ridotto, con una parte degli spazi ricavati nel sottosuolo. Gli italiani Emmeazero studio associato con Dari automazioni, quinti, convincono la giuria con la semplicità del volume proposto, la scala del progetto e lintegrazione nel contesto urbano, rispettosa del costruito e dei programmi urbani futuri. Una menzione ai losannesi Designlab-architecture con Architecture et technique.
Il costo di realizzazione è stimato a 70 milioni di franchi svizzeri e, se tutto andrà come previsto, la prima rappresentazione dovrebbe calcare le scene nel 2016. Già, perché ora la costruzione del teatro è subordinata allesito di un referendum pubblico riguardante lintera area di trasformazione delle Eaux vives, in calendario il 29 novembre.
Il denaro messo in gioco per il concorso (cioè investito dagli studi, di cui 9 ammessi alla seconda fase) comporta una spesa compresa tra 30.000 e 50.000 franchi a progetto, cui si deve aggiungere il montepremi di 320.000 franchi. Vale a dire enormi investimenti e produzione di lavoro a fondo perduto ma non per questo dispersi poiché, per i ginevrini, che hanno potuto vedere la mostra dei progetti, è stata eletta lidea migliore, con ricco margine di scelta, per la città.
Articoli recenti
- Moda, lo spazio magico delle sfilate 11 Novembre 2025
- L’insostenibilità della parola sostenibilità. Non usiamola più! 10 Novembre 2025
- Tragico crollo nella Torre dei Conti: no a scelte frettolose 8 Novembre 2025
- Jean Prouvé double face: tra valorizzazione e conservazione 5 Novembre 2025
- Un grande, raffinato, magazzino per rivoluzionare l’agricoltura 5 Novembre 2025
- La migliore architettura: politicamente corretta, poche sorprese e archistar 5 Novembre 2025
- Vitra Campus, Balkrishna Doshi celebra il silenzio 5 Novembre 2025
- Il porto di Marsiglia ha il suo nuovo, vecchio, faro 4 Novembre 2025
- Impermeabilizzazione del terrazzo: Icobit Italia il tuo alleato 4 Novembre 2025
- Il Museo più grande, simboli e nazionalismo: l’Egitto si celebra 3 Novembre 2025
- Forma e relazioni in mostra alla Sapienza 3 Novembre 2025
- Ritratti di città. Hanoi, topografie del cambiamento 29 Ottobre 2025
- Smart vs Green: una sola intelligenza non basta 29 Ottobre 2025
- Dolci attese: forme che misurano il tempo 28 Ottobre 2025
Tag
Edizione mensile cartacea: 2002-2014. Edizione digitale: dal 2015.
Iscrizione al Tribunale di Torino n. 10213 del 24/09/2020 - ISSN 2284-1369
Fondatore: Carlo Olmo. Direttore: Michele Roda. Redazione: Cristiana Chiorino, Luigi Bartolomei, Ilaria La Corte, Milena Farina, Laura Milan, Arianna Panarella, Maria Paola Repellino, Veronica Rodenigo, Cecilia Rosa, Ubaldo Spina. Editore Delegato per The Architectural Post: Luca Gibello.
«Il Giornale dell’Architettura» è un marchio registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. all’associazione culturale The Architectural Post; ilgiornaledellarchitettura.com è un Domain Name registrato e concesso in licenza da Società Editrice Allemandi a r.l. a The Architectural Post, editore della testata digitale, derivata e di proprietà di «Il Giornale dell’Architettura» fondato nell’anno 2002 dalla casa editrice Umberto Allemandi & C. S.p.A., oggi Società Editrice Allemandi a r.l.
L’archivio storico
CLICCA QUI ed effettua l’accesso per sfogliare tutti i nostri vecchi numeri in PDF.
© 2025 TheArchitecturalPost - Privacy - Informativa Cookies - Developed by Studioata























