Il progetto di De8 Architetti valorizza l’ex Società del Gres. Vi si affianca la nuova sede di Santini Cycling nell’ex Perofil di Giuseppe Gambirasio
BERGAMO. Sul filo di lana, apre un nuovo centro per l’arte e la cultura in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. All’interno delle molte iniziative e proposte culturali del ricco palinsesto del gemellaggio fra le due città, si tratta del primo intervento architettonico bergamasco con finalità sociali portato a termine. In poco meno di un anno di lavori è stato reintegrato uno spazio dismesso (3.000 mq) del distretto gres hub all’interno del quartiere di Colognola, dove aveva preso sede lo stabilimento dell’austriaca Società del Gres, poi sviluppatasi in oltre 60.000 mq fra l’aeroporto, il polo universitario e la statale 671 da cui prende nome.
Un luogo d’incontro e inizio di riqualificazione
, su progetto dello studio De8 Architetti (Mauro Piantelli) e promosso dal Gruppo Italmobiliare con Fondazione Pesenti, ha aperto i battenti come luogo d’incontro e primo tassello della riqualificazione di una porzione di città dismessa da anni. Come nel caso del MITA, Museo del Tappeto Antico di Brescia, un’operazione di ricucitura del tessuto urbano, tra centro e periferia, nel nome dell’arte e cultura. Non solo mostre e incontri ma anche concerti, attività performative, di formazione, laboratori a servizio di tutti con ingresso gratuito. Un progetto di rigenerazione di un’ex area industriale attraverso un intervento di “ripulitura” che valorizza le qualità spaziali dei fabbricati anni cinquanta e la loro vocazione storico-produttiva: i “chiaroscuri” creati dalla luce naturale che entra dagli shed di copertura o dalle grandi finestre, le travi reticolari e i pilastri in cemento armato, le coperture a volta di 22 metri di luce.
Un intervento rispettoso della qualità architettonica esistente ma nello stesso tempo legato alla contemporaneità, non solo per la finalità pubblica ma, anche, per la relazione con il contesto. Il dialogo diretto fra quartiere e città è sottolineato attraverso l’arretramento e lo scavo in facciata ora riflettente per il rivestimento in metallo dorato sull’area pubblica antistante che è stata liberata da alcune tettoie fronte strada. La conservazione delle tracce del passato attraverso il recupero dei materiali da costruzione sono parte integrante del progetto, attento alla memoria industriale del luogo.
Una valorizzazione attraverso tre nuovi inserimenti
Il genius loci è inoltre valorizzato attraverso tre nuovi inserimenti: i sette silos in acciaio corten disegnati da Mario Nanni (quale lascito di Expo 2015) e posizionati all’ingresso; il giardino di oltre 600 mq (paesaggista Laura Gatti) che attraverso la grande vetrata fa da fondale verde allo spazio interno grazie allo scoperchiamento della copertura e dalla demolizione della pavimentazione; la rampa per accedere alla terrazza panoramica interna che offre un’ulteriore prospettiva spaziale.
Il piano terra è organizzato in due aree flessibili espositiva e per la ristorazione e gli incontri, dove il progetto d’interni di Locatelli Partners non rende però merito alla natura industriale del luogo.
Gres art 671 è stato inaugurato con la mostra “SolarPunk” di NONE collective. Tre installazioni immersive tridimensionali realizzate con energie da fonti rinnovabili, da esperire fino al 7 gennaio 2024.
Immagine di copertina: © Marco Pesenti
In una delle opere più emblematiche dell’architetto Giuseppe Gambirasio (ex Perofil, 1960-62), in una zona centrale ha aperto la nuova sede Santini Ciclyng, dalla forte vocazione internazionale. Un passaggio di proprietà e architettonico ancora tutto bergamasco, come quelli dell’ex Gres, in quanto il progetto di ristrutturazione dell’ex palazzina uffici con annesso fabbricato produttivo e grande giardino antistante è firmato da Marco Acerbis. Un intervento di liberazione dell’area da alcuni edifici esistenti con ampliamento del giardino fronte strada e di valorizzazione della notevole opera architettonica e strutturale di Gambirasio, che qui ha realizzato una sorta di “cattedrale” con possenti travi e pilastri a sagoma variabile e scala centrale a due rampe elicoidali in cemento armato. L’aumento della volumetria del piano terra, con al centro la scatola trasparente del negozio aperto al pubblico, nonché la nuova organizzazione interna su due piani con demolizione delle partizioni interne opache e l’inserimento di elementi trasparenti anche in facciata (piano terra e sotto la copertura), aumentano la propagazione della luce naturale, permettendo una migliore lettura della scultorea struttura in cemento armato.
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arte contemporanea , Bergamo , installazioni , recupero , rigenerazione urbana
Last modified: 13 Novembre 2023