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Emanuele PiccardoWritten by: Progetti

Ri_visitati. Bordighera, la vacanza democratica dei milanesi

Ri_visitati. Bordighera, la vacanza democratica dei milanesi
Il progetto di Giancarlo De Carlo (1961-1966) resiste fedele al programma originale come struttura turistica per i dipendenti di ATM

 

In occasione del 20° anniversario dalla morte di Giancarlo De Carlo (1919-2005) Il Giornale dell’Architettura e archphoto hanno organizzato, con la curatela di Ilaria La Corte ed Emanuele Piccardo, un evento di confronto e dibattito a Urbino, ospiti della Fondazione Ca’ Romanino. Grazie anche alla partecipazione di Marco De Michelis, Gianluca Annibali, Andrea Canziani, Francesca Gasparetto, Andrea Vergano e Michele Roda, l’incontro ha permesso di indagare senso e attualità dell’eredità, culturale e progettuale, di De Carlo. Ma anche di costruire una sorta di osservatorio delle sue architetture più note e significative, che proponiamo come un itinerario critico e orientato a descrivere lo stato di conservazione e di mantenimento. 

 

BORDIGHERA (Imperia). Giancarlo De Carlo nella sua lunga attività professionale ha costruito, per la maggior parte, architetture pubbliche, anche quando si è occupato di architetture per la vacanza. 

 

Il contesto

È il caso della Casa per ferie per i dipendenti dell’ATM, l’azienda di trasporti milanese. Un complesso che progetta all’inizio degli anni Sessanta a Bordighera. Nel momento in cui le coste italiane vengono rimodellate da architetture disegnate dai maestri del moderno come Ignazio Gardella, Marco Zanuso, Luigi Moretti, Marcello D’Olivo, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti, e dagli outsider Leonardo Ricci, Mario Galvagni, Monsani e Bicocchi, Alberto Mazzoni e Walter Di Salvo, il dibattito si accende sul modo di intervenire nel territorio costiero. 

Siamo nel 1964 e la rivista “Casabella” dedica due numeri monografici alle coste. Nel primo viene affrontato l’aspetto urbanistico attraverso la lettura critica dei Piani di lottizzazione di diverse aree italiane: Piano della Pineta di Arenzano (1956) di Ignazio Gardella e Marco Zanuso, autori anche della pianificazione dei Piani di Invrea (1958-1963) a Varazze, il Piano di Punta Ala (1961-1963) di Walter Di Salvo, il Piano Regolatore Generale di Ameglia di De Carlo e Ceccarelli, solo per citare quelli più significativi. 

Il secondo numero invece è dedicato alla tipologia di intervento. “Poche, o forse nessuna soluzione è totalmente riuscita – scrive Ernesto Nathan Rogerseppure il risultato non toglie importanza al fatto che, per salvare la natura, si sia sentito il bisogno di concentrare le masse edificate, sia in altezza sia nello sviluppo orizzontale. È evidente che tali operazioni non riguardano meramente l’arte architettonica, poiché, provocando un profondo rivolgimento nel rapporto tra l’architettura e la natura, stabiliscono un’inconsueta fenomenologia del paesaggio nel suo insieme: una fenomenologia che non si può valutare soltanto alla stregua di considerazioni estetiche astratte ma di un’estetica che viene rappresentata da forme profondamente condizionate dall’evoluzione storica. Bisogna, s’intende, che il processo sia totale e comprensivo di tutti gli elementi in gioco e non soltanto di quelli cari a coloro che, avendo mansioni di proteggere la bellezza del paese, credono di adempiere al loro compito imbalsamando lo status quo”.

Da queste parole si comprende che il tema è la tipologia architettonica sintetizzata tra uno sviluppo massivo che si pone orizzontalmente alla morfologia oppure un insieme architettonico che si condensa compatto in verticale. Questa riflessione riguarda soprattutto gli insediamenti residenziali collettivi piuttosto che le ville unifamiliari per le élite borghesi e imprenditoriali italiane. C’è poi da considerare l’impatto dimensionale sul territorio in termini di superfici occupate dalle nuove edificazioni rispetto allo spazio lasciato alla natura.

Un altro tema è la distanza dal bordo del mare. Molti architetti tra quelli citati agiscono su quel limite ma De Carlo no. Nella stessa riviera ligure di ponente abbiamo diversi approcci all’architettura della vacanza.  Se ai Piani di Invrea, Gardella e Zanuso optano, nei loro interventi, per due blocchi di residenze compatti che si innestano nell’orografia, Luigi Carlo Daneri nel duplice Capo Pino e Capo Nero a Ospedaletti-Sanremo, si esercita su varie tipologie, in linea e a schiera combinando un mix tra sviluppo orizzontale (Capo Nero) e verticale (Capo Pino), ma rimanendo sul filo del mare. 

 

Il passato

A Bordighera De Carlo progetta un insieme compatto da cui guardare in lontananza il mare. La Casa per ferie ATM di Bordighera nasce negli anni Venti del secolo scorso, per soddisfare la necessità di fornire ai tranvieri milanesi un luogo di villeggiatura estiva nella riviera ligure. Dopo un ventennio in cui le residenze sono provvisorie, con gli affitti degli alberghi Continentale a Bordighera e Miramare a Ospedaletti, l’aumento delle richieste di ospitalità rende necessaria la realizzazione di una residenza autonoma che possa soddisfare le esigenze dei lavoratori e dell’azienda. Così viene acquisito il terreno della “Selva Dolce” nella zona collinare di Bordighera.

Lì il 4 giugno 1962 viene posata la prima pietra del Centro Climatico Marino, progettato da Giancarlo De Carlo, esito di una gara indetta da ATM per individuare il progetto migliore. De Carlo realizza il nucleo di alloggi come un insieme omogeneo e sviluppa il tema della struttura a grappolo che interseca le curve di livello, sfruttando le diverse quote del terreno. Le facciate sono rivestite di graniglia e sono ritmate dalle finestre angolari a nastro e dai balconi aggettanti che conferiscono una forte plasticità all’architettura. 

Il tema del rapporto con il paesaggio circostante è centrale nella ricerca decarliana: “Ci sono tre criteri per affrontare il tema dell’inserimento di un edificio nel paesaggio: uno è di dominare il paesaggio, l’altro di assoggettarsi completamente, il terzo è di cercare un equilibrio tra le due posizioni. La mia strada è la terza […] ho cercato certi ritmi interni ed esterni, tali da permettere la creazione di diversi piani di vista”. 

Così si instaura un dialogo continuo con le vedute verso il mare sull’asse est-ovest, mediato dall’ombra della pineta. La Casa per ferie si colloca nel genere delle colonie che le industrie italiane, Fiat, Olivetti ed Eni, andavano costruendo in quegli stessi anni per le vacanze dei propri dipendenti al mare e in montagna, infatti lo stesso De Carlo fu autore della colonia Sip Torino a Riccione (1961-1963).

 

Il presente e il futuro

Oggi questa architettura presenta i segni del tempo: gli infissi sono stati in parte sostituiti, alcune modifiche sono state fatte ma non a livello planimetrico o di cambiamento della forma originaria. Tuttavia, c’è una consapevolezza, nella proprietà Fondazione ATM e nei suoi rappresentanti locali, del valore culturale di questo straordinario esempio di intervento nel territorio costiero. 

Il complesso ha cambiato nome in Hotel Riviera Belsoggiorno mantiene ancora la preferenza di ospitare i dipendenti ATM ma si è aperto all’esterno, consentendo, a prezzi calmierati, una vacanza realmente democratica e accessibile immersa nell’architettura di un protagonista del Novecento, quale è stato il ligure Giancarlo De Carlo.

Immagine di copertina: Giancarlo De Carlo, Casa per ferie per i dipendenti dell’ATM, Bordighera

Autore

  • Emanuele Piccardo

    Architetto, critico di architettura, fotografo, dirige la webzine archphoto.it e la sua versione cartacea «archphoto2.0». Si è occupato di architettura radicale dal 2005 con libri e conferenze. Nel 2012 cura la mostra "Radical City" all'Archivio di Stato di Torino. Nel 2013, insieme ad Amit Wolf, vince il Grant della Graham Foundation per il progetto “Beyond Environment”. Nel 2015 vince la Autry Scholar Fellowship per la ricerca “Living the frontier” sulla frontiera storica americana. Nel 2017 è membro del comitato scientifico della mostra "Sottsass Oltre il design" allo CSAC di Parma. Nel 2019 cura la mostra "Paolo Soleri. From Torino to the desert", per celebrare il centenario dell'architetto torinese, nell'ambito di Torino Stratosferica-Utopian Hours. Dal 2015 studia l'opera di Giancarlo De Carlo, celebrata nel libro "Giancarlo De Carlo: l'architetto di Urbino"

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Last modified: 13 Ottobre 2025