Nanterre, Aix-en-Provence e Bordeaux già realizzati e altri in progetto: ricognizione sulle nuove tipologie d’uso di edifici sportivi e per il tempo libero Oltralpe
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In Francia, tutti i principali programmi edilizi di servizi a carattere pubblico richiedono progetti seriali. Dopo gli stadi, i musei, le mediateche e gli zenith, ora è il tempo delle arene (Arenas), che vanno di moda anche altrove in Europa. Gli zenith sono legati a una sorta di marchio, controllato dal Ministero della Cultura, e sono dedicati esclusivamente allo spettacolo musicale, mentre le arene tengono conto anche della dimensione sportiva. Ispirate alle antiche strutture in cui il pubblico circonda la pista, le arene ospitano anche manifestazioni culturali, sportive ed eventi. La loro redditività è basata sulla modularità dei dispositivi d’allestimento e sull’ottimizzazione dell’uso durante tutto l’anno. Dopo due recenti inaugurazioni (a Aix-en-Provence con una partita di pallamano e a Nanterre con un concerto dei Rolling Stones, il 20 ottobre scorso), è il turno di quella Bordeaux il 24 gennaio con un concerto dei Dépêche Mode. Ma sono molte le città transalpine ad avere progetti sulla carta.
Nanterre
A due passi dalla Grande Arche alla Défense, l’U Arena nasce dall’idea di Christian de Portzamparc e dall’impegno dell’uomo d’affari Jacky Lorenzotti, presidente del club di rugby Racing 92: un investimento da 350 milioni che garantisce i primati europei del più grande campo coperto e della più grande sala per spettacoli. Con 40.000 posti in modalità concerto e 30.000 per appuntamenti sportivi, la sua sagoma supera quella dell’O2 Arena di Londra. Costruita dall’impresa Vinci, oltre alle partite del club Ile-de-France, ospiterà circa 30 eventi l’anno.
Originariamente pensato come stadio di rugby e poi divenuto anche sala per spettacoli in corso di progetto, l’edificio, delimitato da quattro strade sull’asse principale tra La Défense e Nanterre, rafforza l’attrattiva di un nuovo quartiere che conta 31.000 mq di uffici. Portzamparc ha inteso conferire all’involucro una morbidezza orizzontale grazie a una pelle di scaglie di vetro e alluminio che diffondono la luce sotto la linea stirata di alti gradini di cemento bianco. Entrando, sotto la volta – che raggiunge i 40 m – è esaltata l’immensità della sala. Tra gli elementi degni di nota: il prato sintetico che si copre di lastre e in undici ore si trasforma in palco teatrale; il comfort delle tribune, un’acustica che richiede attrezzature eccezionali e uno schermo gigante da 1.400 mq. Formato da quattro mega travi, il tetto poggia su una struttura di grande portata (150 x 110 m).
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Aix-en-Provence
Ai margini dell’autostrada Aix-Marsiglia, nella zona sud della città, l’arena ospita il locale club di pallamano e le competizioni sportive indoor di livello internazionale, oltre a spettacoli e concerti. Sotto l’egida del gruppo Fayat Bâtiment, il cantiere è costato 50 milioni su progetto di Christophe Gulizzi con i tedeschi Auer Weber.
Segnato dall’infrastruttura autostradale e dall’impatto della prigione di Luynes, tale settore in cui si sviluppano programmi abitativi e di uffici è un sito complesso che Fayat Bâtiment e Gulizzi conoscevano bene per aver già costruito il complesso “Z5” per Zinedine Zidane. Con l’arena, stavolta si trattava di generare un’identità urbana forte per il nuovo ingresso della città. Legame tra sport e cultura, l’edificio s’inserisce sobriamente nel vasto territorio seguendo un profilo collinare. Se l’intreccio degli anelli della parte alta simboleggia la dinamica e la tensione del gesto sportivo, la parte bassa interamente vetrata conferisce all’edificio l’amabilità di una scala umana portatrice di urbanità di fronte allo spazio pubblico della piazza, protetta da uno sbalzo di 12 m della copertura in corrispondenza dell’ingresso principale.
“L’arena“, afferma Gulizzi, “è un’architettura di piacere ed emozione, dove la nozione di facciata scompare a favore di una stratificazione di bande dinamiche, sovrapposte, come elogio del virtuosismo degli atleti alla ricerca del gesto perfetto. Questo involucro protettivo, realizzato con fasce di alluminio, riflette l’ambiente circostante e gli stati d’animo del tempo“.
Composto da due sale (“il calderone”, da 6.000 a 8.500 posti, e una sala adiacente), l’edificio poggia su uno zoccolo in cemento seminterrato. La struttura in elevato consiste principalmente di pilastri, travi di cemento e alcune parti in vele di cemento.
Un polo di scambio intermodale, 1.200 posti auto e 10 stalli per autobus completano l’intervento. Lagardère Sports & Entertainment è responsabile della gestione dell’impianto attraverso un contratto di Delegazione di servizio pubblico.
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Bordeaux
A dicembre, l’impresa Bouygues ha ufficialmente consegnato all’operatore, Lagardère Live Entertainment, la Métropole Arena: un enorme ciottolo di cemento bianco, depositato da Rudy Ricciotti sulla riva destra della Garonna, a Floirac. Il futuro ponte Jean Jacques Bosc collegherà presto le attrezzature al centro città. In un ordinato contesto residenziale, con la Garonna e, più lontano, il centro della comunità urbana di Bordeaux come orizzonte, la comunità ha scelto una localizzazione di prossimità.
Per l’arena, la sfida consisteva nell’ottimizzare la modularità della sala al fine di ospitare da 2.500 a 11.000 spettatori secondo circa 20 configurazioni, rispondendo a tutti i tipi di esigenze acustiche e sceniche. La forma sinuosa e morbida dell’edificio, il suo involucro di cemento grezzo e le aperture sparse sulla facciata creano un effetto dinamico e ritmato, evidenziato dalle variazioni cromatiche dell’illuminazione notturna. “Qui sono riuniti due monoliti minerali“, precisa Ricciotti, “uno zoccolo alto 7 m, allineato con l’Avenue Alfonséa, sostiene un prisma trapezoidale che culmina a 24 m. Queste due figure si fondono nei loro angoli nord-ovest e sud-est, sottolineando un distacco del volume del terreno: così si coglie l’evidenza del piazzale di accoglienza e la facciata dove è collocato l’accesso pubblico. Quando un tropismo primario dirige l’architettura solo verso il fiume, essa è orientata e si gira surrettiziamente verso il futuro ponte“.
La cifra è unitaria. I materiali visibili dallo spazio pubblico sono il cemento bianco regolarmente perforato e il vetro. Malleabile per natura, il cemento si piega ai cambiamenti di direzione dell’involucro. Sotto lo sbalzo, la pelle vetrata dello zoccolo mostra la vasta sala interna: una grande finestra che la connette con la città. Essendo l’edificio arretrato rispetto all’Avenue de la Garonne, l’interstizio piantumato con alberi ad alto fusto media la presenza monumentale dell’impianto, facilitandone l’accettazione da parte del vicinato.
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