VENEZIA. La Costa d’Avorio sceglie la difesa e la valorizzazione del patrimonio naturale, architettonico, sociale, culturale e territoriale con la mostra «Live differently» curata dall’architetto ivoriano Sossah Francis, progettista, fondatore e professore della prima scuola di architettura del paese aperta nel dicembre 2015, che vede ad oggi una ventina di allievi. Informazione non trascurabile per un paese di 25 milioni di abitanti che conta appena 200 architetti, costretti fino a poco tempo fa a formarsi in Francia, negli Stati Uniti o nel “vicino” Togo.
Considerando la febbre costruttiva che contagia il continente africano, non è affatto trascurabile neppure la scelta del fronte individuato, forse ormai scontato per la vecchia Europa. Con sano pragmatismo le riflessioni puntano i riflettori su tre esempi emblematici dei quali il più importante è il progetto di una città nuova organica a Songon per salvaguardare l’ecosistema fisico e sociale di cinque villaggi circondati dalla laguna, minacciato dall’espansione demografica della vicina Abjdian. L’avvio del progetto, che vede coinvolti gli studi Atelier 2/3/4 & Franck Boutte Consultants è previsto per gli inizi del 2017.
La mostra presenta anche riflessioni sull’inevitabile processo di trasformazione e restauro di Grand Bassam, prima capitale della Costa d’Avorio, dove il tempo sembra essersi fermato, e sulla protezione della Grande moschea (1816) e del relativo sito archeologico presso la Porte Daba a Kong, antico crocevia oggi ai margini delle rotte principali e tuttavia minacciato dalla crescita della popolazione e delle costruzioni in cemento e acciaio.
Commissario: N’Guessan N’Dri Barthelemy Curatore: SOSSAH Francis Espositori: Ministère de laconstruction et de l’urbanisme, Ministère de l’habitat et du logement social, Ministère de la culture et de la francophonie, Ordre des architectes, Ecole d’architecture d’ʹAbidjan Sede: Palazzo Bembo and Palazzo Mora
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Last modified: 28 Maggio 2016
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