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Written by: Design Professione e Formazione

Insegnare il design: maestri ed eredità di un corso pionieristico

Insegnare il design: maestri ed eredità di un corso pionieristico

Per l'[e]DesignFestival a Treviso, a margine della mostra «Differenti con metodo» l’evocazione di una vicenda negletta: il Corso superiore di disegno industriale di Venezia

 

TREVISO. Si avvicina il centenario (1926) della fondazione dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), la seconda Scuola superiore di Architettura italiana istituita dopo quella di Roma. Il contributo educativo di molti maestri indiscussi, scelti da Giuseppe Samonà (1898-1983) per attuare il disegno formativo che ha accompagnato lo sviluppo dell’Istituto, è ben noto.

La mostra «Differenti con metodo» (fino al 23 febbraio 2025 in tre distinte sedi: Museo Bailo, Museo Salce, Fondazione Benetton) come parte dell’edizione 2024 di [e]DesignFestival, testimonia queste influenze e offre anche uno spaccato sull’impatto dell’Università IUAV di Venezia nel contesto locale, attraverso il lavoro di un gruppo selezionato di progettisti della zona (nell’immagine, uno di essi, al tempo assistente di Carlo Scarpa, ritratto con Louis Kahn) attivi tra gli anni ’60 e ’90.

 

Una vicenda parallela, cruciale quanto negletta

Se la mostra, che illustra le opere realizzate nel territorio e i prodotti industriali messi a punto per alcune aziende, risulta programmaticamente limitata a un ristretto novero di architetti della Marca trevigiana, gli eventi collaterali, ovvero la corposa serie di conferenze, in programma fra dicembre 2024 e gennaio 2025, restituiscono un panorama molto più vasto. In particolare, tra i vari approfondimenti e le diverse chiavi di lettura possibili, per quanto riguarda il design vi è l’occasione di riflettere su una vicenda parallela, assai poco nota, che ha particolari punti di contatto con lo IUAV: quella del Corso superiore di disegno industriale di Venezia (CSDI).

Inaugurato nel capoluogo lagunare nel 1960 come parte dell’Istituto d’Arte cittadino, il CSDI aveva sede in Campo dei Carmini ed è stato il primo programma pubblico italiano con ambizioni a carattere universitario dedicato al design industriale. Preceduto nel 1956 dal Corso sperimentale di progettazione per disegnatori industriali ed artigiani coordinato da Giulio Carlo Argan, strutturò una formula che anticipò successive iniziative analoghe a Firenze, Roma, Faenza, Urbino e Parma, favorendo la formazione nel settore del design industriale italico. Fra i docenti del CSDI è interessante notare che alcuni dei maestri di spicco dello IUAV fecero parte della nuova realtà, tra cui Carlo Scarpa, Ernesto Nathan Rogers ed Enrico Peressutti.

Ispirandosi a esperienze internazionali come il Bauhaus e la Hochschule für Gestaltung di Ulm, nei dodici anni di attività i corsi hanno coinvolsero alcune delle figure più influenti del design italiano, come Angelo Mangiarotti, Eduardo Vittoria, Mario Bellini, Sergio Asti, Massimo Vignelli, Bob Noorda.

Il corso di studi era organizzato in moduli interdisciplinari: combinavano laboratori pratici e insegnamenti teorici, coprendo aree come tecnologia, economia, storia e scienze sociali. La didattica mirava a formare designer capaci d’intervenire in ogni aspetto della produzione industriale, dalla progettazione al marketing. Tra le attività complementari vi erano viaggi studio presso aziende come Olivetti e Kartell, nonché conferenze con figure di spicco, tra cui Umberto Eco e Max Bill.

L’estensione internazionale e l’approccio generale rappresentavano una novità nel panorama educativo italiano rendendo il CSDI un esperimento educativo singolare, in un’epoca in cui il design era sovente visto come un episodio di nicchia all’interno delle scuole di architettura o arti applicate.

Nonostante le ambizioni iniziali, alcune importanti criticità crearono seri ostacoli al CSDI. La dipendenza dall’Istituto d’Arte, la mancata integrazione nel sistema universitario e l’indeterminatezza nel valore dei diplomi, oltre ad altri fattori, come la mancanza di una chiara autonomia giuridica e amministrativa, crearono tensioni tra il corpo docente, allievi e l’amministrazione pubblica. D’altra parte, le divergenze culturali in ambito docente causarono conflitti fra chi propendeva per un approccio tradizionale legato alle arti decorative e coloro i quali prediligevano una visione innovativa orientata al design industriale. Oltre a ciò, le tensioni concernevano le rivendicazioni studentesche, culminate poi in scioperi e occupazioni, aggravate dal particolare clima politico degli anni ’60. La mancanza di risorse adeguate acuì ulteriormente i problemi con cambiamenti frequenti nel corpo docente e nella direzione, determinando infine la chiusura dei corsi nel 1972.

Nonostante questo, il CSDI ha avuto un impatto duraturo, contribuendo alla formazione di figure importanti del design italiano, ponendo le basi per un dibattito che ha portato alla fondazione degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche (ISIA). Questi istituti, nati negli anni ’70, hanno ereditato molte delle intuizioni pedagogiche e organizzative del corso veneziano, pur riuscendo a superarne i limiti strutturali.

Da quella scuola legata allo IUAV, sebbene in modo non formale e in forma via via più blanda, fra i protagonisti del design formativisi, uno dei più rilevanti è Giulio Cittato, designer visuale veneziano che, cooptato dal suo docente (Vignelli) ha lavorato negli Stati Uniti per Unimark (International Corporation for Design and Marketing), una delle prime e più rilevanti multinazionali nel campo del design con sedi a Chicago, New York, San Francisco e Milano. Ritornato in Italia, è stato autore dell’influente progetto per l’immagine coordinata dell’Azienda dei trasporti veneziana. Un’eredità che, nonostante la sua prematura dipartita, ha continuato a beneficiare la città per decenni e di cui ancor oggi resistono alcune tracce, ispirando altri progettisti.

Immagine copertina: da sinistra a destra – Tobia Scarpa, Louis Kahn, Giuseppe Davanzo, Carlo Scarpa, presso casa Scarpa (Asolo), 1969 (© Wikimedia, Francalb89 user, CC BY-SA 4.0)

 

F. Bulegato, M. Pastore, La formazione del designer: il corso superiore di disegno industriale di Venezia, 1960-72, Quaderni di Architettura e Design, Bari, 2018

Autore

  • Gabriele Toneguzzi

    Architetto, PhD in design, è attivo in vari settori progettuali, in particolare negli allestimenti museali. Dal 2005 scrive per «Il Giornale dell’Architettura». Come contrattista ha svolto didattica a Roma (La Sapienza), Firenze, Ferrara, Padova, San Marino, Venezia (Iuav), ove insegna attualmente. È stato designato visiting professor and researcher semestrale in Portogallo. Ha collaborato con la Chalmers University of Technology di Göteborg

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Last modified: 10 Dicembre 2024