L’acquisizione dell’archivio dell’architetto brasiliano da parte del Centro Português de Arquitectura è celebrata con mostre e iniziative in Portogallo, Stati Uniti e Brasile
MATOSINHOS (PORTOGALLO). La Casa da Arquitectura – Centro Português de Arquitectura (CA), per noi che amiamo gli archiviaggi, la incontriamo lungo il tragitto che lega il centro di Porto a Leça da Palmeira. È la casa per un archivio d’architettura prestigioso e in continua crescita. Dal 2007 ad oggi l’associazione è riuscita ad ampliare il proprio patrimonio con le donazioni e i depositi degli archivi di grandi firme. Per citarne alcune: Eduardo Souto de Moura, João Luís Carrilho da Graça, Francisco Melo, Jorge Gigante, Gonçalo Byrne e Lucio Costa. Operazioni che hanno favorito il trasferimento della sede nel 2017 dalla casa di famiglia di Álvaro Siza a Matosinhos (ancora visitabile grazie alla CA) all’ex azienda Real Vinícola, i cui interessanti spazi sono stati ulteriormente valorizzati dall’intervento dell’architetto Guilherme Machado Vaz.
L’ultima grande aggiunta alla collezione è quella dell’archivio del secondo Premio Pritzker brasiliano Paulo Mendes da Rocha. Quest’ultima donazione, che ha suscitato molte polemiche in Brasile, ha portato sul suolo europeo più di 10.000 disegni, 6.000 fotografie analogiche, 500 pubblicazioni, 15.000 documenti digitali, 90 scatole di documenti testuali e 9 modelli in scala. Per rendere onore a quest’ultimo grande arrivo, la CA ha organizzato, parallelamente al processo di digitalizzazione e catalogazione del materiale, un anno di attività culturali dedicate all’intellettuale brasiliano: in programma due mostre presso la Casa da Arquitectura e una serie d’iniziative che non avranno luogo solo in Portogallo ma anche negli Stati Uniti e, giustamente, in Brasile.
Le mostre di Matosinhos, “Geografias Construídas: Paulo Mendes da Rocha” e “Paulo: Para Além do Desenho – Conversando com Paulo Mendes da Rocha“, aperte fino al 25 febbraio 2024, ci forniscono uno spaccato sulla personalità dell’architetto e sui suoi settant’anni di lavoro, presentando parte del ricco archivio ora in possesso della Casa.
“Geografias Construídas: Paulo Mendes da Rocha”, voyeur dall’altra parte dell’oceano
Nella prima mostra, curata da Jean-Louis Cohen e Vanessa Grossman e allestita nello spazio espositivo principale della CA, si ricostruisce la carriera professionale di Mendes da Rocha passando in rassegna i suoi progetti, da quelli ideati durante gli studi all’Universidade Presbiteriana Mackenzie nei primi anni cinquanta fino all’ultimissimo progetto del SESC 24 de Maio redatto in collaborazione con lo studio MMBB e inaugurato pochi anni fa nel centro di São Paulo. Un palinsesto di disegni, appunti, prime pagine di giornale e addirittura una lettera del presidente brasiliano Lula che, oltre a mettere in fila le diverse scale di progetto su cui ha lavorato l’architetto, ci permettono di entrare con discrezione nell’unico luogo che Mendes da Rocha definiva come privato: la sua mente.
Nell’allestimento chiaro e lineare, curato da Eduardo Souto de Moura e Nuno Graça Moura, sono accattivanti i giochi di specchi che si vengono a creare con la disposizione dei diversi media in mostra: modellini, disegni e video ci trasportano in architetture altrimenti difficilmente visitabili. Inoltre, l’intuizione di accostare ai supporti d’archivio dei brevi video a camera fissa, realizzati ad hoc da Ciro Miguel e Filipe De Ferrari, ci permettono di essere un po’ voyeur del “todo dia” che popola questi spazi. L’aggiunta del contributo video permette, involontariamente, un’immersione più totale nell’archivio: mentre si passano in rassegna disegni e modellini il sottofondo audio ci aiuta, per brevissimi istanti e forse con un po’ di fantasia, a sentirci dall’altra parte dell’oceano.
Nella volontà di rielaborare criticamente l’archivio, oltre ai video, la curatela ha voluto mostrare anche i modellini delle sezioni degli edifici di Mendes da Rocha realizzati dagli studenti del The Berlage Center for Advanced Studies in Architecture and Urban Design, che traslano il lavoro dell’architetto brasiliano in bassorilievi dal sapore quasi neoclassico.
“Paulo: Para Além do Desenho – Conversando com Paulo Mendes da Rocha”, nella mente dell’architetto
L’altra mostra, “Paulo: Para Além do Desenho – Conversando com Paulo Mendes da Rocha”, curata da Marta Moreira e Rui Furtado e allestita nella Galeria da Casa da Ricardo Bak Gordon, sembra trascinarci, davvero, nella mente nell’architetto: una selva di cavi tesi ci porta dentro ad una rete neurale d’acciaio e schermi LED, dove, seduti sulla famosa poltrona “Paulistano” possiamo vedere su grandi schemi LED spezzoni di 10 interviste e lezioni di Mendes da Rocha e in diversi piccoli schermi, sparpagliati tra i cavi tesi, 160 suoi disegni.
Una donazione ad accesso gratuito
Due mostre
ad apertura di un anno di celebrazioni che, nonostante gli escamotage allestitivi, si fermano un po’ troppo in superficie senza fornici particolari approfondimenti sull’architetto. Il suo fervore politico e tutti gli impedimenti che ha vissuto nella sua carriera, il contesto culturale con la “Escola Paulista”, i sogni, i progetti, le speranze, le delusioni e le intenzioni che caratterizzano l’operato dell’architetto-intellettuale restano solo accennati. Aspetti che probabilmente, vista la quantità di materiale donato, saranno approfonditi più avanti con gli eventi organizzati durante l’anno che ci attende o all’interno della ricca pubblicazione/catalogo presentata a Porto durante le giornate d’apertura.
Certo è che resta ammirevole l’intenzione di Mendes da Rocha di donare l’intero archivio alla CA con l’unica condizione che questa rendesse tutto il materiale accessibile gratuitamente: l’ultimo gesto di un architetto umanista che non ha mai smesso di credere nell’uguaglianza.
Immagine di copertina: © Luis Ferreira Alves
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allestimenti , archivi , brasile , mostre , Portogallo
Last modified: 6 Giugno 2023