VENEZIA. Una grande porta in stile georgiano, nera e lucida, segna il nuovo ingresso del Padiglione inglese. Un modo per ricordare come, un semplice elemento architettonico, sia diventato un monumento della tipica casa britannica.
«Home economics» dichiara sin dall’entrata la sua linea d’indirizzo: interrogare la società e la cultura architettonica britannica per capire i cambiamenti della vita quotidiana, affrontando un nodo cruciale di questi tempi: la casa. Cinque le proposte architettoniche, ideate sulla base del tempo che si può passare in un’unità abitativa. Ambienti reali, in scala 1:1 rappresentano, secondo i curatori Shumi Bose, Jack Self e Finn Williams scelti dal British Council, proposte capaci di sfidare lo status quo. Nuovi modelli dell’abitare. Così troviamo “Hours”, uno spazio all’insegna della condivisione totale; “Days” che contiene due sfere gonfiabili e abitabili al motto di “Home is where the Wi-Fi is”; “Months” dove lo spazio abitato si riduce a un totem a due piani; “Years” progettata dal punto di vista della banca e “Decades” definito dall’estrema flessibilità e commistione delle condizioni spaziali e funzionali.
Commissario: Vicky Richardson Curatori: Shumi Bose, Jack Self, Finn Williams Espositori: ÅYR, Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara (Dogma) con Maria S. Giudicci (Black Square), Julia King, Jenna Sutela Hesselbrand Sede: Giardini
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alejandro aravena , allestimenti , biennale venezia 2016 , reporting from the front , venezia
Last modified: 28 Maggio 2016
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