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Laura CerioloWritten by: Biennale di Venezia

Serbia: “Heroic – Free Shipping”

Serbia: “Heroic – Free Shipping”

Ai giardini della Biennale, il padiglione serbo suggerisce la presenza di un vascello fantasma dallo scafo blu o meglio della sua scia, spazio vuoto dove non è in mostra alcuna architettura ma dove il visitatore è chiamato a meditare sull’architettura e soprattutto ad immaginarla nelle sue molteplici libere declinazioni. L’intento è arduo ma chi vi riesce è un eroe, sembrano suggerire i curatori. Aiutano lo spazio vuoto – ci si può sedere ovunque nello scafo – e il colore blu, effetto ovattato. Seduti a terra, tramite delle prese di corrente di cui lo scafo è dotato, si può accendere il computer, il telefonino e utilizzarli digitando… simulando così il lavoro dell’architetto, per il quale di per sé servono poche cose, bastano una presa di corrente e un computer. Tuttavia c’è un ma… Poichè a fronte di questa semplicità apparente della professione vi sono, all’ingresso della mostra, delle pile di lettere, digitate con quegli stessi computer, che rappresentano altrettante candidature di lavoro con altrettante risposte negative o inevase, sempre le stesse; un oceano di lettere perse nel nulla.

Lo spazio blu è riempito da suoni che vogliono riprodurre l’alternarsi del digitare dei comandi della tastiera e del mouse. Ogni comando digitato diventa una figura ritmica separata, rapida o lenta, morbida o dura. Tenendo presente che la conferma di ciascun comando è il tasto “spazio”, il più grande sulla tastiera, attivato dal pollice, questo dà il ritmo e lega le figure sonore individuali in frasi ritmiche. Questi elementi sono utilizzati per comporre la struttura del paesaggio sonoro. La sua base è l’atmosfera acustica passiva del padiglione, sulla quale è stata eseguita un’orchestrazione di effetti. La stratificazione del paesaggio sonoro contribuisce alla “spaziosità” dell’esperienza sonora.

Tutto ciò che vi racconto non è frutto di un’immediata comprensione dei contenuti del padiglione; ho dovuto leggerlo sul comunicato stampa, perché altrimenti i suoni percepiti sarebbero stati a me sconosciuti e incomprensibili, dei semplici rumori. Dunque non appartengo alla schiera degli eroi e, per dirla tutta, l’unico pensiero che ho avuto è andato alle imbarcazioni di profughi che solcano i mari – non sempre blu – in cerca di libertà, e non sapevo se gioire o essere triste per quello scafo vuoto, simbolo di quelli che ce l’hanno fatta, ma anche di quelli che in quel blu sono scomparsi.

Autore

  • Laura Ceriolo

    Insegna all'ULB e al Politecnico di Bruxelles, e all'EPFL di Losanna. Si è laureata in architettura a Venezia (IUAV), poi specializzata all'Ecole normale supérieure di Cachan-Parigi. È dottore di ricerca in Storia delle scienze e delle tecniche costruttive, ha frequentato il master in Ponti dell'ENPC di Parigi, sempre sostenuta da solide fondamenta umanistiche, preziosa eredità della formazione liceale classica. Ha insegnato presso le Università di Architettura di Venezia, Losanna, Mendrisio. Per 10 anni è stata redattrice della rivista svizzera "Archi”, e collabora tra gli altri con “Tracés” e “il Corriere del Ticino”. Ha vinto per due anni consecutivi il Premio giovani ricercatori del Murst. A Venezia ha restaurato - primo esempio al mondo - un ponte in ghisa storico con fibre aramidiche (AFRP). I suoi ambiti di ricerca sono, oltre alla meccanica della frattura dei materiali fragili e il restauro con i materiali compositi, la storia dei materiali, dell'ingegneria e delle tecniche costruttive. Ha compartecipato alla 14. Mostra internazionale di architettura di Venezia con l'evento collaterale: „Gotthard Landscape-the unexpected view“. Ha curato mostre di architettura e strutture a Venezia, Torino e Ginevra. È stata direttrice responsabile della Fondazione Wilmotte di Venezia; perito tecnico d'ufficio del Tribunale civile di Venezia; membro attivo di varie associazioni di ingegneria, per l'arte e la storia dell'ingegneria, è autrice di numerose pubblicazioni. Collabora con la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti

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Last modified: 23 Giugno 2016