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Biblioteche, dove le mettiamo?

Un campus dove c’era l’Italgas…
La trasformazione delle aree ex Italgas, ai margini del centro storico tra corso Regina Margherita e il fiume Dora, inizia nel 2004, quando l’Università degli Studi di Torino bandisce un concorso internazionale per la realizzazione delle sedi delle facoltà di Giurisprudenza e di Scienze politiche. L’iniziativa è parte di un più ampio programma di riorganizzazione delle proprie sedi avviato dall’Ateneo a fine anni novanta, quando acquisisce le aree dismesse (con i due gasometri a memoria del passato industriale) e ne immagina la trasformazione in campus. Di qui la realizzazione delle residenze universitarie, inaugurate nel 2006 come villaggio per i giornalisti durante i Giochi olimpici invernali. Il progetto del campus è del gruppo guidato da Foster & Partners (con Benedetto Camerana, Tecnimont [ex Fiatengineering, mandataria], Mellano Associati, Giugiaro Architettura e Icis): una serie di volumi trasparenti e curvilinei attorno a una grande piazza circolare, connessi da un’unica copertura ondulata, luminosa e sospesa. Al loro interno trovano spazio le due facoltà con i relativi dipartimenti e i laboratori linguistici, i servizi per gli studenti e la grande biblioteca interdipartimentale, affacciata sul fiume. Gli edifici sono scanditi da passaggi aperti che collegano le aree pubbliche al giardino interno. La consegna del progetto esecutivo avviene nel 2006, tre anni dopo si apre il cantiere. I lavori dovrebbero terminare nel 2012 per un costo di circa 70 milioni.

… e nei paraggi forse arriva quella di Bellini
Doveva sorgere sui terreni dell’ex Westinghouse in Spina 2, di fronte alle Officine grandi riparazioni: ora la nuova Biblioteca civica (30.000 mq, circa un milione di volumi a disposizione di 5.000 frequentatori giornalieri attesi) progetto di Mario Bellini Architects vincitore di concorso nel 2001, dovrebbe «atterrare» in Lungo Dora Firenze, di fronte al campus nell’ex Italgas, rafforzandone il carattere di quartiere universitario. È l’ultimo colpo di scena dopo le molte polemiche di fronte a un progetto da 240 milioni (di cui 12 già pagati al progettista) rimasto finora sulla carta. Motivo del cambiamento di scenario: la Fondazione Crt, promotrice del progetto di riconversione delle Ogr, avrebbe chiesto in concessione alla Città le aree dapprima destinate alla biblioteca, per metterle a sistema con il nuovo polo culturale previsto nelle ex Officine e il centro congressi da realizzare nell’ex Westinghouse.

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Last modified: 3 Settembre 2015