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Leonardo ScarcellaWritten by: Forum Progetti

Gli spazi della giustizia, da cittadella a parco

Gli spazi della giustizia, da cittadella a parco

A valle dei concorsi espletati da Ministero e Agenzia del demanio, il punto sulle evoluzioni dell’architettura giudiziaria, tra aspirazioni compositive e adeguamenti funzionali

Il divenire dell’architettura giudiziaria

L’evoluzione degli spazi giudiziari ha seguito le vicende politiche, economiche e giuridiche che hanno caratterizzato, nel tempo, le diverse epoche e forme di governo. È tra XVII e XVIII secolo che la funzione giudiziaria si separa da quella penitenziaria, per essere amministrata in appositi edifici. Sorge, così, in Europa il modello di Tribunale o Palazzo di Giustizia.

Bisogna attendere gli anni ’80 del secolo scorso perché in Italia appaia una nuova tipologia denominata “Cittadella della Giustizia”. Particolare impulso alla definizione architettonica di queste strutture verrà data dalle Linee guida redatte, nel 1988, da Edil.Pro – gruppo Italstat. Nel 1998 il Ministero della Giustizia ne ritenne necessaria la profonda revisione, considerando eccessiva la volumetria che ne derivava.

L’integrazione urbana: i Parchi della Giustizia

Con la Legge di stabilità del 2015 le competenze in materia di costruzione e manutenzione delle sedi giudiziarie, per lungo tempo in capo ai Comuni, vengono attribuite al Ministero della Giustizia. Questi, nel 2018 inizia con l’Agenzia del demanio la ricerca di strutture da poter adattare a nuovi uffici, denominandoli Parchi della Giustizia, termine che ben si presta a raffigurare la loro integrazione urbana tramite aree verdi.

 

4 interventi: Bologna, Perugia, Foggia, Bari

I quattro interventi previsti si differenziano per soluzioni architettoniche e urbanistiche: i nuovi uffici di Bari (costruzione ex novo; concorso aggiudicato nell’ottobre 2022 al gruppo guidato da Atelier(s) Alfonso Femia; progetto presentato alla Città il 2 ottobre scorso) e Bologna (recupero dell’area dell’ex caserma STAVECO; concorso aggiudicato nel luglio scorso al gruppo guidato da Ipostudio Architetti) verranno integrati al tessuto urbano tramite aree di verde attrezzato, mentre per Foggia è previsto l’ampliamento del Tribunale nell’area limitrofa e per Perugia il riuso dell’ex carcere.

 

Bologna vs Bari: le differenze dimensionali

A un’attenta lettura della documentazione allegata ai concorsi di progettazione per i Parchi della Giustizia di Bologna e di Bari, indetti dall’Agenzia del demanio, suscita qualche interrogativo la schematicità dell’esposizione dei dati forniti nel caso di Bologna, nonché la diversificata rappresentazione delle soluzioni da considerare per la progettazione degli uffici nel caso di Bari. Soffermando poi l’attenzione sui concreti parametri tecnici di dimensionamento e di distribuzione funzionale indicati, è possibile osservare l’utilizzo di differenti criteri tecnico-dimensionali per uffici destinati alle medesime funzioni.

Infatti, se si considera che il bacino di utenza e il carico di lavoro degli uffici di Bologna e di Bari non variano di molto (cfr. box in basso), si resta perplessi per la notevole differenza di superficie assegnata, in particolare, ai Tribunali (Bologna: sezioni civile e penale mq 28.371; Bari: solo sezione civile mq 30.212) e all’intero nuovo organismo di Bari che aumenterebbe di ulteriori 45.710 mq (attuali 59.148 mq) di superficie utile. Un incremento di superficie pari quasi all’intera area individuata per il Parco della Giustizia di Bologna che, va ricordato, non include tutti gli uffici.

Nel confrontare le superfici sorge spontaneo chiedersi se la superficie complessiva assegnata a Bologna, pari a 47.000 mq, sia quella coperta. Ad una più attenta verifica dei dati, si nota che le superfici fissate per gli uffici del Giudice di Pace di Bologna e di Bari sono quasi simili (5.648 mq e 5.824 mq). Pertanto, appare possibile ritenere che per due sedi giudiziarie di rilievo nazionale, che per molti aspetti possono essere paragonabili, il Ministero della Giustizia e l’Agenzia del demanio abbiano adottato criteri diversi per il dimensionamento dei nuovi uffici, con conseguenti possibili scompensi futuri, sia di tipo funzionale e dimensionale, per gli uffici di Bologna, che potrebbero dover ricorrere per usufruire di ulteriori spazi ad eventuali locazioni passive, sia economici, con riguardo alla realizzazione e manutenzione edilizia e ambientale del notevole complesso sistema previsto per gli uffici di Bari.

 

Una convivenza di usi da verificare alla prova del tempo

L’iniziativa avviata dall’Agenzia del demanio e dal Ministero della Giustizia è da ritenersi lodevole, tanto per il recupero di aree e immobili dello Stato inutilizzati, quanto per il tentativo di reinterpretare in linea architettonica e urbanistica i rapporti dei Tribunali con la città.

Impresa non certo semplice, se si pensi alle differenziate esigenze che le attività giudiziarie esigono. Di certo, nel caso dei Parchi di Bologna e Bari, le necessità future di manutenzione, di protezione degli uffici e dei flussi pedonali e, in particolare, di quelli carrabili, sono più evidenti se si considera che le ex caserme sono ubicate in aree semicentrali con la presenza d’intensi flussi automobilistici che occorrerà in futuro gestire, considerando i prevedibili incrementi, al momento di difficile quantificazione, di traffico urbano dovuti sia all’accorpamento di uffici ora diversamente distribuiti in città, sia alla contigua presenza di aree di verde attrezzato di rilevanza urbana.

Immagine di copertina e di seguito: progetto vincitore del concorso per il Parco della Giustizia di Bari (© Atelier(s) Alfonso Femia & Diorama)

I Parchi della Giustizia di Bologna e Bari in numeri

Rivolto ad una popolazione cittadina di circa 393.000 abitanti e metropolitana di 1.019.000, il Parco della Giustizia di Bologna riguarda la rigenerazione di un’area di circa 9 ettari. La superficie utile è pari a 47.000 mq, di cui 36.000 da conseguire tramite il restauro e l’adeguamento dei fabbricati dell’ex caserma STAVECO. Gli uffici da ospitare non includono la Corte d’Appello e la Procura della Repubblica presso il Tribunale. L’insieme degli addetti per il dimensionamento dell’opera è stimato in circa mille unità (personale amministrativo e dell’Ordine degli Avvocati). Sono previste autorimesse riservate per 200 posti auto (4.000 mq) e un parcheggio pubblico di 400 posti auto (8.000 mq). L’importo complessivo previsto è di 270 milioni, con un costo dell’opera stimato in 3.741,57 euro/mq; la ripartizione delle superfici utili è pari a 46,81 mq/addetto, mentre il costo dei lavori risulta 175.153,42 euro/addetto.

Raggruppamento vincitore del concorso: IPOSTUDIO ARCHITETTI srl (mandataria) -Eutropia architettura associazione professionale – Musa-Epsus srl – AEI Progetti srl – Ing. Federico Sazzini – AICOM spa – Arch. Andrea Meli studio InLand Architettura del Paesaggio –  Weber Architects srl – Arch. Alessandra Guerreschi – Dott. Geologo Rocco Carbonella – GIANO snc di Pasini Daria e Bonaiuto Marco (mandanti)

 

Rivolto a una popolazione cittadina di circa 316.000 abitanti e metropolitana di circa 1.222.000, il Parco della Giustizia di Bari prevede la completa demolizione delle ex caserme Milano e Capozzi e la realizzazione, su 149.143 mq, di quattro nuovi corpi edilizi quadrangolari – collegati tra loro tramite percorsi protetti esterni – che occuperanno il 30% del lotto (44.285 mq), nonché di un ampio parco pubblico variamente attrezzato sui restanti 104.858 mq. Gli addetti individuati per dimensionare l’intervento sono 1.751, di cui 1.462 personale dell’Amministrazione. La superficie utile prevista è pari a 104.836 mq. Sono richiesti 917 posti auto, di cui 645 esterni e 272 interni ai fabbricati. Il costo complessivo dell’intervento ammonta a 405 milioni. Il costo dei lavori in rapporto alla superficie utile risulta di 2.442,90 euro/mq; se si considerano gli addetti e il personale, le rispettive superfici sono pari a 59.87 mq/addetto e 71,70 mq/personale, mentre il costo dei lavori in rapporto al personale ammonta a 175.174,35 euro.

Raggruppamento vincitore del concorso: ATELIER(S) ALFONSO FEMIA srl, PROGER spa, MAGNANIMO INGEGNERI ASSOCIATI srl, LAND Italia srl 

Autore

  • Leonardo Scarcella

    Architetto, dal 1993 al 2019 in servizio al Ministero della Giustizia, dove ha condotto studi e progetti per il Dipartimento di amministrazione penitenziaria. È autore del Repertorio del patrimonio edilizio penitenziario in Italia al 1997. Ha curato, per l'Alto Commissario per gli aiuti all'Albania, il Piano edilizio del sistema penitenziario nazionale e progettato il carcere di Pequin. Nel 2015 ha partecipato al Tavolo “Gli Spazi della pena: architettura e carcere” degli Stati generali dell'esecuzione penale. Da responsabile tecnico dell'edilizia giudiziaria, ha tenuto per il Dipartimento di organizzazione giudiziaria i rapporti con enti centrali e territoriali, partecipato all'iter di realizzazione delle maggiori opere giudiziarie e ricoperto l'incarico di componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dei Comitati tecnico amministrativi del Ministero delle Infrastrutture. È componente del Consiglio di disciplina dell'Ordine Architetti di Roma. Opera nel settore ambiente e sviluppo urbano

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Last modified: 7 Novembre 2023