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Christian De IuliisWritten by: Forum

L’Archintruso. Cina, allarme umarell

L’Archintruso. Cina, allarme umarell
In un recente convegno il dramma della metropoli Pechino alla quale, secondo i calcoli, mancherebbero almeno 200mila umarell

 

PECHINO (CINA). Gli esperti sono concordi nell’affermare che gran parte degli errori costruttivi relativi alle architetture costruite, derivino dalla mancanza di un sufficiente numero di pensionati che ne osservi l’esecuzione, sorvegliando i cantieri. La polemica segue il contestato provvedimento che prevede che in Cina dal primo gennaio del 2025 l’età pensionabile salga, dagli attuali 60, a 63 anni per i maschi e da 50 a 55, o da 55 a 58, per le donne (dipende dal tipo di lavoro). 

Sulla questione è intervenuto Cho Cing Yen, neo-ministro dell’economia cinese, replicando che tale innalzamento avviene per la prima volta dal 1978 e che comunque il sistema pensionistico cinese è sempre stato in grado di garantire un numero adeguato di umarell a sentinella dei cantieri: “Siamo un paese da quasi un miliardo e mezzo di abitanti, se ci sarà carenza di pensionati saremo pronti a produrli in qualsiasi momento” ha dichiarato in un’intervista al Quotidiano del Popolo.

Le valutazioni del ministro, però, non tengono conto dell’aumento esponenziale dei cantieri sul territorio cinese, della loro dimensione ma soprattutto della velocità media di costruzione che viaggia ad un ritmo insostenibile per i tradizionali turni dei pensionati cinesi, seppure stoicamente ligi ai propri doveri.

Inoltre, le rassicurazioni del ministro circa l’anagrafe pensionistica ignorano l’ostilità con la quale il cinese medio affronta l’arrivo della pensione. In Cina, infatti, non è raro imbattersi nel fenomeno dell’obiettore di pensione ovvero di colui che, opponendosi all’oblio lavorativo, prova in ogni modo a rimanere attivo, a volte mentendo sull’età o distraendo volutamente versamenti contributivi. A complicare la redazione delle statistiche anche il fenomeno dell’umarell in incognito che sfugge alla schedatura poiché preferisce operare gesticolando, camuffandosi con i comuni passanti, piuttosto che mantenendo la consueta postura con le mani incrociate alla schiena, come da regolamento.

Ad affrontare queste problematiche anche un recente convegno dall’affascinante titolo «Cina, allarme umarell», tenutosi a Prato, la città con la più alta percentuale di cinesi al mondo. Al centro del dibattito il dramma di Pechino, metropoli in costante trasformazione, alla quale, secondo i più recenti calcoli, mancherebbero almeno 200mila umarell.

Dinanzi a tale difficoltà la città di Milano, celebre per la qualità dei suoi umarell, si è mostrata disponibile a fornire una quota di pensionati locali per aiutare lo sviluppo architettonico della capitale cinese. Quantità inevitabilmente simbolica, nonostante si valuti che un umarell italiano, per competenza ed esperienza, valga almeno quanto trenta umarell cinesi. Anche la città di Roma, prontamente sollecitata, si è detta disposta a collaborare, rimandando però l’impegno al 2028, ovvero alla data della prevista chiusura dei cantieri attualmente in corso per il Giubileo.

Ma durante il dibattito è anche emerso un altro dei problemi dell’architettura contemporanea cinese, ovvero la bizzarria dei progetti, spesso troppo o solamente iconici e generati senza nessuna seria riflessione compositiva. Il presidente dell’Ordine degli architetti di Chengdu (il più influente della Cina) Teng Cart Yang, in collegamento video, ha così proposto la figura dell’umarell da studio, che sorveglierebbe i lavori direttamente negli studi di architettura durante la fase di progettazione, chiedendo per tale ipotesi collaborazione all’Italia. La figura professionale dell’architetto in Cina, infatti, è troppo recente per poter già generare un numero adeguato di pensionati specializzati che possano assolvere a questo compito.

Tuttavia si tratta di un problema di non facile soluzione poiché, nonostante in Italia le facoltà di architettura esistano da più di un secolo, il numero dei pensionati architetti italiani vivi risulta ancora troppo basso per poterne donare una quota, neppure simbolica, ai colleghi cinesi.

Questa, in sintesi, l’amara conclusione del seminario.

 

Immagine copertina: visita di un cantiere di umarell cinesi

Autore

  • Christian De Iuliis

    Nasce, cresce e vive in costa d’Amalfi. Manifesta l’intenzione di voler fare l’architetto nel 1984, rendendolo noto in un tema in quarta elementare, raggiunge l’obiettivo nel 2001. Nel 2008 si auto-elegge “Assessore al Nulla” del suo paese. Nel 2009 fonda il movimento artistico-culturale de “Lo Spiaggismo”, avanguardia del XXI° secolo che vanta già diversi tentativi, falliti, di imitazione. All’attivo ha cinque mezze maratone corse e altrettanti libri pubblicati: “L’Architemario. Volevo fare l’astronauta” (Overview editore, 2014), “Vamos a la playa. Fenomenologia del Righeira moderno” (Homo Scrivens, 2016), "L'Architemario in quarantena. Prigionia oziosa di un architetto" (KDP Amazon, 2020), "L'architetto contro tutti" e "Il Nostromondo - le città invedibili" (2024). Ha ricevuto premi in diversi concorsi letterari. Premio PIDA giornalismo 2020 per la divulgazione dell'architettura. Si definisce architetto-scrittore o scrittore-architetto: dipende da dove si trova e da chi glielo chiede

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Last modified: 23 Gennaio 2025