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Monica ZerboniWritten by: Città e Territorio

Ritratti di città. Lussemburgo bulimica

Ritratti di città. Lussemburgo bulimica

In continua crescita, la capitale del Granducato si nutre di contrasti, tra densificazione che sacrifica il verde e promozione di trasporto pubblico e mobilità dolce

 

LUSSEMBURGO. Pur situato al centro dell’Europa, il Lussemburgo non è tra le mete turistiche più ambite. La capitale, patrimonio Unesco dal 1994, è degna di nota per la sua storia, ancora oggi testimoniata dalla vecchia città fortificata di origine medievale, ma è soprattutto conosciuta per il suo sistema economico basato sull’attività bancaria e finanziaria, oltre che per essere una delle tre sedi della Comunità Europea. 

 

Un centro dinamico e multiculturale

Stretto fra Belgio, Francia e Germania, il paese presenta un paesaggio per lo più rurale, con le fitte foreste delle Ardenne e i parchi naturali a nord, le gole rocciose della valle Müllerthal a est e la valle della Mosella ricca di vigneti a sud-est. Circa 661.000 persone  vivono sul territorio che è suddiviso in cento Comuni, una moltitudine d’insediamenti urbani dei quali solo 13 contano più di 10.000 abitanti.

Ma dimentichiamoci per un momento della città delle banche e del reddito pro-capite tra i più alti al mondo: Lussemburgo è soprattutto un centro dinamico e multiculturale. In esso la modernità dialoga con la storia e offre testimonianza di un paese che vive in orgoglioso equilibrio tra passato e futuro. “Mir wolle bleiwe wat mir sin” (Vogliamo restare quello che siamo) è il motto dei lussemburghesi: una dimostrazione del loro desiderio d’indipendenza e della determinazione a conservare una precisa identità nazionale. Eppure dei 132.778 abitanti della capitale (dati del 2023) il 70% sono stranieri. Essi compongono un affascinante crogiolo di quasi 170 nazionalità, fra cui i francesi e i portoghesi sono le comunità più numerose. Il medesimo spirito cosmopolita si riflette anche negli strumenti della comunicazione: le lingue ufficiali sono tre, il lussemburghese, il tedesco e il francese, con quest’ultima eletta a lingua amministrativa.

 

Storia, guerre, neutralità, architettura

Di dimensioni modeste, ma di posizione altamente strategica, il Lussemburgo è stato nei secoli al centro di guerre di successione e conflitti. Fu il Trattato di Londra nel 1839 a sancire l’indipendenza dello stato e la sua perenne neutralità, anche se il paese fu occupato dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale. Delle tante vicende storiche resta testimonianza anche nell’architettura della capitale.

Le Bock Casemats, un’affascinante rete di fortificazioni sotterranee, sono un esempio della necessità di difesa, il Palazzo Granducale con la facciata di stile fiammingo ricorda le origini della città, mentre i complicati ornamenti della Cattedrale di Notre Dame appartengono al periodo barocco. A metà Ottocento la scoperta del ferro nel sud del paese portò alla realizzazione dei grandi insediamenti siderurgici di Belval, oggi in parte riconvertiti in poli di ricerca scientifica e di sviluppo tecnologico, mentre a inizio Novecento l’uso di nuovi materiali come il vetro e l’acciaio diede il via a grandi opere d’ingegneria, tra le quali il Pont Adolphe, un’imponente struttura ad arco che collega il centro storico con la parte bassa della città. 

 

Quartieri antichi e nuovi sviluppi: stratificazione architettonica e trasformazione urbana

Ma se quartieri antichi come Clausen, Grund e Ville Haute oppure Pfaffenthal mantengono intatto il loro fascino di villaggi agresti, sono i nuovi sobborghi come Kirchberg e Cloche d’Or a scandire il ritmo della città nella sua incessante trasformazione. Vista da lontano la capitale appare caratterizzata da una singolare stratificazione temporale e stilistica. Giù nella valle, tra i tortuosi meandri del fiume Alzette, trova origine la piattaforma di roccia naturale sulla quale si è sviluppata la città storica, orlata dal verde dei numerosi parchi urbani. Alla sommità, sopra un vasto altopiano, sorge il quartiere di Kirchberg, vetrina privilegiata  dell’odierna metropoli. Un sistema di ponti antichi e moderni, passerelle pedonali, ascensori panoramici e una funicolare garantiscono i collegamenti tra i vari livelli e rappresentano il simbolo della continuità tra il Lussemburgo del passato e quello del futuro. 

 

Kirchberg, un quartiere poliedrico

Zona agricola fino alla metà del XX secolo, l’altopiano di Kirchberg ha cominciato la sua trasformazione negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso con l’arrivo delle istituzioni europee. Le coltivazioni scomparvero per fare posto dapprima agli edifici governativi, più tardi alle sedi di banche e attività finanziarie. Sorto come polo amministrativo dal carattere freddo e impersonale, a partire dagli anni duemila Kirchberg è stato riconvertito in un quartiere a uso misto grazie alla realizzazione di edifici di tipo abitativo e di strutture dedicate alla cultura e all’aggregazione sociale. Privilegiando scelte stilistiche di qualità, oggi Kirchberg sfoggia una collezione di notevoli icone dell’architettura contemporanea. 

Responsabile dei processi urbani e architettonici che dagli anni Duemila influenzano l’area è la Fondazione Kirchberg, un’istituzione pubblica che opera in collaborazione con il Ministero dei lavori pubblici. A partire dal 2006 l’ente ha incaricato lo studio internazionale Gehl Architects, già autore della pianificazione urbana di città come Melbourne e New York, di elaborare un piano globale con lo scopo di migliorare la vivibilità del quartiere. Tra le misure intraprese vi sono state la progettazione di spazi dedicati alla vita culturale, allo shopping e alla ristorazione, la creazione di zone pedonali e di piste ciclabili, l’incremento di aree verdi fruibili. Al fine di bilanciare il rapporto tra uffici e abitazioni è in fase avanzata la realizzazione di nuovi complessi residenziali. Tra questi il progetto Op der Schleed prevede la costruzione di 4.800 appartamenti per gli oltre 10.000 nuovi residenti del quartiere previsti entro 30 anni. 

Arrivando dal centro città s’incontrano, lungo l’Avenue John F.Kennedy, la principale arteria del quartiere, gli edifici di rappresentanza delle istituzioni europee, un complesso di torri e volumi di ricercato monumentalismo fra i quali svettano i grattacieli dorati della Corte di Giustizia progettati da Dominique Perrault, vero landmark dell’intera area. Poco più avanti attrae l’attenzione la Filarmonica di Christian de Portzamparc, un edificio a forma di conchiglia sorretta da un candido colonnato di 843 pilastri. Appena oltre ecco il MUDAM, museo d’arte contemporanea progettato da Ieoh Ming Pei, caratterizzato da volumi geometrici inondati di luce naturale con uno spazio ristoro firmato dai fratelli Bouroullec. Sul lato opposto della strada il centro espositivo LuxExpo è una grande struttura in vetro con ossatura metallica che offre eventi culturali e congressuali. Il restyling non ha trascurato gli arredi urbani dove sono numerose le opere d’arte, tra le quali la monumentale scultura “Exchange” dell’americano Richard Serra. 

Si trovano sull’Avenue Kennedy anche le sedi delle principali banche e società finanziarie, progettate da alcuni grandi nomi dell’architettura internazionale: Richard Meier per l’Hypolux Bank, Gottfried Boehm per la Deutsche Bank, Ricardo Bofill per gli edifici CEE e per il disegno dell’attigua Place de l’Europe, Sauerbruch & Hutton per il centro direzionale Ernst & Young. Inoltre Infinity, un edificio a utilizzo misto che comprende spazi commerciali ai piani bassi e appartamenti di lusso nelle due torri del complesso, incarna un eclettico esempio di abitare condiviso dello spazio urbano.

 

Uno sviluppo che punta alla densificazione, sacrificando il verde

Non c’è solo Kirchberg negli attuali programmi di densificazione edilizia a Lussemburgo. Lo sviluppo immobiliare procede a pieno ritmo, occupando i molti spazi ancora liberi dell’area metropolitana. Sono le autorità locali ad autorizzare l’attività edilizia, consentendo spesso la trasformazione delle aree verdi in lotti edificabili. Nonostante la massiccia presenza di leggi che regolamentano la conservazione ambientale e delle aree rurali, infatti solo il 16% del territorio è soggetto a protezione da parte del Ministero dell’ambiente. Secondo stime ufficiali, il costante aumento della popolazione residente prevede un fabbisogno di 5.000-7.500 abitazioni aggiuntive ogni anno. Un dato che se da un lato giustifica i grandi lavori attualmente in corso, dall’altro pone il Lussemburgo, insieme a Irlanda, Belgio e Germania, tra i paesi europei in cui, secondo dati Eurostat, le emissioni di gas serra per il riscaldamento e il raffrescamento delle case superano ogni anno i 1.000 kg pro capite.

Tra le realizzazioni più recenti spicca nel centro storico il progetto Royal Haemilius, firmato da Foster & Partners e concepito come nuova porta d’accesso alla città. Il complesso valorizza un’area finora marginale della capitale e rappresenta un sofisticato nuovo punto di attrazione per residenti e turisti. Distribuito su un intero lotto, esso vanta credenziali di alta sostenibilità e fonde insieme residenze, uffici e negozi tra i quali la filiale delle prestigiose Galeries Lafayette. 

 

In periferia, Rollingergrund e Cloche d’Or

Anche nelle periferie sono numerosi i nuovi insediamenti su vasta scala che, pur integrati con parchi e aree verdi, stanno cambiando il volto dei vecchi villaggi rurali. È questo il destino di Rollingergrund, dove il progetto Feiencerie prevede l’insediamento di una comunità, a uso misto, incentrata sulla vita urbana. Il progetto integra abitazioni e strutture terziarie intorno a una grande piazza e ingloba nel processo anche lo storico castello di Septfontaines. Nella medesima zona, Place de l’Etoile, snodo nevralgico del traffico cittadino, è al centro di un’importante riconversione che vede la costruzione di 600 abitazioni e negozi diffusi su una vasta area pedonale.

I lavori fervono anche al quartiere Cloche d’Or, distretto recentemente rivitalizzato da grandi complessi residenziali e strutture per il terziario, nei quali risultano prioritari standard elevati di sostenibilità. 

 

Mobilità dolce al posto delle automobili e trasporti pubblici gratuiti

A seguito della costante crescita di popolazione e del conseguente aumento del traffico, da alcuni anni il Lussemburgo è impegnato a sviluppare una rete di trasporti sempre meno inquinanti. Autobus elettrici stanno gradualmente sostituendo quelli a combustione interna. Ovunque sono state introdotte piste e percorsi ciclabili, mentre a ciascun acquirente di un mezzo elettrico viene offerta una sovvenzione fino a 8.000 euro. Particolarmente sviluppata è la rete dei trasporti pubblici con numerose linee di treni e autobus che non solo servono la capitale e i comuni limitrofi, ma a volte superano persino i confini dello Stato. 

Un vasto sistema di mobilità integrata permette di lasciare l’automobile in un parcheggio Park & Ride e di utilizzare il trasporto pubblico che in Lussemburgo è completamente gratuito. Dal marzo 2020, infatti, come ulteriore misura per contrastare il traffico privato non è più necessario un biglietto per viaggiare su tram, autobus e treni nazionali. Alcuni progetti pilota prevedono anche navette gratuite dai parcheggi di scambio alla frontiera dei paesi confinanti per facilitare gli spostamenti dei quasi 250.000 frontalieri che entrano ogni giorno per lavorare.

Scomparso per quasi 50 anni, un nuovo servizio di tram ad alta velocità è stato reintrodotto a fine 2017. La linea attualmente in esercizio, che collega il centro città a Kirchberg, sarà completata entro il 2035 e permetterà di raggiungere i circostanti quartieri d’interscambio. Il programma prevede entro quest’anno l’apertura di sette nuove stazioni ed entro il 2025 un collegamento diretto con l’aeroporto di Findel. L’obiettivo dichiarato è che le automobili possano lasciare presto il posto al trasporto sostenibile e alla mobilità dolce, così che Lussemburgo possa conquistare, accanto al titolo di capitale europea della finanza, quello più lusinghiero di città a misura d’uomo.

 

 

 

È uscito a novembre 2023 per i tipi della casa editrice tedesca DOM, specializzata in pubblicazioni di architettura, un volume dedicato all’architettura del Lussemburgo. Il libro, per ora disponibile solo in lingua tedesca, presenta oltre 150 edifici, la maggior parte dei quali sono stati realizzati negli ultimi 120 anni. Questi includono non solo opere chiave come la Philharmonie, il MUDAM, la Corte di giustizia europea o la stazione ferroviaria della capitale, ma anche edifici residenziali, industriali e commerciali architettonicamente interessanti, nonché esempi meno conosciuti ma altrettanto notevoli di architettura moderna e postmoderna. Inoltre saggi su argomenti selezionati forniscono informazioni di base sulla storia, l’urbanistica e i protagonisti dell’architettura del Lussemburgo.

Luxemburg, di Patricia Wruuck e Christoph Lassenberger, Berlino, DOM Publisher (38 euro, 264 pagine)

Autore

  • Monica Zerboni

    Nata a Torino e laureata presso l’Università Statale di Milano, è giornalista pubblicista, svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore. È stata corrispondente dalla Germania per le riviste “Abitare” e “Costruire”. Ha maturato esperienze professionali nell'ambito della comunicazione ed in particolare ha lavorato come addetta stampa presso importanti studi di architettura. Ha svolto attività di redazione, traduzione e coordinamento per varie case editrici. Scrive articoli e approfondimenti in italiano, inglese e tedesco per diverse testate specializzate e non, italiane e estere (Abitare, Costruire, Il Sole 24 Ore, In Town Magazine, Frame, Mark, Architektur&Wohnen, HOME, Home Journal, Perspective, Azure, Interiors, Urbis, Urbis Landscape, Vogue Australia ecc.)

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Last modified: 8 Marzo 2024