VENEZIA. Il pavimento è instabile, sottili assi di legno tremano ad ogni passo. E così le sequenze di steli metallici sono in continua oscillazione, tanto da muovere anche i blocchi in legno che sostengono. Rappresentano scuole di piccole comunità e ne ricordano la fragilità. C’è un tragico fenomeno naturale al centro del racconto che il Ministero della Cultura thailandese porta all’Arsenale.
E’ il 4 maggio 2014, quando un terremoto di scala 6.3 gradi Richter colpisce la provincia settentrionale di Chiang Rai: nessun morto, pochi feriti, ma molti edifici distrutti. Tra questi 9 scuole elementari. Per mesi maestri e bambini sono costretti a fare lezioni in tende e strutture improvvisate. «Questo evento ci ha insegnato che una catastrofe naturale deve essere una priorità nell’agenda architettonica», spiegano gli organizzatori (al fianco del Ministero c’è l’associazione no profit Design for Disasters). Decine di architetti e tecnici si sono rapidamente organizzati cogliendo l’emergenza come l’occasione per un ripensamento dei luoghi per l’istruzione in ambienti rurali. Nessuna riparazione dei vecchi edifici ma nuove costruzioni (descritte nei video che circondano la bella installazione centrale, affascinante anche per il ricercato effetto scenografico) che puntano su luce naturale e aria. Non c’è un modello unico di riferimento ma tecnologie e materiali diversi (dal bambù al metallo, dai tetti in paglia ai brise-soleil in legno) che contribuiscono a comunicarci che nei momenti più critici si possono trovare le energie per slanci creativi. E che l’architettura – proprio in quei frangenti – ha un ruolo centrale. Anche in Thailandia.
Commissario: The Office of Contemporary Art and Culture, Ministry of Culture Curatore: Teeranuj Wongwaisayawan Espositori: Pitupong Chaowakul, Chatpong Chuenrudeemol, Jeravej Hongsakul, Kanika R’Kul, Jun Sekino Chutayaves Sinthuphan, Suriya Umpansiriratana, Twitee Vajrabhaya, Varudh Varavarn Sede: Arsenale
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Last modified: 30 Maggio 2016
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