Visit Sponsor

Written by: Reviews

Utopian Hours 2025: le città come alleanza globale

Utopian Hours 2025: le città come alleanza globale
“United Cities” è il tema dell’edizione 2025 del festival. Si svolge a La Centrale – Nuvola Lavazza di Torino dal 17 al 19 ottobre. Tra gli ospiti Elizabeth Diller (Diller Scofidio + Renfro) e Winy Maas (MVRDV)

 

Dal 17 al 19 ottobre torna a Torino Utopian Hours, il festival internazionale dedicato al city making e all’innovazione urbana, giunto alla sua nona edizione. Negli spazi de La Centrale – Nuvola Lavazza, oltre 40 ospiti internazionali, amministratori, professionisti e creativi si confronteranno per tre giorni su temi che stanno ridefinendo il presente e il futuro delle città.

L’edizione 2025, intitolata “United Cities”, pone al centro l’idea di connettere persone, luoghi e pratiche oltre confini e barriere. In un mondo segnato da frammentazioni sociali, crisi climatiche e cambiamenti tecnologici rapidi, il festival si propone come piattaforma di dialogo e azione, capace di trasformare visioni in politiche e progetti reali.

Ideato e curato da Stratosferica Impresa Sociale, Utopian Hours è un festival che celebra le città in tutte le loro dimensioni con un programma che mescola keynote, masterclass, workshop, mostre e tavoli di lavoro chiusi a cui partecipano oltre 200 city official dall’Italia e dall’Europa. L’obiettivo è duplice: da un lato, raccogliere esperienze innovative da tutto il mondo, dall’altro favorire la nascita di nuove alleanze e modelli replicabili.

L’utopia non è fuga dalla realtà, ma disciplina per immaginare città migliori e costruirle concretamente”: questa la filosofia che attraversa le sessioni della tre giorni. Al centro non solo i problemi, ma soprattutto le soluzioni: spazi pubblici resilienti, mobilità sostenibile, rigenerazione a base culturale, urban tech e community building.

 

Protagonisti internazionali

La nona edizione segna un salto di qualità nella proiezione internazionale del festival, portando a Torino due figure di spicco dell’architettura e della cultura urbana globale: Elizabeth Diller, cofondatrice dello studio Diller Scofidio + Renfro, e Winy Maas, architetto e urbanista alla guida di MVRDV e The Why Factory.

La presenza di due protagonisti capaci di intrecciare ricerca, progettazione e trasformazioni urbane concrete consolida il ruolo di Utopian Hours come punto di riferimento europeo nel dibattito sul futuro delle città. Il palco torinese diventa così un crocevia tra istituzioni culturali, amministrazioni, pratiche di design e nuove forme di partecipazione.

 

Temi e casi studio

Il programma affronta le sfide urbane da prospettive complementari. Lo spazio pubblico è il primo terreno di sperimentazione: si va da Stockholm Wood City, il primo quartiere interamente costruito in legno, alla London National Park City, che immagina l’intera metropoli come un parco nazionale gestito da cittadini-volontari.

La mobilità viene analizzata non solo come infrastruttura, ma come narrazione condivisa che influenza le abitudini quotidiane. Il lavoro dell’urbanista canadese Brent Toderian sottolinea come la città compatta sia uno strumento di equità sociale, mentre il piano RUN di Jim Venturi a New York dimostra come il coordinamento delle reti ferroviarie possa generare accessibilità diffusa senza ricorrere a grandi opere.

Altri interventi mettono in luce la rigenerazione attraverso il riuso creativo di ciò che le città già possiedono: dalla Biblioteca Oodi di Helsinki a Fabrika Tbilisi, da Asiat Park in Belgio a Nová Cvernovka in Slovacchia, fino agli esperimenti di edilizia collaborativa di WikiHouse nei Paesi Bassi.

Anche i waterfront tornano al centro come spazi di comunità. Progetti come +POOL a New York e il Wild Mile di Chicago mostrano come fiumi e canali possano essere restituiti ai cittadini attraverso soluzioni ecologiche e inclusive.

Infine, un focus particolare è dedicato ai temi di identità e confini urbani: dal laboratorio civico creato sul confine tra San Diego e Tijuana da Teddy Cruz e Fonna Forman, fino a Imagine Lagos, che recupera memorie cancellate per fondare un futuro più inclusivo.

 

Programmi paralleli e collaborazioni

Utopian Hours non si limita ai talk: tra le iniziative collaterali, la mini-expo “The Urbanites’ Fair”, che ospita riviste, editori e collettivi indipendenti legati alla cultura urbana, e una selezione di cortometraggi a cura dell’Architecture Film Festival Rotterdam (AFFR), che per la prima volta porta a Torino 10 opere dedicate al racconto delle città attraverso il cinema.

Il festival propone inoltre il programma originale Urban Visiting Explorers, che invita fotografi e creativi a esplorare Torino per reinterpretarla attraverso il proprio sguardo, portando sul palco esiti inediti.

 

Dalle utopie alle alleanze

Con il tema “United Cities”, la nona edizione invita a superare risposte frammentarie e a immaginare una cooperazione concreta tra città: non più laboratori isolati, ma una rete globale capace di condividere soluzioni e trasformarle in beni comuni. Nel solco di pensatori come Patrick Geddes e Julian Beinart, Utopian Hours si afferma come spazio di costruzione di un ottimismo pragmatico, dove l’innovazione urbana è intesa non come utopia astratta ma come pratica replicabile.

Utopian Hours nasce nel 2017, è cresciuto e si è evoluto, raggiungendo una nuova fase: da visioni globali a un’agenda di azioni condivise, per immaginare e costruire insieme città più resilienti, inclusive e generose.

 

Autore

(Visited 11 times, 11 visits today)

About Author

Share

Tag


, , ,
Last modified: 6 Ottobre 2025