VENEZIA. Quattro nuove grandi aperture, più di 48 tonnellate di mattoni rimossi dai muri perimetrali originali e il Padiglione tedesco si trasforma in un unico grande open space. «Speriamo che lo lascino così anche per le prossime Biennali», ci racconta Anna Scheuermann, incaricata di curare, insieme a Peter Cachola Schmal e Oliver Elser, il Padiglione per conto del Deutsche Architekturmuseum (DAM). Una metafora per enfatizzare questa propensione all’accoglienza che caratterizza la Germania in Europa.
«Making Heimat. Germany, Arrival Country» racconta le città tedesche dove gli immigrati arrivano e decidono di cominciare una nuova vita. L’ispirazione è venuta dal libro Arrival city di Doug Saunders ed è stata declinata nell’accezione architettonica portando a formulare le otto tesi di una tipica “Arrival city” tedesca: è una città nella città, è economica, è vicina al lavoro, è informale, è auto costruita, si sviluppa ai piani terra, è un network di immigrati e ha bisogno di scuole migliori. Immigrati e rifugiati, sono loro l’oggetto di studio del Padiglione che ha anche avviato un database (makingheimat.de) di architetture di qualità costruite in Germania per accogliere i rifugiati.
Commissario: Peter Cachola Schmal, Deutsches Architekturmuseum (DAM) Curatore: Oliver Elser, Deutsches Architekturmuseum (DAM) Espositore: Something Fantastic Sede: Giardini
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Architetto, redattore freelance e critico. Laureata alla Sapienza Università di Roma, dal 2006 collabora con diverse riviste di architettura. Attualmente è corrispondente dall’Italia di «A10 - european magazine», cura la rubrica “Corrispondenze” nella rivista presS/Tletter e collabora con «Il Giornale dell’Architettura». Parallelamente all’attività editoriale lavora come pr, project manager e communication consultant per agenzie di comunicazione e aziende nell’ideazione di progetti dedicati alla comunicazione del design e dell’architettura.
È stata responsabile della sezione Architettura di Artribune (2011-2015), managing editor del magazine «Livingroome» (2014-2015), corrispondente dall’Italia per la rivista «Compasses» (2009-2013). Ha scritto per «Architectural Review», «Architects Journal», «L’Arca», «il Gambero Rosso», «il Mattino», «Ulisse» e «Quaderno di Comunicazione». Membro del consiglio direttivo di IN/ARCH Lazio, dal 2009 fa parte del laboratorio presS/Tfactory, legato all’AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) per l’ideazione e l’organizzazione di eventi, workshop, mostre, concorsi, corsi e altre iniziative culturali d’architettura. Nel 2016 è tra i co-founder di Superficial (http://superficial-studio.com), studio creativo di base a Roma che si occupa di ricerca e sviluppo di progetti incentrati su architettura, cultura e comunicazione.
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