Gli esiti della sesta edizione del premio Costruire il Trentino, promosso dal Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea
TRENTO. Promosso dall’associazione CITRAC (Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea) e dal locale Ordine degli architetti, il premio Costruire il Trentino ha visto, per la sua sesta edizione, la candidatura di 90 progettisti e 186 opere realizzate sull’intero territorio provinciale nel periodo 2017-22 con scala, programmi, caratteristiche e approcci molto diversi tra loro.
La varietà dei progetti delinea uno sfaccettato mosaico d’identità locali e complessità, specchio di un territorio articolato, fatto di vette sublimi ma anche di aree urbanizzate di fondovalle, ambiti lacustri con climi più mediterranei, zone interessate da intensi flussi turistici e, di contro, intere vallate afflitte da marginalità e problemi di semi-abbandono.
Il premio
I cinque membri della giuria – Walter Angonese (direttore all’Accademia di Architettura di Mendrisio), Michel Carlana (Carlana Mezzalira Pentimalli, Treviso) Maria Claudia Clemente (Studio Labics, Roma) Bettina Götz (Artec Architeckten, Vienna) e Franco La Cecla (docente di antropologia alla Naba di Milano e allo Iulm di Palermo) – hanno ritenuto particolarmente meritevoli i progetti in grado d’intessere relazioni attente rispetto ai contesti e quegli approcci capaci d’interpretare la contemporaneità del linguaggio architettonico ma, al contempo, mantenere una relazione coerente con le identità locali.
Dopo alcune giornate di sopralluoghi, il riconoscimento è andato allo studio Franzoso Marinelli con due interventi – Quattro piazze e una via a Bolciana e Nuove piazze e spazi pubblici a Castelfondo – ricuciture urbane in piccoli paesi minacciati dall’abbandono, dove l’uso di materiali e soluzioni progettuali contemporanee dialogano armonicamente con l’esistente, andando a rafforzare la rete di relazioni spaziali dei piccoli nuclei storici.
Sono state assegnate inoltre due menzioni: una per la buona pratica allo Studio Campomarzio [fresco vincitore del concorso per la ricostruzione del rifugio Giorgio Graffer nelle Dolomiti di Brenta a Madonna di Campiglio; n.d.r.], perché, come da motivazioni dei giurati, non si tratta più solo di costruire, bensì è decisivo quanto, come e cosa costruiamo; una per la committenza all’associazione Arte Sella, che dal 1986 ha commissionato una sorprendente collezione di opere, progettate in stretta relazione con il contesto naturale della Valle di Sella.
Infine, sono stati segnalati tre progetti finalisti: il Baito del Emil (Raffaele Cetto), un piccolissimo organismo che sintetizza la relazione tra spazio abitato e contesto naturale; la biblioteca del polo di Mesiano dell’Università di Trento (Weber+Winterle), che ridefinisce l’area d’accesso della facoltà, seguendo la morfologia del terreno e definendo, nel vuoto dell’ingresso principale, una generosa terrazza pubblica affacciata sulla valle; la copertura e i locali di servizio del Parco Arciducale di Arco (Lara Zoccatelli e Andrea Betta), una grande copertura che s’inserisce con chiarezza e precisione nel dislivello esistente del parco.
Le mostre e il catalogo
I risultati sono stati annunciati il 5 aprile presso il MART (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), con l’inaugurazione della mostra, aperta fino al 2 giugno.
In precedenza, con l’allestimento dall’architetto Luca Valentini, tutti i 186 progetti erano stati esposti in uno spazio altamente simbolico per la città di Trento: il porticato d’ingresso della stazione ferroviaria, edificio progettato da Angiolo Mazzoni e architettura simbolo del patrimonio moderno locale.
Parallelamente, il 31 maggio è prevista la presentazione del catalogo a cura di Simona Galateo, composto da una sezione che sistematizza i giudizi dei giurati, nonché dalla rassegna dei partecipanti e dei premiati e segnalati.
Immagine di copertina Rassegna, presso la stazione ferroviaria di Trento, allestimento di Luca Valentini
About Author
Tag
libri , mostre , premi , trentino
Last modified: 15 Maggio 2024