Piattaforma accessibile e rapida, comprende la città reale e quella immaginata, aiutando la riqualificazione in modo immateriale
ImagineRio espleta un ruolo peculiare nel mondo immateriale delle piattaforme digitali dedicate alle città, alle loro vicende particolari ovvero agli studi urbani. È un progetto frutto della virtuosa partnership interamericana tra il gruppo di ricerca guidato da Farès el-Dahdah e Alida C. Metcalf della Rice University di Houston e i contenuti del più importante archivio fotografico d’America Latina, l’IMS-Instituto Moreira Salles di Rio de Janeiro e San Paolo (con Sergio Burgi), quindi la Prefettura di Rio de Janeiro (con Verena Andreatta e Maria Helena Röhe Salomon).
La piattaforma è cresciuta in un clima di consistenza e coesione istituzionale purtroppo rara, che ha dato luogo a un’articolazione ricca e aperta in senso processuale, coinvolgendo altri rilevanti archivi locali: Brasiliana Fotografica e Instituto Pereira Passos (ovvero la Prefeitura di Rio de Janeiro), oltre all’Archivio Nazionale. Anche per questo ImagineRio ha potuto impiegare tecnologie in corso di affinamento durante lo sviluppo del progetto.
La città reale e quella immaginata
Ben supportato dal punto di vista delle risorse anche grazie a Getty Foundation, il prodotto finale risulta ampiamente accessibile e rapido. È a sua volta basato su una relativamente semplice procedura di sovrapposizione delle immagini dalle mappe attraverso coni visivi derivanti dal modello 3D di Google, significativamente aggiustati dal partner tecnico Axis Maps con la direzione di David Heyman.
Se la base del lavoro richiama altre piattaforme non specializzate ovvero globali – in particolare, quasi ovviamente, Historypin – la visione e l’implementazione locale che caratterizzano ImagineRio sono tuttavia molto originali. Infatti, in maniera programmatica, questo atlante contempla sia la città esistente con un’ampia cronologia dalla sua “fondazione” (ovvero l’invasione coloniale), sia quella immaginata attraverso progetti più o meno visionari. Include, ad esempio, le note congetture urbanistiche su Rio de Janeiro di Le Corbusier.
La sezione più innovativa è a ben guardare l’ultima, la più recente, che prende il nome di Narratives [Narrazioni]: un invito a creare, attraverso la piattaforma, nuove storie con possibili o inventate relazioni tra fatti urbani e del forte paesaggio antropizzato carioca, la loro storia e il relativo uso.
La public history come occasione di narrazione e gioco
In questo modo la public history (urbana, nella fattispecie), attraverso un deciso impegno educativo grassroots, diventa anche occasione di narrazione e gioco, a rispettosa distanza dalla pervasiva e spesso iper-mercificata gamification.
Grazie soprattutto al lavoro sul campo del consistente staff educativo IMS, che organizza seminari e laboratori proponendo l’uso di ImagineRio nelle scuole, si realizza quindi un’ulteriore differenza rispetto alle piattaforme globali che, al confronto, risultano “secche” a causa della scarsa interazione, generalmente limitata ai contenuti online o, al massimo, via social.
Nei seminari formativi per i docenti – sempre curati da IMS e a loro volta propedeutici a quelli per le scuole – vengono proposti esercizi che, incrociando altre risorse quali ricerche e tesi del grande geografo Milton Santos o l’Atlante Storico del Brasile elaborato dalla Fundação Getulio Vargas, permettono di lavorare in senso partecipativo sul radicamento e l’appartenenza, stimolando l’interazione.
Proprio a questo riguardo basta pensare che le favelas, sommatoria di costruzioni abusive, hanno cominciato a risultare nella cartografia di Rio de Janeiro grazie a una campagna iniziata solo nel 2013; è facile quindi capire che nascere e crescere in un luogo che apparentemente non esiste, non è in regola e non è cartografato oltre non avere rete di servizi, rappresenta un grado di difficoltà ulteriore sia dal punto di vista sociale che antropologico.
Un completamento immateriale
In questo senso imagineRio si qualifica anche come possibile complemento immateriale della riqualificazione che la legge brasiliana n. 11.888 del 24 dicembre 2008 affida alle varie ATHIS (unità di Assistenza Tecnica per Abitazioni di Interesse Sociale). Prevede l’attuazione a spese dello Stato dei servizi tecnici di architettura, urbanistica, ingegneria, assistenza sociale, diritto, geografia e altre specificità relazionate che vogliono regolarizzare in senso fisico e fondiario le aree dell’abitare informale, insieme alle popolazioni a basso reddito insediate e con la collaborazione di università.
Gli esercizi di riconoscimento e narrazione nello spazio e nel tempo che ImagineRio innesca contribuiscono quindi a una più vasta strategia d’inclusione come di risignificazione dell’appartenenza, oltre che di lettura dell’architettura della città, dei suoi traumi e dei suoi successi, insomma della sua articolazione territoriale complessa.
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brasile , digitale , geografia , rappresentazioni
Last modified: 1 Marzo 2023