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Prima di camminare sulle acque

Prima di camminare sulle acque

Lessico minimo per conoscere «The floating piers», il pensiero e l’opera di Christo e Jeanne-Claude

 

«The floating piers» non è un’opera d’arte, è molto di più. È il sogno di un artista e della sua amata moglie, Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009. È un progetto ambizioso e complesso che è stato reso possibile anche grazie all’impegno lungimirante di molti enti pubblici italiani che hanno creduto nell’opera. È un evento, libero e aperto a tutti, che unirà migliaia di persone attraverso un’esperienza sensoriale senza precedenti. Per addentrarci fra le pieghe di quest’opera destinata a rimanere negli annali e – soprattutto – nei ricordi di chi avrà l’occasione di viverla, abbiamo composto un collage commentato di frasi pronunciate dal grande artista. Una sorta di lessico minimo, utile per capire meglio quest’opera e scoprirne alcuni aspetti caratteristici.

 

La nostra è arte ambientale… Abbiamo sempre ambientato i nostri progetti dove abita la gente

Christo e Jeanne-Claude sono sempre stati refrattari alle etichette, rifiutando anche di rientrare nell’ampia categoria della land art. Il loro modo di concepire e fare arte è difficilmente catalogabile e, loro stessi, si sono sempre sentiti più vicini al lavoro degli architetti e degli urbanisti che a quello di un pittore o scultore. Questo emerge anche dai loro famosi collage, dove compaiono planimetrie territoriali e mappe geografiche affiancate da segni e disegni artistici, brandelli di tessuto e parti dei materiali impiegati nelle realizzazioni. La loro arte si confronta con la dimensione topografica e attinge allo spirito del luogo che diviene così parte dell’opera.

 

Ogni progetto trova il suo luogo adatto

«The floating piers» nasce molto tempo fa nell’idea di realizzare pontili galleggianti su cui passeggiare liberamente. Un’idea che i due artisti avevano proposto nel progetto sul Rio de la Plata in Argentina, nel 1970, e poi nel Daiba Project pensato nel 1996 per la baia di Tokio. Ma in entrambe le occasioni non si giunse alla realizzazione per le difficoltà incontrate nel rilascio delle autorizzazioni. Ora, a distanza di tempo e a “soli” due anni dalla presentazione della prima proposta, quell’idea si è concretizzata e ha trovato il suo luogo adatto, in Italia, sul lago d’Iseo.

 

L’opera d’arte è tutto l’insieme… Le condizioni climatiche, la luce, il panorama sono parte dell’opera

Fra Sulzano, Monte Isola (la più estesa isola lacustre d’Europa) e l’isolotto di San Paolo per la prima volta la terra e l’acqua diventano un tutt’uno, l’elemento naturale incontra l’artificio, l’arte si fonde con il luogo fino a diventarne parte integrante. È un gioco d’insieme che attinge al contesto e al paesaggio creando una nuova dimensione estetica. I pontili sono una promenade architecturale adagiata sull’acqua dalla quale si aprono visuali che permettono di osservare il paesaggio da angolazioni inedite. E, dall’altro lato, catturano l’attenzione di chi le osserva dalle mille prospettive che si aprono dal territorio: dalle strade dei borghi o dalle colline costiere, dai mirador di Monte Isola e dai battelli che solcano il lago.

 

È un’opera molto fisica, bisogna camminare, toccarla… L’idea del progetto non è di far guardare l’opera, ma di sentirla…

I due artisti hanno sempre insistito molto sull’aspetto dell’esperienza diretta delle loro opere. Ma, ancor più di altre realizzazioni del passato, «The floating piers» si offre ad un’esperienza corporale totale in cui devono essere coinvolti tutti i sensi. Questa è una delle opere più “tattili” che abbiano mai concepito e per questo l’artista invita i visitatori a camminare a piedi nudi, «per sentire i materiali, l’umido dell’acqua, il calore del telo». È l’invito a compiere un’esperienza intima e coinvolgente che non si potrebbe vivere limitandosi ad osservarla.

 

Coloro che faranno l’esperienza di «The floating piers» si sentiranno come se stessero camminando sull’acqua, o forse come sul dorso di una balena

La struttura morbida di polietilene, totalmente celata dal manto giallo, è saldamente ancorata al fondale ma si muove assecondando il moto ondoso. Non sono un ponte, né un pontile, sono un dispositivo che stimola nuove percezioni perchè è in simbiosi con l’elemento acqueo. Il movimento è flessuoso e… sensuale (come dice Christo) e ricorda il dorso di una balena, o di una creatura fantastica, che emerge dalle acque del lago. Non è mai uguale e cambia d’intensità in base alla quantità di persone o al vento o al passaggio di motoscafi che aumentano le onde. Il nostro corpo si deve adattare a questo singolare movimento e, una volta ritornati sulla terraferma, ci si rende conto ancor di più dell’esperienza percettiva appena compiuta.

 

La luce e l’acqua trasformeranno il tessuto di colore giallo brillante in sfumature di rosso e oro

Il “giallo dalia” è il colore che ricopre i pontili e le strade dei borghi: è intenso, brillante, stimola i sensi. Grazie anche alla lavorazione “in rilievo” data al tessuto, è cangiante, mai uguale. Dal giallo luminoso, quasi simile all’oro, che si può apprezzare nelle giornate luminose e secche, si passa all’arancio denso che si ottiene quando lo bagna l’acqua del lago o la pioggia, come anche in condizioni di forte umidità, come ad esempio nelle prime ore della mattina. E il contrasto che si crea tra il tessuto dorato e il blu delle acque del Sebino è incantevole.

 

È assolutamente libero e accessibile 24 ore al giorno, tempo permettendo…

La libertà è un valore a cui Christo e Jeanne-Claude non hanno mai rinunciato. Tutta la loro opera ne è pervasa e, ovviamente, non fa eccezione l’opera sul lago d’Iseo. Sui pontili flottanti tutti possono passeggiare, gratuitamente e liberamente, sia di giorno sia di notte. Il controllo del servizio di sorveglianza è scrupoloso ma non invadente, ed è prevista l’illuminazione notturna. I tanti milioni necessari alla realizzazione saranno completamente coperti dall’artista, che non ha cercato finanziamenti né sponsorizzazioni, perchè solo così si può essere liberi.

 

Tutti i nostri progetti sono temporanei… Esistono per un tempo brevissimo, poi scompaiono

Il Tempo è uno dei connotati ricorrenti nel lavoro di Christo. L’opera, costata anni di attesa e lunghi mesi di studio e lavoro, durerà solo sedici giorni, per volontà dell’artista. E poi tutto sarà rimosso e riciclato industrialmente. La temporaneità dell’arte di Christo non sorprende certamente chi lo conosce e sa che tutte le sue opere sono contrassegnate dal carattere “effimero”. E nella fugacità del temporaneo si possono cercare molti significati, tra cui sicuramente il rispetto implicito portato dall’artista nei confronti di territori e paesaggi che, dopo aver “ospitato” le sue opere, ritorneranno ad essere com’erano prima. «The floating piers» potrà essere così conservata solo nella memoria di chi l’ha visitata, di chi l’ha assaporata percorrendola, toccandola e annusandola, di chi ha vissuto un’esperienza che – forse – ci farà essere un po’ diversi da prima.

 

Tutte le foto sono dell’autore

 

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Per_approfondire

«The floating piers»

artisti: 
Christo e Jeanne-Claude (Christo Vladimirov Yavachev e Jeanne-Claude Denat de Guillebon)

team di progetto:
Vladimir Yavachev, direttore operativo
Wolfgang Voltz, direttore tecnico
Josy Kraft, archivista/curatore
Germano Celant, project director
ARUP, consulenza tecnica

i numeri:
200.000 cubi in polietilene ad alta densità connessi fra loro da connettori dello stesso materiale
75.000 mq di tessuto nylon poliammidico colore giallo dalia
190 punti di ancoraggio sul fondale del lago
16 m di larghezza dei pontili galleggianti sull’acqua
3 km di estensione dei pontili
2 km circa di percorsi rivestiti di tessuto sulla terraferma nei Comuni di Sulzano e Monte Isola (BS)
15 milioni di euro, costo stimato dell’opera

cronologia:
maggio 2014, primi sopralluoghi e scelta del luogo
agosto 2014, incontro con le Amministrazioni di Sulzano e Monte Isola
settembre 2014, primi test su prototipo in Germania
ottobre 2014, avvio dello sviluppo tecnico del progetto
febbraio 2015, nuovi test su prototipo in Bulgaria
agosto 2015, inizio della produzione dei materiali
autunno 2015, apertura del cantiere di Montecolino e test sul lago d’Iseo
gennaio/marzo 2016, posa degli ancoraggi sul fondale del lago
18 giugno – 3 luglio 2016, apertura al pubblico dell’opera
dal 4 luglio 2016, smontaggio e rimozione

Autore

  • Marco Adriano Perletti

    Architetto e PhD, svolge attività professionale occupandosi di progettazione architettonica e paesaggistica, pianificazione urbanistica e valutazione ambientale strategica. Ha svolto attività didattica al Politecnico di Milano partecipando a programmi di ricerca. Collabora con «il Corriere della Sera» e ha pubblicato: «Nel riquadro dei finestrini. L'architettura urbana nello spazio cinetico» (Milano 2005); «Novara. Sebastiano Vassalli tra città e paesaggio globale» (Milano 2008); con A. Femia e M. Paternostro, «1 e 3 Torri. Palazzo MSC a Genova» (Parigi 2017); «Architettura come Amicizia. Conversazioni con Mario Botta, Aurelio Galfetti, Luigi Snozzi, Livio Vacchini» (Brescia 2018); "Costruire sostenibile con la canapa. Guida all’uso in edilizia di un materiale naturale e innovativo" (Santarcangelo di Romagna, 2020)

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Last modified: 12 Luglio 2016