Elsa Schiaparelli, Etienne Robial e gli anni ottanta in tre mostre al Musée des Arts Décoratifs
PARIGI. A cavallo del volgere dell’anno il Musée des Atrs Décoratifs propone, accanto alla ricca collezione permanente, tre mostre che riassumono altrettanti approcci tipici al tema del mostrare, per come è inteso specialmente oltralpe.
Una rassegna su un personaggio storico della moda, Elsa Schiaparelli; una su un protagonista della grafica contemporanea francese, Etienne Robial; un’ultima su un periodo ancora vivo nei nostri occhi, gli anni ottanta, ma dal quale ci separano già quarant’anni.
Sgombriamo il campo dai sospetti: tre iniziative di grande livello che il pubblico visita e apprezza e che consolidano la meritata fama dell’istituzione. Ma tre temi – moda, grafica e design – che vengono affrontati con stretta osservanza a stilemi comunicativi consolidati.
Elsa Schiaparelli
La coinvolgente vicenda di Elsa Schiaparelli (1890-1973), che da Roma arriva a Parigi negli anni venti e qui apre il campo della creazione a una felice contaminazione con l’arte, il surrealismo in particolare, per arrivare in breve tempo a essere paradigma di un mondo raffinato – che cresceva e maturava quasi incurante della tragedia che si apprestava a scatenarsi sul mondo -, si dipana lungo una serie di sale basse che la scenografia impreziosisce in una teoria di tavole offerte al pubblico, incredulo di essere ammesso a tali segreti.
La ricerca continua e ossessiva del decoro, dell’ambientazione, il trionfo del manichino e del suo accessorio, la poetica di un’esposizione statica che narra, come in un libro illustrato, quello che è stato e che il visitatore deve prendere così come è presentato, con passiva compartecipazione al grande rito celebrativo, finisce per sfiorire in una contemporaneità – quella alla quale la maison arriva, resuscitatone il marchio – che impoverisce il fascino di un passato che avremmo voluto vivere. Se la scenografia dà vita alle favole, mal si adatta al racconto della storia e, ancor meno, alla sua comprensione.
Etienne Robial
Cambiata ala ci ritroviamo a visitare lo studio di Etienne Robial (1945), fondamentale figura della grafica e della comunicazione degli ultimi 50 anni in Francia. Grandi tavoli, estese pareti, tutto è occupato da bozzetti, layout, libri e modelli che, rigorosamente in scala 1:1, ripercorrono la vicenda professionale e creativa che, partita da Futuropolis, arriva a impersonificare con i loro loghi i grandi network della comunicazione e i grandi brand di fine millennio.
Se nella moda il tentativo di riproporre al vero la storia attraverso la verità del manichino vestito che, al massimo, arriva alla realtà della vetrina e non certo a quella della vita di chi lo indossava – e del mondo che gli stava attorno -, nella grafica l’oggetto della comunicazione messo in mostra tel quel soddisfa i palati più esigenti e, indubbiamente, ha successo nel riproporre davanti agli occhi mezzo secolo di storia. La controprova? Gli stessi materiali, riprodotti in riduzione nel pur bel volume che accompagna la mostra, perdono in forza e si rivelano solo un regesto ben ordinato.
Gli anni ottanta
Ma se volessimo rivivere un decennio della nostra storia recente? François Mitterrand (1916-1996), Monsieur le Président, ci accoglie all’alba degli anni ottanta per illustrare la favolosa età che al suo regno è iscritta, senza che la mostra e l’istituzione vacilli un solo attimo nell’affermarlo.
Così i designer del Presidente (sic) ci svelano il nascere di un nuovo modo di abitare, gli stilisti ci vestono, architetti e urbanisti creano le condizioni al contorno, mentre la comunicazione – allora si chiamava ancora pubblicità – ci porge i suoi consigli per gli acquisti con una brillantezza e una spregiudicatezza che ancora oggi sorprendono e si fanno rimpiangere. La visione franco-centrica è inarrestabile e, se proprio qualcosa non si può dire sia nato nella terra dei Galli, beh, lo si può rappresentare attraverso la galleria che, per la prima volta, lo ha messo in mostra a Parigi, come accade per Memphis, ad esempio. Anche in questo caso la narrazione è offerta ad un pubblico passivo: l’oggetto, il video, il manichino e la foto messi sotto lo sguardo di chi sa e ricorda o di chi scopre e stupisce.
Potrebbe venir voglia di dire: bene, grazie, ma ora facciamo una mostra diversa, proviamo l’ebbrezza di togliere un manichino dalla vetrina, un oggetto dal basamento, un libro dal tavolo, e stiamo a vedere l’effetto che fa.
Ma, forse, per far questo, non si può stare nel castello del Louvre lambito dalla Senna.
Immagine di copertina: © Alessandro Colombo
“Shocking ! Les mondes surréalistes d’Elsa Schiaparelli”
dal 6 luglio 2022 al 22 gennaio 2023
MAD Paris
Curatore generale: Olivier Gabet
A cura di: Marie-Sophie Carron de la Carrière
Allestimento di: Agence NC / Nathalie Crinière
“Étienne + Robial. Graphisme & collection, de Futuropolis à Canal+”
dal 10 novembre 2022 al 11 giugno 2023
MAD Paris
A cura di: Amélie Gastaut
Allestimento di: Kévin Lebouvier
“Années 80. Mode, design et graphisme en France”
dal 13 ottobre 2022 al 16 aprile 2023
MAD Paris
A cura di: Amélie Gastaut, Karine Lacquemant, Mathilde Le Corre, Sébastien Quéquet con la collaborazione di Madeleine Jacomet
Allestimento di: Adrien Rovero Studio
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allestimenti , grafica , moda , mostre , musei , parigi
Last modified: 30 Gennaio 2023