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Lucia Pierro e Marco ScarpinatoWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Il nuovo corso di Porto

Ritratti di città. Il nuovo corso di Porto

A seguito di una coerente trasformazione urbana attuata nell’arco dell’ultimo ventennio, oggi Porto figura tra le capitali europee della creatività

 

Grazie all’integrazione di vari programmi di riqualificazione e di finanziamenti soprattutto europei, negli ultimi vent’anni Porto ha attuato una coerente trasformazione urbana e oggi, malgrado la crisi, la borghese capital do norte, oltre a svilupparsi economicamente e socialmente, ha conquistato un ruolo di primo piano tra le capitali europee della creatività. Secondo Álvaro Siza il fascino di Porto sta nella sua disponibilità a essere scoperta in modo sempre diverso. Esemplificativa di quest’attitudine è la sua Facoltà di Architettura che, adagiandosi su un terreno terrazzato tra la foce del fiume Douro, la via Panoramica e il ponte di Arrabida, restituisce una dimensione paesaggistica che è raro trovare in istituzioni simili.

 

Spazio pubblico e opere griffate

Dal 1996 il centro storico fa parte dei siti Unesco.

Così, dopo decenni di abbandono, il Comune, collaborando con i privati, ha avviato il recupero del quartiere di Ribeira che, con le sue vedute e i salti di quota, restituisce il carattere della città. Un altro motore della rigenerazione urbana è stato il progetto Porto 2001 – Capital Europeia da Cultura che, parallelamente agli eventi culturali, ha destinato diversi fondi per riqualificare gli spazi pubblici. Questo ha permesso il recupero dei Jardim da Cordoaria, di Praça da Batalha e di Praça de D. João I; la realizzazione di spazi culturali come il Centro di Fotografia, il Museo Soares de Réis, il Teatro San João, il Teatro Carlo Alberto e la realizzazione della Casa da Música progettata da Rem Koolhaas dopo la vittoria al concorso bandito nel 1999. Posta nella rotonda di Boavista, al margine del centro storico, la sala da concerti ha avviato il processo d’internazionalizzazione e il superamento delle forme asciutte che identificano l’architettura locale. Il nuovo corso è rappresentato – tra gli altri – dalla sede Vodafone progettata da Barbosa & Guimarães, un edificio di otto piani caratterizzato da un guscio scultoreo in calcestruzzo. In questo solco s’inserisce anche il nuovo Porto Leixões Cruise Terminal progettato da Luís Pedro Silva Arquitecto nella vicina Matosinhos e terminato nel 2015.

Aperto nel 1999, il Museu de Arte Contemporânea progettato da Álvaro Siza nel parco Serralves è tra le principali istituzioni culturali. Qui, a giugno, è stata anche inaugurata la nuova Casa do Cinema Manoel de Oliveira, un altro progetto di Siza composto da un vecchio garage riconvertito e da un nuovo edificio che ospitano l’archivio del regista, gallerie espositive, una biblioteca e gli uffici. La presenza di quest’importante polo culturale vicino a un quartiere di edilizia popolare esemplifica l’attitudine a evitare la ghettizzazione sociale e restituisce un’idea di città decorosa e coesa. Ai margini del parco Serralves c’è anche il Lycée Français International dove, nel 2014, sono stati inaugurati il padiglione d’ingresso e la scuola primaria progettati da Nuno Valentim con Frederico Eça che, nel 2017, hanno anche concluso l’intervento di restauro di Casa Sofia e delle serre del Giardino botanico.

La riqualificazione di Praça de Lisboa curata da Balonas & Menano e inaugurata nel 2013 esemplifica l’attitudine portoghese a rileggere la storia e l’identità del luogo attraverso il progetto dello spazio pubblico. L’intervento, realizzato su un preesistente parcheggio interrato attiguo al Museu de História Natural, è sia uno spazio commerciale attraversato da un percorso pedonale rivolto verso la Torre dei Clérigos, sia un giardino posto in copertura di fronte al giardino Cordoaria e a Praça Gomes Teixeira.

 

Il Programma Polis

Attivo in 20 città portoghesi dal 2001, il Programma è stato fondamentale per realizzare una serie d’interventi di riqualificazione dei waterfront e del riverfront che, a seconda dei casi, hanno riguardato il recupero di aree industriali dismesse e la valorizzazione del patrimonio urbano e naturale. Curato da Manuel Solá-Morales, il Programma Polis di Porto 
si è concentrato sulla riqualificazione del fronte atlantico con un intervento complementare al programma Porto 2001 e al Piano d’intervento per le aree Unesco. Curato da Eduardo Souto de Moura, il programma Polis della vicina Matosinhos ha invece puntato su una piattaforma in pietra locale per pedoni, ciclisti e skater, completata da rampe e accessi al mare. Del 2014 è il Marina Douro a Vila Nova de Gaia progettato da Barbosa & Guimarães nell’ambito della riqualificazione dell’area tra il fiume e l’oceano. I tre edifici a servizio del porto turistico includono un programma pubblico con uffici, sale conferenze, spazi commerciali, ristorante e palestra.

 

La trasformazione delle aree dismesse

La crisi del settore produttivo di quella che fin dal XVII secolo è stata la città più industrializzata del paese ha implicato la dismissione di un importante patrimonio industriale che oggi è sempre più oggetto d’interventi di trasformazione urbana. Emblematica è stata l’apertura nel 2017 della Casa da Arquitectura progettata da Guilherme Machado Vaz nella Real Companhia Vinícola edificata tra il 1897 e il 1901. L’istituzione svolge con successo il suo ruolo divulgativo, rivolgendosi anche a scolaresche e cittadini, ospitando inoltre l’Archivio Nazionale d’Architettura con modelli, disegni e altri materiali di architetti portoghesi tra cui Fernando Távora, João Álvaro Rocha e i due premi Pritzker Siza e Souto de Moura, oltre a sottolineare i legami con il Brasile nelle figure di Oscar Niemeyer, Paulo Mendes da Rocha e Roberto Burle Marx.

Iniziata ad aprile 2019, la trasformazione del Matadouro (mattatoio) progettata da Kengo Kuma con i portoghesi OODA è l’esito della vittoria al concorso internazionale bandito dalla Câmara do Porto per recuperare il complesso di 20.500 mq in disuso dal 1990, «ristabilire l’importanza del sito nella rete culturale, imprenditoriale e sociale della città» e definire una nuova centralità per le 16 municipalità dell’Area metropolitana. Il nuovo centro culturale è caratterizzato dall’ampio tetto rivestito di ceramica rossa che connette gli edifici sottostanti destinati a gallerie, museo, biblioteca e vari spazi per il tempo libero. In corrispondenza dell’ingresso principale, un ponte pedonale con un giardino belvedere collegherà il polo culturale allo stadio di calcio e alla stazione della metropolitana.

Di recente sono anche iniziati i lavori per realizzare la Residência António Granjo progettata da Fragmentos de Arquitectura; in un’area dismessa vicina all’antica Escola Secundária Alexandre Herculano saranno ospitati 16 appartamenti e 200 alloggi per studenti, mentre il disegno degli spazi pubblici integrerà le preesistenze rileggendone l’identità industriale.

Parallelamente al recupero del patrimonio preesistente, la modernizzazione della città include il potenziamento della metropolitana inaugurata nel 2002; l’ampliamento connetterà varie parti della città con l’Università che, negli ultimi anni, ha assunto una dimensione sempre più internazionale, diventando motore di una piattaforma capace di collegare ricerca, design, management e mondo della produzione.

Autore

  • Lucia Pierro e Marco Scarpinato

    Scrivono per «Il Giornale dell’Architettura» dal 2006. Lucia Pierro, dopo la laurea in Architettura all'Università di Palermo, consegue un master in Restauro architettonico e recupero edilizio, urbano e ambientale presso la Facoltà di Architettura RomaTre e un dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici al Politecnico di Milano. Marco Scarpinato è architetto laureato all'Università di Palermo, dove si è successivamente specializzato in Architettura dei giardini e progetto del paesaggio presso la Scuola triennale di architettura del paesaggio dell'UNIPA. Dal 2010 svolge attività di ricerca all’E.R. AMC dell’E.D. SIA a Tunisi. Vive e lavora tra Palermo e Amsterdam. Nel 1998 Marco Scarpinato e Lucia Pierro fondano AutonomeForme | Architettura con l'obiettivo di definire nuove strategie urbane basando l'attività progettuale sulla relazione tra architettura e paesaggio e la collaborazione interdisciplinare. Il team interviene a piccola e grande scala, curando tra gli altri progetti di waterfront, aree industriali dismesse e nuove centralità urbane e ottenendo riconoscimenti in premi e concorsi di progettazione internazionali. Hanno collaborato con Herman Hertzberger, Grafton Architects, Henning Larsen Architects e Next Architect. Nel 2013 vincono la medaglia d'oro del premio Holcim Europe con il progetto di riqualificazione di Saline Joniche che s'inserisce nel progetto "Paesaggi resilienti" che AutonomeForme sviluppa dal 2000 dedicandosi ai temi della sostenibilità e al riutilizzo delle aree industriali dismesse con ulteriori progetti a Napoli, Catania, Messina e Palermo. Parallelamente all'attività professionale il gruppo sviluppa il progetto di ricerca "Avvistamenti | Creatività contemporanea" e cura l'attività di pubblicistica attraverso Plurima

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Last modified: 2 Settembre 2019