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Written by: Professione e Formazione

In arrivo a Mestre: nome in codice «M9»

MESTRE. Con la firma dell’Accordo di programma tra Regione Veneto, Comune, Direzione regionale, Soprintendenza e Fondazione di Venezia, il 15 dicembre si è perfezionato l’iter autorizzativo per la realizzazione di un nuovo polo culturale nel centro di Mestre: il cosiddetto «M9». Si tratta di un progetto di rigenerazione urbana che potrebbe segnare una svolta decisiva sia per il futuro della città, sia nelle strategie della Fondazione che, oltre a finanziare l’opera con un investimento di 100 milioni, assumerà la gestione del complesso.
L’idea comincia a delinearsi nel 2005, quando con un’unica denominazione «in codice» si sceglie di riassumere una pluralità di funzioni: un museo dedicato alla storia del Novecento, uno spazio espositivo per allestimenti temporanei, una mediateca-archivio, un auditorium e altri servizi al pubblico. L’area prescelta è quella tra le vie Poerio, Pascoli e Brenta Vecchia: oltre 9.000 mq di proprietà della Fondazione di Venezia già inclusi in un piano di recupero d’iniziativa pubblica e attualmente comprendenti due presidi militari dismessi e un terzo lotto (immobile Poerio-Brenta Vecchia), occupato da uffici. Secondo quanto sottoscritto, nell’Accordo rientrano i 6.900 mq complessivi delle ex caserme Matter (sottoposta a vincolo e destinata a commerciale) e Pascoli (dove sorgerà il polo museale), più alcune porzioni di verde pubblico. L’intervento in questi due lotti sarà oggetto di un imminente concorso internazionale a inviti. Escluso inoltre dal protocollo l’attuale centro culturale ricavato nella chiesa cinquecentesca di Santa Maria delle Grazie: un accordo in fase di definizione con la Curia patriarcale dovrebbe trasformarlo in un auditorium da 240 posti.
Ma il fulcro dell’articolato intervento e del concorso sarà il polo museale: una superficie di 8.000 mq per un’altezza massima di 30 m al posto della caserma Pascoli destinata a demolizione, cui se ne aggiungeranno altri 2.700 interrati per parcheggi e locali tecnici. Il concept museografico, in fase di elaborazione, è seguito da Guido Guerzoni, docente dell’Università Bocconi, e si articola in cinque sezioni dedicate alla storia sociale, economica, urbana, culturale e ambientale italiana del xx secolo. Dopo un’analisi su 600 musei internazionali costruiti dal 1995 a oggi, «M9» punterà soprattutto sull’utilizzo d’installazioni interattive e multisensoriali per catturare l’attenzione del pubblico più giovane. Nelle parole del sindaco Massimo Cacciari, «M9» potrebbe divenire «un momento-simbolo per il rilancio della qualità architettonica e urbana di una città “nuova”, un’occasione decisiva per la trasformazione in una grande e vivace capitale europea di quella che fu chiamata “una periferia dormitorio”».
Nel frattempo, la Fondazione procede secondo uno stringato cronoprogramma: è attesa nelle prossime settimane la conferenza stampa in cui verranno svelati i nomi dei sei studi internazionali di architettura, selezionati con la consulenza scientifica di Francesco Dal Co, dell’Università Iuav. A maggio è prevista la presentazione dei progetti preliminari e nel 2011 l’avvio dei lavori: «M9» potrebbe aprire già nel 2014.

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Last modified: 27 Aprile 2017