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Denis BocquetWritten by: Città e Territorio

Singapore, 50 anni di case per tutti

SINGAPORE. Quest’anno la piccola repubblica asiatica si appresta a festeggiare il cinquantesimo anniversario del suo Housing and Development Board (Hdb), l’ente statale che ha condotto, sin dalla sua fondazione nel 1960 durante una delle tappe che hanno portato all’indipendenza (prima dalla Gran Bretagna e poi dalla Malaysia), la realizzazione di uno dei pilastri dell’ideologia della città-stato: la quasi totale generalizzazione delle case popolari. Oggi, circa l’85% della popolazione vive in una casa costruita e gestita dall’Hdb.
In questo tempio del capitalismo asiatico, dove la densità supera i 4.000 abitanti per kmq e dove più della metà del territorio è già stata consumata per usi urbani, può sorprendere il fatto che lo Stato si sia così intensamente impegnato nella costruzione e gestione di un parco immobiliare collettivo. Ovviamente, non si tratta di una forma socialista di edilizia sociale, anche se Lee Kuan Yew, fondatore della repubblica nel 1965, dovette riprendere una parte dell’eredità dei suoi avversari del Labour Party: la maggior parte delle case è venduta agli abitanti (sotto forma di leasing per 99 anni) con prestiti agevolati dal Central Provident Fund. Ma tutto il progetto sociale singaporiano è stato sviluppato sulla base dell’idea di un accesso facilitato alla casa e del rifiuto della costituzione di ghetti etnici.
Al momento della sua fondazione, l’Hdb sostituisce il Singapore Improvement Trust, costituito ai tempi della colonizzazione inglese, nel 1927. All’inizio degli anni cinquanta, il Trust aveva deciso di sperimentare nell’isola, a Queenstown, il modello della new town. L’Hdb farà propria l’idea costruendo in tutto 22 new towns, che ospitano oggi circa 2,5 milioni di abitanti. Le più grandi, Bedok, Jurong e Tampines contano più di 200.000 abitanti ciascuna. Ma all’inizio degli anni sessanta non si trattava solamente di alloggiare la popolazione e risolvere il problema degli slums: Singapore doveva anche inventare uno strumento di regolazione delle tensioni etniche capace di scongiurare il pericolo di violenze tra comunità (cinese e malay principalmente). La mixité etnica viene formalizzata nel 1980, con quote e regole precise.
Sotto la direzione di Lim Kim Sam, personaggio chiave della prima fase dell’attività dell’Hdb negli anni sessanta, più di 50.000 appartamenti furono costruiti nel primo quinquennio, durante il quale l’Hdb consolidò il suo ruolo congiunto di ente di pianificazione urbana e di edilizia sociale. Durante le fasi più intense della sua attività, questa struttura ha assorbito più del 40% del budget totale del Paese, sotto forma di prestiti rimborsabili. Durante gli anni ottanta, sotto la direzione di Liu Thai Ker, l’Hdb è pressoché riuscito a risolvere la questione casa, raggiungendo la cifra complessiva di più di 500.000 appartamenti.
Ora però si pongono nuovi problemi, come la necessaria manutenzione delle unità immobiliari costruite durante gli anni sessanta e settanta, l’invecchiamento della popolazione e il suo arricchimento, che induce a nuove esigenze. Durante gli anni novanta, l’Hdb ha quindi sviluppato diversi programmi di miglioramento delle prestazioni per rispondere all’evoluzione sociologica della popolazione. Ma oggi, dopo la riforma del 2003 che lo ha trasformato in una società di diritto privato (Surbana), si aprono nuove questioni, e le celebrazioni del cinquantenario sono un’occasione per affrontare dibattiti inediti. Le riviste locali, come «Singapore Architect», hanno già cominciato a dedicare numeri speciali all’evento (A Massive Change. Public Housing for a Nation, n. 252). Tra le sfide che Singapore dovrà affrontare nei prossimi anni, spuntano quella dell’invenzione di un modello di città sostenibile seguendo l’eredità dell’Hdb, quella della costruzione di unità ad altissima densità per rispondere alla crescita urbana (come a Duxton Plain, dove sta sorgendo un insieme di torri collegate da passerelle per realizzare spazi pubblici in altezza), e quella dell’inserimento nel mercato immobiliare delle case Hdb. Restano da affrontare anche le questioni sul ruolo dello Stato nella regolazione sociale, sulla governance urbana e, più in generale, sulla costruzione di una società democratica.

Autore

  • Denis Bocquet

    Nato nel 1970 a Grenoble, ha studiato a partire dal 1990 presso l'Ecole normale supérieure di Fontenay Saint Cloud, si è laureato nel 1992 alla Sorbona e ha poi conseguito il dottorato di ricerca. È docente ordinario di Storia e teoria dell'architettura e dell'urbanistica presso l'Ecole nationale supérieure d'architecture di Strasburgo. Ha vissuto e insegnato a Firenze, Roma, Aix-en-Provence, Dresda, Tours e Parigi. Scrive per «Il Giornale dell'Architettura» sin dalla nascita della testata, nel 2002. Dal 2004 vive a Berlino.

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Last modified: 17 Luglio 2015