Inaugurato il recupero dell’edificio storicista di Theophil Hansen, trasformato da un progetto di Jabornegg-Pálffy con Axis
VIENNA. A conclusione di un cantiere durato quasi 5 anni, è stato finalmente riaperto al pubblico l’edificio del parlamento austriaco di Theophil Hansen (1874-83), riqualificato dallo studio viennese Jabornegg-Pálffy con Axis (2014-22). Il palazzo, affacciato sulla Ringstrasse, è considerato per la sua eleganza uno dei migliori prodotti dello storicismo ottocentesco. In esso Hansen, danese di nascita ma viennese di adozione, ci offre una convincente prova della sua abilità progettuale, elaborando sotto l’apparenza classicista dell’edificio uno schema tipologico moderno ed efficace. Ma l’aspetto più peculiare della sua architettura si rivela nella vivace policromia dei rivestimenti e delle decorazioni che, nelle intenzioni originarie, avrebbe dovuto essere estesa anche all’esterno per conseguire un ideale Gesamtkunstwerk [n.d.r.: opera d’arte totale].
Sulle ferite inferte dall’ultima guerra mondiale, gli architetti Max Fellerer ed Eugen Wörle hanno poi ridisegnato l’attuale sala assembleare con un severo linguaggio modernista (1945-56). Nei decenni successivi, le crescenti necessità di adeguamento tecnico e funzionale hanno condotto alla decisione di bandire un concorso internazionale in due fasi per la riqualificazione dell’edificio (2007-08), conclusosi con la vittoria del gruppo viennese.
La realizzazione del progetto è stata lunga e complessa: per consentire la continuità del lavoro istituzionale l’aula assembleare è stata trasferita nella vicina Hofburg, mentre gli uffici parlamentari sono stati ospitati in volumi provvisori sull’Heldenplatz (DemokratieQuartier).
Il progetto di riqualificazione ha consentito un generoso ampliamento delle superfici utili dell’edificio con circa 10.000 mq di nuovi spazi, principalmente ricavati nel piano basamentale e nelle coperture. Oggi, entrando alle spalle della fontana di Pallade Atena, si accede ad un ampio foyer (Agorà) che accoglie i visitatori con spazi informativi digitalizzati (Demokratikum). Poco più avanti, al di sotto delle aule plenarie sono state ricavate due ampie sale semicircolari. Nei cortili interni di servizio sono stati convenientemente inseriti i collegamenti verticali che raggiungono le coperture e la terrazza panoramica. In luogo delle vecchie capriate metalliche gli architetti hanno ricavato un luminoso ristorante e spazi d’incontro.
La galleria pubblica del Plenarium si apre al di sotto della nuova cupola vetrata, le cui lastre sono dotate di un sofisticato meccanismo che ne regola trasparenza e luminosità. La cupola lenticolare è il segno forse più evidente del nuovo intervento che, con il suo linguaggio scarno ed essenziale, fa da sfondo alla ricchezza policroma e alla qualità espressiva dell’architettura di Hansen. Il recupero dello storico edificio ha comportato il parallelo restauro di circa 740 finestre in legno, 600 porte storiche ed oltre 500 fra luci e lampadari di cristallo. In prosecuzione dell’idea progettuale di Hansen, sono state inoltre introdotte alcune installazioni artistiche che, rafforzando la percezione dello spazio con giochi di specchi e colori, entrano in risonanza con le decorazioni originarie.
In tempi come questi, in cui i parlamenti democratici sono presi d’assalto da folle accecate da odio e ignoranza, la riapertura del parlamento austriaco segna non solo un rinnovato rapporto fra la società civile e i luoghi del confronto politico, ma accende anche un segnale di speranza.
Immagine di copertina: fronte su Ringstrasse © Parlamentsdirektion-HURNAUS
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austria , concorsi , opere pubbliche , restauro , vienna
Last modified: 1 Febbraio 2023