Dal porto al parco: realizzato ad Atene da Rpbw come dono della Fondazione allo Stato, a 9 anni dall’apertura rimane simbolo di rinascita e sostenibilità, ma con un futuro legato al sostegno economico privato
ATENE (Grecia). “Il Centro Culturale Fondazione Stavros Niarchos è un dono della Stavros Niarchos Foundation alla Grecia e al suo popolo. Manifesta il suo continuo impegno verso la Grecia e il suo futuro, rappresentando una incarnazione di eccellenza, visione, speranza, collaborazione e determinazione. Realizza i desideri del fondatore della SNF, Stavros Niarchos, di sostenere la sua patria”. Questo testo accoglie all’ingresso del Centro Culturale progettato da Rpbw a Kallithea, distretto sul mare a sud-est del centro di Atene nell’area del Falero, l’antico porto della città.
Il passato
Stavros Niarchos è stato uno dei più importanti e facoltosi armatori greci, “rivale” e parente acquisito di Aristotele Onassis. Nato ad Atene nel 1909, è figura pioniera dello shipping, con una flotta che, costruita dal secondo dopoguerra, lo rende uno degli uomini più ricchi del mondo. Amante dell’arte e collezionista, scompare nel 1996, lasciando ai suoi eredi un enorme patrimonio e un cospicuo lascito per la costituzione di una fondazione incaricata di sostenere cultura, istruzione, salute e innovazione.
La Stavros Niarchos Foundation (SNF) annuncia nel 2006 la volontà di costruire un Centro Culturale da donare allo Stato greco che desse nuovi e moderni spazi all’Opera di Atene, i primi nella sua storia ultradecennale, e alla Biblioteca nazionale, all’epoca distribuita in tre diverse sedi, e un grande parco aperto alla città e ai suoi abitanti, poi intitolato alla memoria di Niarchos. Il progetto, ambizioso e affidato nel 2007 allo studio dell’architetto Premio Pritzker Renzo Piano, viene completato nel 2016, negli anni che accompagnano uno dei periodi più bui della recente storia del paese, principale epicentro europeo della crisi mondiale che ha imposto eccezionali misure di austerità e salvataggi internazionali. Un momento in cui la SNF non si è tirata indietro: nel 2012 è intervenuta a supporto della popolazione distribuendo 100 milioni di euro a organizzazioni no profit locali attive sul territorio.
La scelta dell’area si inscrive nella mission di una Fondazione che vuole riconnettere e rigenerare, ma anche realizzare un landmark internazionale responsabile e sostenibile, dal grande valore civico ed educativo. Il nuovo Centro Culturale e il parco recuperano un parcheggio di container e depositi portuali, spazio residuale, anonimo e privo di qualità urbana che separa il tessuto residenziale dal contatto con il mare, vicinissimo. Il progetto deve anche agire come motore di rigenerazione di un settore urbano che tra la fine degli anni novanta e l’inizio del millennio vede la realizzazione di una parte degli impianti sportivi dei Giochi olimpici del 2004, poi sottoutilizzati o abbandonati. Importante, e impattante è l’infrastrutturazione, con grandi e trafficati assi viari che corrono lungo la costa.
Il progetto è completato dopo 4 anni di cantiere e la spesa di 630 milioni di euro da parte di una Fondazione che ha finanziato l’intero costo dell’edificio e destinato 10 milioni al trasferimento nei nuovi spazi della Biblioteca e dell’Opera. Il Centro riceve subito la certificazione LEED Platinum, poi riconfermata nel 2024 come avvisano i grandi bollini collocati agli ingressi. Nel 2018 vince anche il RIBA Awards for International Excellence. Secondo i dati ufficiali, dalla sua apertura è stato visitato 27 milioni di volte, ha gestito oltre 6.100 eventi culturali ed educativi e 16.000 attività sportive, tutti gratuiti. Ha attivato 12 cicli di tirocini retribuiti con 930 partecipanti e ha accolto oltre 500.000 studenti e 8.500 visite scolastiche.
Il presente
Il Centro Culturale Fondazione Stavros Niarchos occupa un’area di 210.000 metri quadrati in un’architettura-paesaggio: il teatro, lato mare, e la biblioteca, lato città, sono inseriti sotto una collina artificiale rivolta verso la città che a circa 30 metri di altezza culmina in una piazza sopraelevata. Elemento distintivo è il tetto-canopy di 100 x 100 metri, sorretto da esili pilastri metallici, dalle molte funzioni: permette di godere di una spettacolare vista sul mare e sull’esteso abitato bianco di Atene in ogni condizione meteorologica, realizzando uno spazio che in estate è fresco e protetto (ma anche piuttosto rumoroso per la riflessione dei rumori prodotti dall’intenso traffico sottostante). Produce anche energia rinnovabile grazie all’invisibile distesa di pannelli fotovoltaici posati su tutta la sua superficie. L’ascesa a questa moderna piccola acropoli, con le sue rampe e scalinate, è davvero monumentale.
Parzialmente ipogei, il teatro e la biblioteca occupano volumi pluripiano speculari rispetto a due punti di ingresso: il principale, una piazza-agorà riparata e piuttosto ombreggiata frutto di un attento studio sull’orientamento, e il secondario, rivolto a un parcheggio multipiano ben nascosto sotto il tetto verde e da una pannellatura che alterna lamiera piena a lamiera stirata. Accanto all’ingresso, presidiato e dotato di materiale informativo gratuito, la caffetteria con il gift shop.
Verso l’agorà la trasparenza dell’involucro è totale, con interni a tutt’altezza aperti e schermati inondati di luce naturale. Leggerezza, linee eleganti e dettagli curati, ben eseguiti e oggi ben mantenuti, valorizzano ambienti minimali realizzati con i materiali e colori tipici dell’estetica dello studio basato tra Genova e Parigi. Bianco, metallo di strutture e serramenti, grigio chiaro del cemento a vista, legno di ciliegio di arredi realizzati su disegno e pannelli a parete e vetro armonizzano il foyer del teatro e la biblioteca, al cui ingresso si è accolti dall’imponente Castello dei libri, in cui file di pannelli bianchi distribuiti su tutti i piani ospitano citazioni letterarie che connettono l’interno, diventando elemento identitario dell’edificio. Forte è la verticalità, accentuata dai pilastri cilindrici che attraversano le solette dei piani e dalla fitta trama dei sottili e lunghissimi cavi metallici dell’impianto di illuminazione.
All’esterno, assoluto protagonista del progetto è il parco, con i suoi prati, i viali e le essenze tipiche dei giardini mediterranei, in un verde che si modula con le condizioni esterne: dagli ulivi della base, in terra piena, agli arbusti della cima, che meglio resistono ai venti e ottimizzano il rapporto tra peso, spessore e capacità isolante del terreno sulla copertura degli edifici. Alla base, sono distribuiti spazi per la sosta con sedute ombreggiate, per il gioco all’aperto di bambini e adulti, a cui sono destinate scacchiere giganti e su tavoli, e per l’attività sportiva, fortemente sostenuta dalla Fondazione (quasi nascosta dietro al parcheggio è anche presente una piccola parete da arrampicata).
Il Canale, un lungo specchio d’acqua rettangolare ravvivato da fontane e giochi d’acqua, accompagna verso l’ingresso principale, riavvicinando il mare, sebbene solo simbolicamente. Tutte le strutture e le parti di cui si compone il Centro, a 9 anni dall’apertura sono curate, ordinate, abitate, presidiate, servite, monitorate. Tutto è efficiente.
Il futuro
Lo Stato greco si è trovato in dono una Ferrari, frutto di una delle prime operazioni di partnership pubblico-privata di questa importanza realizzate nel paese. Nuova, moderna, griffata, attrattiva, performante, bella ma periferica (e mai avvicinata da collegamenti pubblici che hanno portato all’istituzione di un servizio, privato, di navetta gratuita da piazza Syntagma), è costosa, nonostante tutte le riconosciute strategie di sostenibilità messe in campo.
All’apertura, Maria Petinakis poneva molte domande, nel suo articolo per questo Giornale, sulla sostenibilità sul medio e lungo periodo e sul senso di una operazione di questa portata nella “peggiore crisi vissuta” dal paese. Guardando oggi agli indici economici, la Grecia e la sua capitale sono in ripresa, nonostante il permanere di disparità e disuguaglianze. Il PIL cresce, l’attrattività per i capitali stranieri aumenta (con i cantieri navali di Skaramangas, i più grandi e importanti del paese fondati proprio da Stavros Niarchos, sono stati privatizzati e sono rinati grazie a investimenti sauditi), i tassi di disoccupazione stanno segnando i valori più bassi dal 2008. Il turismo è in crescita e ad Atene il mercato immobiliare in movimento, con aumento dei valori (e le conseguenze relative).
Alla visita, sebbene fugace in una giornata di pieno agosto, alcuni dei dubbi del 2016 rimangono, parzialmente confermati dalle notizie sul sito della Fondazione. L’attività che anima il Centro, tutta gratuita, e la gestione dei suoi spazi sono state subito generosamente sostenute dalla SNF, che nel 2017 ha deliberato di stanziare un grant da 50 milioni di euro per i primi 5 anni. L’impegno è stato poi rinnovato con 10 milioni per un ulteriore anno e riconfermato una terza volta, con 30 milioni di euro fino a inizio 2026. Ogni anno riceve quindi generose donazioni: dovessero finire cosa succederà?
Immagine di copertina: Centro Culturale Stavros Niarchos, Atene, 2025 (© Laura Milan)
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Last modified: 2 Settembre 2025