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Matteo MoscatelliWritten by: Reviews

L’agopuntura territoriale per la rinascita delle comunità rurali: la lezione di Xu Tiantian

L’agopuntura territoriale per la rinascita delle comunità rurali: la lezione di Xu Tiantian
Mantovarchitettura 2025 ha ospitato la fondatrice dello studio cinese DnA, impegnato nella rivitalizzazione delle aree di campagna

 

MANTOVA. Il 13 maggio, la Casa del Mantegna ha ospitato l’attesa conferenza della fondatrice dello studio DnA – Design and Architecture di Pechino Xu Tiantian che ha portato alcuni progetti dello studio e la strategia che li ha ispirati all’edizione 2025 di Mantovarchitettura.

A causa della progressiva tendenza all’inurbamento della popolazione che si sta verificando in Cina in questi ultimi anni, e al conseguente abbandono di villaggi e piccoli agglomerati delle aree di campagna, molte tracce lasciate dalle comunità locali sono andate perdute o sono prossime alla scomparsa. Per contrastare tale deriva, espressa da un conflitto tra rurale e urbano che sta impoverendo un Paese storicamente molto ricco in termini di biodiversità culturale, il governo ha invitato alcuni architetti e studiosi del territorio a elaborare programmi per la tutela e la valorizzazione degli insediamenti superstiti.

Tra le proposte sviluppate in questa operazione rientra quella di Xu Tiantian, architetto di formazione ed esperienza internazionale – con studi alla Harvard Graduate School of Design e alla Tsinghua University di Pechino, e diversi insegnamenti attivi tra Cina, Stati Uniti e Svizzera – che, con lo studio DnA, ha scelto la rivitalizzazione delle aree di campagna e la rinascita sociale della popolazione che le abita come ambito di ricerca e di progetto, ed eletto la Contea di Songyang, una regione costellata da 150 villaggi rurali nel sud-est del Paese, come territorio-laboratorio di sperimentazione.

 

L’agopuntura territoriale e il recupero delle tradizioni costruttive locali

Il principio di fondo, definito significativamente “agopuntura territoriale”, consiste in una serie di interventi puntuali che, come nelle tecniche della medicina alternativa, mirano a generare benefici anche in aree lontane dalle singole inserzioni. Diverse sono le opere che raccontano le premesse e gli esiti: la trasformazione del ponte Shimen in luogo d’incontro, la fabbrica per la produzione del tofu a Caizhai, il padiglione per la lavorazione dello zucchero nel villaggio di Xing, il teatro di bambù nel villaggio di Hengkeng e il centro sportivo e per la meditazione Dushan a Lishui.

Dal punto di vista architettonico, gli interventi sono accomunati da una spiccata sensibilità verso i contesti che si propongono di riattivare attraverso la rielaborazione tipologica del costruito e la ricerca di una relazione di continuità con le tradizioni costruttive locali. In quest’ottica l’utilizzo di un repertorio materico variegato, che spazia dal mattone alla pietra e dalla terra cruda all’acciaio, rivela non tanto una tendenza alla variazione fine a sé stessa, quanto una ricerca di appropriatezza rispetto a programmi e luoghi dalle diverse specificità.

 

Coinvolgere le comunità

Sebbene tali operazioni siano state attuate da pochi anni, già oggi si possono rilevarne gli effetti positivi: gli edifici, nuovi o recuperati, richiamano i visitatori stimolando l’economia locale; gli abitanti dei villaggi, coinvolti nei processi di costruzione e riqualificazione, sono spesso impiegati nella gestione delle attività; l’arte e i prodotti artigianali beneficiano della visibilità derivata dalla sistemazione delle botteghe, dei padiglioni e dei musei; i luoghi per lo sport e per il tempo libero generano occasioni di socializzazione.

Rivedere queste immagini ci ricorda ancora una volta quanto sia fondamentale pensare al progetto come esito di un approccio multidisciplinare e interscalare. Che offra al territorio una visione d’insieme ma allo stesso tempo sappia farla cristallizzare in interventi architettonici di qualità. Che riesca a dare una risposta alle questioni sociali di un’intera regione ma sia poi anche in grado di generare spazi capaci di dialogare con luoghi e contesti fortemente caratterizzati. Che porti alla riscoperta non solo di ciò che queste comunità sanno realizzare, ma anche di quei modi di costruire, di abitare e di produrre che costituiscono la componente intangibile della loro identità.

www.mantovarchitettura.polimi.it

Autore

  • Matteo Moscatelli

    Architetto e PhD, si è laureato al Politecnico di Milano. Nell’ambito della residenza collettiva e dello spazio pubblico, su cui si concentra la sua attività professionale e di ricerca, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il primo premio per il progetto di riqualificazione di Piazza Libertà e del centro storico di Lissone (2021-2024). Ha pubblicato monografie e saggi su riviste di settore ("Area", "Arketipo", "Casabella", "L’Industria delle Costruzioni"). Svolge attività didattica al Politecnico di Milano ed è redattore della rivista “Archi”. Dal 2024 è presidente dell’Archivio Cattaneo

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Last modified: 22 Maggio 2025