Report dalla mostra alla Fabbrica del vapore che rientra nel circuito della XXI Triennale
MILANO. Fa un certo effetto uscire dalla Fabbrica del vapore e imbattersi, a qualche centinaia di metri, nei negozi di viale Sarpi, la China Town milanese. Perché – pur su livelli diversi – l’approccio, espositivo da una parte, commerciale dall’altro, è simile e risponde ad un preciso obiettivo: accumulare.
La mostra “New Craft” vuole infatti offrire al visitatore un’ampia rassegna del lavoro artigianale contemporaneo in quella che, per tanti versi, ne è una delle patrie. Cercando di far emergere la tensione tra gli aspetti tradizionali e materiali della produzione e quella rivoluzione tecnologica che ha modificato, modifica e modificherà strumenti, metodi, perfino i luoghi. “Oggi il lavoro artigiano conosce una nuova vita. Dopo essere stato a lungo confinato ai margini di una modernità che ha imposto la rigorosa separazione fra progetto e produzione, sperimenta una rinnovata legittimità economica e culturale”. Le parole del curatore Stefano Micelli in apertura del testo introduttivo del catalogo illustrano bene come l’esposizione voglia ricostruire i legami e le relazioni tra storia, innovazione e design. Mettendo il progetto al centro di un percorso che non rinuncia a divagazioni, mischiando prodotti e campi disciplinari eterogenei. Emerge una rivoluzione che porta l’artigiano ad uscire dalla propria bottega (dove custodire gelosamente i segreti del saper fare), lavorando sempre più spesso in aziende multinazionali che guardano a mercati globali e fanno della comunicazione uno degli aspetti principali.
L’esposizione interpreta questa fase di passaggio, disponendo i tanti oggetti in mostra (accomunati dal fatto di trasmettere un forte senso di bellezza) in due sezioni. La prima, di maggior impatto e fascino, trova spazio nella navata centrale della Fabbrica del vapore: otto installazioni – ciascuna firmata da un artista italiano – dipingono con oggetti appesi, alcuni in movimento grazie a leggere correnti di aria, teatralmente illuminati, alcuni settori chiave (dai tessuti alle biciclette, dall’abbigliamento agli occhiali). Queste presenze totemiche trovano invece – riorganizzate in diverse categorie (compaiono il legno, la produzione di gioielli, l’arredo) – un loro racconto più articolato e sistematico, anche attraverso video ed interviste, nelle navate laterali. Qui le storie dei grandi marchi della produzione artigianale sembrano sovrapporsi alla storia stessa di un Paese che li ha resi possibili proprio grazie ad una cultura del progetto in continua evoluzione. E che oggi ha bisogno di coinvolgere i nuovi mezzi della produzione.
New Craft (2 aprile – 12 settembre 2016)
Curatore: Stefano Micelli
Allestimento: Studio Geza
Grafica: Sebastiano Girardi e Matteo Rosso
Stefano Micelli (Udine, 1966) è dal 2003 professore associato di Economia e gestione delle imprese presso la Facoltà di Economia l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2000 al 2003 è stato professore associato di Economia e gestione delle imprese presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova. È dean di Venice International University e presso la stessa istituzione è direttore del centro di ricerca TeDIS (Technologies for Distributed Intelligence Systems). È inoltre presidente del COSES (Consorzio per la Ricerca e la Formazione) a Venezia. Le sue attività di ricerca si concentrano sul tema della competitività delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali. Si è occupato dei processi di diffusione delle nuove tecnologie nei distretti industriali italiani. Inoltre, ha analizzato i percorsi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali in relazione alla crescente globalizzazione dei processi economici. Più recentemente, ha studiato il tema del design e della creatività quali fattori sui quali ripensare il vantaggio competitivo delle piccole e medie imprese italiane. È autore di diversi articoli e volumi fra cui “Futuro Artigiano” (Marsilio, 2011), manifesto di un nuovo immaginario per l’industria italiana attraverso la possibile contaminazione virtuosa tra lavoro artigiano ed economia globale.
Sede: Fabbrica del vapore
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Milano , mostre , triennale milano
Last modified: 27 Luglio 2016
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