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Marco SpadaWritten by: Professione e Formazione Progetti

Liverpool School of Architecture, se il buongiorno si vede dal concorso

Liverpool School of Architecture, se il buongiorno si vede dal concorso

Il punto sull’edilizia universitaria nel Regno Unito con, in primo piano, il progetto di O’Donnell + Tuomey per l’ampliamento della Liverpool School of Architecture

 

LIVERPOOL (REGNO UNITO). L’attività edilizia del Regno Unito, nonostante i timori per la Brexit e una lieve contrazione fisiologica, sembra non conoscere crisi al momento, soprattutto nelle medie e grandi città. L’housing rimane il motore delle costruzioni, ma altri attori, come le istituzioni universitarie, sostengono con investimenti e progetti di qualità una buona parte dell’industria delle costruzioni. Questa politica d’investimenti è dettata in parte dalla natura semi-privatistica delle università, che si contendono studenti grazie alla qualità dei servizi, ma anche da un continuo adattamento di queste istituzioni alle differenti necessità culturali e sociali all’interno dei territori di riferimento.

 

Realizzazioni di qualità

Nel quinquennio 2013-2018 si sono realizzate diverse opere degne di nota, a firma di grandi nomi. Tra essi, il Research Hub della Glasgow University (progettato da HOK), la nuova facoltà di Health Sciences della Birmingham City University (Sheppard Robson), o ancora l’aaltiano Triangle Building per la University of Cambridge (Eric Parry). Accanto a queste esperienze si aggiungono i grandi cantieri di Londra: il nuovo edificio per studenti della University of Central London (Nicholas Hare Architects), e il Marshall Building della London School of Economics and Political Science progettato da Grafton Architects, studio noto in Italia per la sede dell’Università Bocconi e per aver curato la Biennale di Architettura di Venezia 2018. La maggior parte di questi progetti rivela un incremento della qualità architettonica e un’innovativa modulazione di spazi, definiti da un nuovo tipo di studente, più coinvolto nello studio in gruppo, più legato a device tecnologici e più partecipe della vita accademica.

 

Il caso della Liverpool School of Architecture

Tra questi, il più recente e quello che merita un approfondimento è il concorso per la nuova Scuola di Architettura della University of Liverpool, esperienza significativa e originale, soprattutto per il processo concorsuale. Infatti, l’articolato iter del concorso, in tre fasi, è stato concluso in tempi brevi (un solo anno accademico), dopo una lunga gestazione in cui la School of Architecture ha visto crescere i suoi studenti all’interno degli ambienti progettati negli anni ’30 da Sir Charles Reilly, poi rimodulati nel 1988 dagli architetti King e McAllister.

Il bando è stato costruito sulle esigenze degli studenti, attori del processo valutativo, e in stretta collaborazione con l’Estate Department, che ha puntato sullo strumento della competizione, modificando la tradizionale struttura del procurement. L’iniziativa, inoltre, collabora alla rinascita culturale di Liverpool: città che – virtuosamente – dopo l’esperienza di Capitale europea della cultura 2008, si è rinnovata con la creazione di spazi culturali e progetti indipendenti accanto ai poli delle tre grandi università.

Il progetto, che nel complesso conta un investimento di 23 milioni di sterline, dovrebbe concludersi nel 2023 e riguarda la realizzazione di un nuovo edificio a ridosso del modernista Leverhulme Building, opera di Reilly. Ai progettisti invitati è stata data libertà di agire in continuità o meno con l’esistente, prevedendone anche un’eventuale rimodulazione degli spazi.

L’iter di concorso è stato messo a punto da Marco Iuliano, professore associato della Scuola di Architettura, basandosi sul coinvolgimento degli studenti e su una giuria d’eccezione, presieduta da Kenneth Frampton (professore alla Columbia University) e composta da Maria Balshaw (direttrice della Tate), dall’architetto e teorico finlandese Juhani Pallasmaa e dall’architetto inglese Michael Wilford, partner di James Stirling (1926-1992; ex alunno della scuola). Gli studenti hanno analizzato i 18 progetti invitati alla prima fase, selezionandone, con l’ausilio dei docenti, 9, 6 dei quali sono infine stati scelti dal comitato universitario (comprensivo degli Estates) per la fase finale attraverso un’accurata analisi della qualità architettonica della loro precedente produzione: due per la loro rilevanza internazionale, due per le opere nel settore dell’edilizia accademica e due quali figure emergenti.

Il 6 giugno Grafton Architects, Eric Parry Architects, O’Donnell + Tuomey, Haworth Tompkins, 6a Architects e Carmody Groarke, sono stati invitati a illustrare pubblicamente le loro proposte a giurati, docenti e studenti della Scuola di Architettura. La giuria, infine, ha premiato all’unanimità gli irlandesi O’Donnell + Tuomey, progettisti della sede della London School of Economics. Il progetto, di particolare eleganza, ha proposto un nuovo edificio concepito non come semplice estensione, bensì come connessione tra l’area dei laboratori e i nuovi spazi per gli studenti, in un ambiente semi-domestico ed estremamente libero dal punto di vista della pianta. La giuria ha assegnato due menzioni speciali a 6a Architects ed Haworth Tompkins.

Autore

  • Marco Spada

    Architetto e urbanista, ha ottenuto il PhD in Architettura, teorie e progetto presso l’Università Sapienza di Roma con una tesi sul paesaggio postindustriale. È stato inoltre Honorary Associate presso il Department of Geography and Planning della University of Liverpool dove ha studiato le implicazioni delle dinamiche di rigenerazione industriale sull’ambiente urbano. Ha svolto attività di ricerca in Italia, Polonia, Kenya e Regno Unito. Specializzato in narratività urbana, sostenibilità ed economia circolare in ambienti urbani, attualmente è Lecturer in Architecture presso la University of Suffolk

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Last modified: 19 Giugno 2019