VENEZIA. Negli ultimi vent’anni l’architettura cilena ha cambiato le città e il paesaggio dando fama internazionale ai suoi protagonisti, tra i quali certamente non si può dimenticare l’attuale curatore della Biennale, già vincitore del Premio Priztker, Alejandro Aravena.
Così lo sguardo della critica internazionale spesso ha puntato verso Santiago e Valparaíso, città dove si trovano sia le opere di molte di queste stelle nascenti sia le università storiche e pubbliche dove la maggior parte di essi si sono formati, per un raggio complessivo di 150 km. Tuttavia, uscendo da questo epicentro, gli estremi nord e sud del lunghissimo Paese che costeggia il pacifico per più di 4.000 km sono composti principalmente da zone rurali-agricole che rimangono spesso estranee a qualsiasi rappresentazione o discorso d’architettura.
Nel 1998 l’architetto Juan Román riuscì ad istituire una Facoltà di Architettura presso l’Università di Talca, a quasi 300 km a sud della capitale, che sta ora formando una nuova generazione di architetti fortemente radicati ad un paesaggio rurale, con un approccio prima assente. Per raggiungere il traguardo della laurea, gli studenti devono concepire, progettare, finanziare e realizzare una piccola architettura, progetti che poi rimangono nel Paese ad offrire spazi pubblici e di socialità alle comunità locali.
Ai lavori di questi giovani architetti è dedicata la mostra cilena intitolata «Controcorrente» (A Contracorriente). Curata da Juan Román e José Luis Urbe, professori all’Università di Talca, l’esposizione raccoglie i progetti di 15 studenti rappresentati con materiali omogenei e minimali e contestualizzati su lastre di metallo di recupero che altrettanto accolgono la proiezione dei progetti realizzati per una complessiva coerenza ambientale che conferisce allo spazio espositivo indubbia eleganza.
Tra gli espositori, Felipe Aranda ci spiega il suo progetto «Salineas», come un gioco di parole che nasce in spagnolo da «Sal» e linee, illustrando un’opera che si trova tra le saline di Lo Valdivia, realizzata nel 2011 come un padiglione-belvedere informativo del paesaggio e per la sosta. Tende composte di buste di plastica parzialmente riempite di sale recingono 84 mq, per un complessivo di 4 mesi di lavoro. Ximena Cáceres invece presenta uno spazio di più di 100 mq con il quale ha ordinato nel 2012 un luogo di ritrovo che la comunità di Agua Santa (VI regione del Cile) già utilizzava. Forme geometriche semplici, realizzate rigorosamente in materiali di recupero, disegnano una lunga panchina con il legno di alcuni ponti ferroviari di recente demolizione e un cerchio aereo di biancospino vincolato ad una sezione costante, trasposizione contemporanea delle scenografie barocche evocata in questo caso ad omaggiare di un cono d’ombra gli attori dell’economia rurale del paese.
Immagini di Ximena Cáceres e Felipe Aranda
Commissario: Cristóbal Molina (National Council of Culture and the Arts of Chile) Curatori: Juan Román, José Luis Uribe Espositori: Felipe Aranda, Ximena Cáceres, Claudio Castillo, Ximena Céspedes, Gabriel Garrido, Carolina Guerra, Juan Francisco Inostroza, Yasna Monsalve, Felipe Muñoz, Daniel Prieto, Javier Rodríguez, Jonnattan Silva, Carolina Solís, Tanya Vera, Cesar Verdugo Sede: Arsenale
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Last modified: 27 Maggio 2016
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