Curata da EM2N, Ilka e Andreas Ruby, la mostra “Together! The New Architecture of the Collective” presso il Campus Vitra a Weil am Rhein fino al 10 settembre
WEIL AM RHEIN (GERMANIA). All’interno del Campus Vitra, luogo magico per architetti e designer, la nuova mostra inaugurata presso il Design Museum è dedicata straordinariamente all’architettura: Il tema del co-housing, ben espresso nel titolo “Together! The New Architecture of the Collective” e poco affrontato in Italia, sta tornando di grande interesse, dati anche i rapidi e continui cambiamenti della nostra società e delle sue necessità. Attraverso alcuni progetti internazionali vengono messe in evidenza le potenzialità di sistemi residenziali che potrebbero forse meglio soddisfare le nuove esigenze dell’abitare, dove sempre più spesso le persone vivono in situazioni distanti dalla tradizionale struttura familiare.
La mostra, divisa in quattro parti, inizia con un breve percorso storico che racconta gli ideali abitativi ad ispirazione sociale dal XIX secolo in poi, come ad esempio il falansterio di Charles Fourier (1772–1837), la colonia Monte Verità in Ticino (primi decenni del ‘900), la Città libera di Christiania di Copenaghen (1971) o la Cooperativa Karthago di Zurigo. I filmati storici mostrano i movimenti di protesta in difesa dello spazio abitabile, mentre nelle tavole, che allestitivamente ricordano dei pannelli di protesta, vengono illustrate le soluzioni progettuali sviluppate all’epoca.
La seconda parte, estremamente didattica, ci ricorda quanto sia fondamentale guardare le cose attraverso le ricostruzioni in scala (soprattutto nelle mostre di architettura), per meglio capire il funzionamento degli spazi; 21 modelli di grande formato, inerenti progetti odierni di edilizia residenziale, vengono ricomposti insieme in una grande installazione a formare uno spaccato di città immaginaria. Gli esempi riguardano Berlino, Zurigo, Los Angeles, Tokyo e Vienna; ed è interessante vedere come la città e lo spazio abitabile, il pubblico e la sfera privata si amalgamino in modo nuovo abbandonando ogni separazione.
Dal modellino si passa poi al reale, nella terza parte dell’esposizione, in cui ci si immerge in un modello in scala 1:1 di un appartamento tipo di un collettivo abitativo, attraversando le sue aree comuni e le stanze private. Planimetrie e note informative spiegano come sia possibile abitare concretamente in comune. A completamento, le fotografie di Daniel Burchard documentano le nuove forme di vita associata in otto progetti realizzati di co-housing.
Si parla invece, più concretamente di fattibilità, di economia e di “numeri” nell’ultima parte della mostra allestita come uno spazio cooperativo di lavoro (co-working) che illustra concretamente cinque progetti realizzati: la Sargfabrik a Vienna, il Zwicky-Süd a Zurigo, La Borda a Barcellona, R50 a Berlino e Apart-ments with a Small Restaurant a Tokyo.
In conclusione, questi progetti si presentano come veri e propri laboratori di sviluppo sociale che mettono alla prova anche i nuovi collegamenti tra abitazione e lavoro, divenuti ormai possibili anche grazie alla digitalizzazione.
P.S. Per chi non l’avesse ancora fatto, suggeriamo anche la visita dello Schaudepot Vitra, progetto griffato Herzog & de Meuron, un po’ deposito un po’ museo, sorto con lo scopo di rendere accessibile al pubblico la collezione del Vitra Design Museum che comprende attualmente circa 20.000 pezzi. Quasi impossibile quindi, per un progettista, non essere colpiti dalla sindrome di Stendhal nella prima sala con l’esposizione permanente di circa 430 icone della storia del design del mobile.
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La mostra
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Together! The New Architecture of the Collective
a cura di Ilka e Andreas Ruby; Daniel Niggli, Mathias Müller (EM2N)
Charles-Eames-Strasse 2
Weil am Rhein, Germania
3 giugno – 10 settembre 2017
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allestimenti , mostre
Last modified: 16 Giugno 2017