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Michele RodaWritten by: Reviews

Enric Miralles e Michel Kagan, la fatica della ricerca

A confronto le pubblicazioni su due protagonisti del dibattito architettonico europeo recente, le cui traiettorie di vita sono accomunate da analogie e sovrapposizioni, anche tragiche

 

Dialogo VS analisi tipologica, frammento VS struttura. Sono due libri recenti a raccontare in maniera esemplare le storie di Enric Miralles e Michel Kagan, tra i più significativi architetti europei tra fine Novecento e primi Duemila. Barcellonese il primo parigino il secondo, le loro traiettorie di vita sono accomunate da analogie e sovrapposizioni, anche tragiche. Quasi coetanei (Miralles nasce nel 1955, Kagan 2 anni prima), entrambi sono prematuramente scomparsi per malattia (rispettivamente nel 2000 e nel 2009) dopo intense esperienze di progettisti a tutto tondo: costruzione, insegnamento, ricerca.

Ad affiancarli, nella vita e nel lavoro, due donne colleghe: l’italiana Benedetta Tagliabue e Nathalie Régnier. Sono loro a firmare (la prima come presidente della Fondazione Enric Miralles, la seconda come curatrice di Kagan Architectures) le pubblicazioni che – anche nelle scelte grafiche e nei contenuti – interpretano e comunicano approcci e metodologie radicalmente diversi, quasi opposti, al fare architettura.

Conversaciones con Enric Miralles è un piccolo volume, sia nel formato che nel numero di pagine. Una sola fotografia – in copertina, un’immagine quasi eroica dell’architetto – e una serie di schizzi autografi all’interno. I testi raccolti sono cinque, tra interviste e brevi estratti. Raccontano i processi più che i progetti.Tutti i materiali del libro sono organizzati – scrive il curatore Carles Muro nell’introduzione – intorno all’idea che la conversazione era la forma di conoscenza naturale di Miralles; conversazione con i collaboratori o con gli studenti, ma anche con la storia e con i differenti luoghi in cui si è trovato a lavorare”. Dalle parole e dalle citazioni la dimensione di un’incessante ricerca.Non c’è un’investigazione che finisce e un’altra che inizia, senza una sorta di continuità”, dice Miralles in interviste qui riproposte. Racconta come una sua fonte di riflessione e d’ispirazione sia il percorso artistico di Alberto Giacometti: è il 1964 quando lo scultore e pittore svizzero s’incontra per ben 18 volte con lo scrittore americano James Lord. Dovrebbero essere semplici sedute per un ritratto, diventano profonde occasioni per ragionare sull’arte. “Non credo che il processo di un progetto si produca come nel caso di Giacometti, però mi colpisce molto la precisione con la quale è stato descritto: i problemi, le difficoltà, gli avvicinamenti, le ripetizioni, il tornare indietro… il contrario di una linea retta”, scrive Miralles. Un percorso tortuoso che Tagliabue descrive in apertura: “Lavorava e ricercava, giorno dopo giorno, però non era mai soddisfatto del risultato finale”.

Quel risultato finale – il progetto realizzato – che invece pervade (con centinaia di fotografie e disegni tecnici) le pagine della pubblicazione dedicata a Kagan. Il libro lo restituisce non solo nella sua dimensione personale ma come fondatore dello studio parigino Kagan Architectures, ora guidato da Régnier. La quale, nell’introduzione definisce i contorni della pubblicazione: “Soprattutto, e in una maniera didattica, ho voluto che questo libro esprimesse l’importanza del lavoro di Michel. Piante e sezioni sono sempre rappresentate. Le assonometrie, considerate vitali, così come i continui rimandi tra prospettive e schizzi e i modelli rivelano l’esigenza di usare tutti gli strumenti della rappresentazione per progettare gli spazi di vita, in un’integrazione che interpreta la complessità del mondo contemporaneo”. Il volume si costruisce così come un’opera monografica, ricca e intensa, introdotta da tre saggi, di Jean-Louis Cohen, Kenneth Frampton e Franco Purini, il quale scrive: “I suoi edifici sono il risultato di una chiarissima filosofia teorica e di un’attitudine alla composizione che colpisce per molte ragioni e che ha contribuito ad una significativa e probabilmente duratura evoluzione dell’architettura contemporanea, non solo in Francia”. Le schede illustrano 25 opere realizzate in 30 anni, alcune concluse dopo la morte di Kagan. Sono in buona parte interventi residenziali – il vero campo di battaglia dello studio parigino – che lavorano sull’integrazione dell’edificio plurifamiliare con le caratteristiche qualitative della casa singola. La rassegna è completata da 37 progetti di concorso. Sono questi a testimoniare la continua ricerca, quella fatica che accomuna – pur da angolature diverse – Kagan e Miralles, nel loro ruolo di originali interpreti del passaggio tra modernità e contemporaneità.

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Conversaciones con Enric Miralles, a cura di Carles Muro, 96 pagine, Editorial Gustavo Gili, Barcellona 2016, 12 €, spagnolo
Kagan Architectures 1986-2016, a cura di N. Régnier-Kagan, 316 pagine, Ante Prima – AAM éditions, Parigi 2016, 24  €, francese/inglese

Autore

  • Michele Roda

    Nato nel 1978, vive e lavora a Como di cui apprezza la qualità del paesaggio, la tradizione del Moderno (anche quella svizzera, appena al di là di uno strano confine che resiste) e, soprattutto, la locale squadra di calcio (ma solo perché gioca le partite in uno stadio-capolavoro all’architettura novecentesca). Unisce l’attività professionale (dal 2005) come libero professionista e socio di una società di ingegneria (prevalentemente in Lombardia sui temi dell’housing sociale, dell’edilizia scolastica e della progettazione urbana) a un’intensa attività pubblicistica. È giornalista free-lance, racconta le tante implicazioni dei “fatti architettonici” su riviste e giornali di settore (su carta e on-line) e pubblica libri sui temi del progetto. Si tiene aggiornato svolgendo attività didattica e di ricerca al Politecnico di Milano (dove si è laureato in Architettura nel 2003), confrontandosi soprattutto con studenti internazionali. Così ha dovuto imparare (un po’) l’inglese, cosa che si rivela utilissima nei viaggi che fa, insieme anche alla figlia Matilde, alla ricerca delle mille dimensioni del nostro piccolo mondo globale

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Last modified: 16 Dicembre 2016