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Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino all’arte pubblica del Messico

Il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino all’arte pubblica del Messico

Il riconoscimento dell’edizione 2024 all’Espacio Escultórico dell’Universidad Nacional Autónoma de México, una delle più importanti opere di arte pubblica dell’America Latina

 

CITTÀ DEL MESSICO. Il rivolgere ancora una volta oggi il nostro sguardo verso l‘Espacio Escultórico dell’Universidad Nacional Autónoma de México ci ricorda che sono passati otto anni da quando è iniziata l’azione per la sua difesa: un movimento sociale guidato dall’artista Pedro Reyes che promuove il recupero della scultura dimenticata proponendo la demolizione di quattro dei livelli dell’Edificio H della Facoltà di Scienze politiche e sociali, costruita, senza attenzione, sull’asse orientale del paesaggio che lo circonda, interrompendo l’armonia dello spazio e richiedendo inoltre manutenzione e l’apertura nei fine settimana per renderlo accessibile al pubblico.

Come ha sottolineato l’attivista Jesusa Rodríguez all’interno del caotico contesto nazionale, “ogni vittoria contro l’oblio e l’indifferenza, per quanto piccola, è trascendente”. Il XXXIII Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino della Fondazione Benetton Studi Ricerche, che onora i luoghi significativi per i loro valori naturali, di memoria e invenzione, fa eco alle sue parole e attira nuovamente l’attenzione, invitando le autorità universitarie a salvare il proprio patrimonio e ciò che a Città del Messico potrebbe essere l’ultimo spazio in cui, come ha scritto Elena Poniatowska, “si può respirare con gli occhi e sentire sotto i piedi le viscere della Terra e toccarle”.

 

Una pubblicazione, un documentario e una mostra

Il premio consiste nella diffusione della conoscenza del sito attraverso una pubblicazione, un documentario e una mostra.

Espacio Escultórico e il paesaggio del Pedregal de San Ángel, Messico è un testo collettivo in italiano che raccoglie le voci di più di venti autori, tra cui i messicani Mario Schjetnan, Luby Springall, Gabriela Carrillo Valadez, Fernanda Canales, Mauricio Rocha, Juan Ignacio del Cueto Ruiz-Funes, Isaura González Gottdiener e Louise Noelle.

Firmato dal regista Davide Gambino, il documentario Pedregal: la storia dell’Espacio Escultórico narra gli eventi legati a “un paesaggio al tempo stesso arcaico e contemporaneo, che tra le fessure della roccia lavica e i moduli scultorei di un’opera d’arte enigmatica, incorpora una storia millenaria“.

La mostra aperta fino al 30 giugno presso la sede della Fondazione a Treviso, oltre a vari documenti cartografici, racconta, attraverso gli occhi del fotografo messicano Fabian Martinez e altri, le forme e la storia del sito.

 

Una delle più importanti opere di arte pubblica dell’America Latina

L’Espacio Escultórico è considerato una delle opere più importanti di arte pubblica in America Latina. La realizzazione del progetto iniziò il 4 novembre 1977, su indicazione del Cancelliere dell’Università Nazionale Guillermo Soberón, e fu commissionata a sei scultori universitari: Federico Silva, Mathias Goeritz, Manuel Felguérez, Helen Escobedo, Hersúa e Sebastián. Si trova su un terreno naturale modellato dalla lava solidificata del vulcano Xitle, privo di vegetazione e racchiuso in una piattaforma circolare composta da due parti: uno spazio piano e una serie di moduli geometrici posti su di esso. Il diametro esterno misura 120 m, quello interno 92,8 m, per una conseguente larghezza della corona pari a 13,6 m. La piattaforma è costruita utilizzando due muri di pietra vulcanica contenenti un riempimento di massicciata, la superficie finita in grana di tezontle per mantenere la permeabilità e fornire un tocco di colore. L’altezza dei muri varia a seconda della topografia del terreno, da 50 cm a 9 m.

Un totale di 64 prismi poliedrici con base rettangolare di 9×3 m sono eretti sul perimetro della piattaforma circolare, con un’altezza di 4 m e una faccia posteriore inclinata di 45°. La disposizione dei moduli è radiale e organizzata per quadranti, 16 moduli separati da 1,75 m nel perimetro interno per ogni quadrante. I quadranti corrispondenti ai quattro punti cardinali misurano 3,6 m nel perimetro interno e 4,8 m su quello esterno, rendendo visibile una maggiore separazione in corrispondenza dei punti cardinali. Il risultato, mozzafiato, è stato descritto da Federico Silva come “Un’arte dello spazio, che si relaziona con il sole, le stelle, la pioggia e il tempo“.

Particolare è che Jorge Alberto Manrique, direttore dell’Istituto di studi estetici dell’Università nazionale nel 1979, disse: “Dal mio punto di vista, il terreno è stato scelto per proteggerlo. Credo sia stato perché durante il governo del presidente Echeverría, quando c’erano alluvioni, le persone s’insediavano su terreni liberi per costruire le loro case, arrivando improvvisamente di notte e occupandoli, poi era un problema mandarli via“. Oggi, con problemi simili in corso, questo notevole riconoscimento internazionale può servire a riportare in discussione il tema e cercare nuovi modi per proteggere questa impressionante opera.

 

Fondazione Benetton Studi Ricerche: https://www.fbsr.it/

L’Espacio Escultórico e il paesaggio del Pedregal de San Ángel, Messico. Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2023-2024. A cura di Patrizia Boschiero e Luigi Latini, Fondazione Benetton Studi e Ricerche – Antiga, Treviso 2024

Amelia Chávez Santiago. (2005). Espacio Escultórico a 25 años de su creación: Reportaje. «1979-2004». México D.F.: UNAM
Elena Poniatowska. (February 13, 2016). Puñalada al vientre de la Tierra, En La Jornada. México D.F.
Gerardo López. (February 15, 2016). El Espacio Escultórico y la defensa del arte público. En Arte y Cultura. México D.F.

 

Autori

  • Rodrigo Durán

    Architetto con sede a Città del Messico e professore e ricercatore associato presso l'Universidad Anáhuac México. Il suo lavoro è stato recentemente incluso nell'Indice del Quartiere della Triennale di Architettura di Oslo ed è stato pubblicato nel libro Housing Laboratory / Laboratorio de Vivienda (Actar, 2024). È co-curatore di Ciudad Independencia / Seguro Social (Arquine, 2022).

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  • Lucia Martin Lopez

    Dottoressa in Architettura e professore associato nell'area dell'Espressione Grafica Architettonica presso l'Università Rey Juan Carlos (Madrid, Spagna). È membro del Sistema Nazionale dei Ricercatori del Messico ed ha esposto i suoi lavori di ricerca all'EXPO Milano 2015 e nel Padiglione Virtuale Spagnolo della 16ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

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Last modified: 20 Giugno 2024