Visit Sponsor

Silvia MazzaWritten by: Patrimonio

Il Duomo di Cefalù verso l’antico splendore

Il Duomo di Cefalù verso l’antico splendore

In Sicilia, avviato il restauro del monumento Patrimonio Unesco, che comprende apparati murari ed elementi decorativi

 

CEFALÙ (PALERMO). Monumento nazionale dal 1943 e Patrimonio dell’umanità nell’ambito dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, dalla “piazza luminosa che lo inquadra” (Leonardo Sciascia), il Duomo mostra le sue ferite. Già dal portale marmoreo d’ingresso, fortemente degradato. Dal 28 novembre si è all’opera per restituire, tra un anno, il monumento, edificato nel 1131 per volere di Ruggero II d’Altavilla, al suo originario splendore.

Il progetto è interamente firmato, dal preliminare all’esecutivo, dalla Soprintendenza di Palermo, diretta da Selima Giorgia Giuliano. Due appalti da 1 milione ciascuno, a valere sui fondi Po Fesr 2014/20: uno per il restauro sull’apparato murario esterno, l’altro per il recupero degli elementi decorativi. Il primo, direttore dei lavori l’architetto della Soprintendenza Silvana Lo Giudice, riguarda in particolare il fronte absidale e il prospetto nord. “L’intervento”, ci spiega, “prevede differenti attività specialistiche che interessano i fenomeni di degrado delle parti lapidee sagomate o lisce che presentano gravi lacune e disfacimenti corticali. In particolare, si prevede il restauro dei paramenti murari in pietra da taglio a faccia vista, delle superfici lapidee ad intaglio sagomate, modanate e scolpite che presentano un grave degrado corticale, secondo un programma dettagliato di lavorazioni, eseguito e controllato da restauratori professionisti”. Si procederà, quindi, con preconsolidamento, dismissione di eventuali stuccature o superfetazioni cementizie, puliture adeguate, rifacimento degli elementi mancanti, consolidamento e protezione finale, oltre a trattamento disinfestante e sostituzione di conci cadenti nel caso della pietra da taglio. Saranno restaurate anche le colonnine di coronamento, comprese le basi e i capitelli. Per quanto riguarda gli intonaci delle specchiature che si presentano impoveriti nella materia o addirittura distaccati, “l’intervento prevede la revisione delle parti ammalorate per mezzo del consolidamento con iniezioni di calce idraulica, della pulitura a secco ed eventuale successiva pulitura con acqua, o l’eventuale dismissione e rifacimento con intonaco di malta di calce idraulica, strato di finitura e scialbatura finale con latte di calce e terre naturali”.

L’intervento all’esterno prevede anche la revisione delle coperture piane o a falda e del sistema di smaltimento delle acque meteoriche attraverso la sostituzione delle grondaie e dei pluviali del corpo trasverso, finalizzata a eliminare i fenomeni di dilavamento sulle pareti. Il progetto include la realizzazione di un’indiana [tipo d’intercapedine vuota e ventilata, realizzata fra il muro di sostegno del terreno e il muro interrato dell’edificio; n.d.r.] in corrispondenza delle absidi esterne (abside maggiore e protesis), al fine di minimizzare i fenomeni di umidità ascendente.

Passando agli apparati decorativi interni, oltre al portale d’ingresso, i lavori, diretti dagli architetti Filippo Davì e Valentina Sabelladi, e di cui è RUP la stessa Lo Giudice, riguarderanno, dopo approfondite indagini termografiche, i mosaici del presbiterio e l’abside con l’articolato ciclo decorativo di mosaici (realizzati nel 1145-48), su cui domina, nel catino, l’immagine iconica del Cristo pantocratore. Dopo la pulitura e il consolidamento si procederà con l’integrazione delle tessere musive mancanti. Pulitura e reintegrazione pittorica pure per gli affreschi, molto lacunosi e decoesi; mentre per gli stucchi, pure mancanti in più punti, si procederà con la ricostruzione plastica di alcuni volumi mancanti e l’equilibratura cromatica con colori ad acquarello o a vernice. Interventi previsti pure nelle tempere, sulle pareti tra gli stucchi.

I restauri proseguono nella cappella del Sacramento (prothesis) con la decorazione a stucco tardo settecentesca e i monumenti funebri barocchi a marmi policromi, che presentano gravi dissesti strutturali. L’intervento sulla navata centrale è limitato, invece, alle decorazioni ad encausto raffiguranti immagini sacre poste sulle colonne, che si presenta molto lacunosa e ricoperta da una vernice ossidata. Verrà restaurata, inoltre, la grande croce lignea quattrocentesca dipinta a tempera su entrambi i lati da Guglielmo da Pesaro, che dal presbiterio verrà ricollocata nella posizione originaria, sotto l’arco trionfale.

I lavori appena avviati seguono una serie di campagne di restauro avviate dalla stessa Soprintendenza a partire dal 1996, che hanno riguardato il rifacimento delle coperture, il restauro di mosaici e affreschi, delle colonne centrali del portico; la messa in sicurezza nel 2017 dei mosaici del presbiterio e dell’abside, e che non si sono interrotti nemmeno durante la pandemia, quando è stato restaurato il turniale, il sagrato della Cattedrale.

 

 

I restauri degli apparati decorativi

Portale d’ingresso: preventivo prelievo e analisi di campionature finalizzato agli interventi di preconsolidamento delle superfici, rimozione dei depositi superficiali coerenti, riadesione delle scaglie e frammenti distaccati, protezione superficiale, stuccatura delle lesioni fessurative e listatura dei giunti.

Mosaici del presbiterio: rimozione dei depositi, preconsolidamento, applicazione di bendaggi, pulitura per la asportazione dei sali solubili, consolidamento e integrazione delle tessere musive mancanti.

Affreschi: rimozione a secco dei depositi superficiali; fissaggio, preconsolidamento, consolidamento della superficie pittorica; consolidamento degli intonaci sottostanti; pulitura chimica e meccanica; stuccatura delle lacune e reintegrazione pittorica. Insieme a queste aree si interverrà anche nell’affresco raffigurante la Madonna col Bambino del sec. XVI posto su un pilastro del corpo traverso.

Stucchi: rimozione a secco dei depositi superficiali; fissaggio, preconsolidamento, consolidamento delle superfici; pulitura chimica e meccanica compreso l’eventuale descialbo; stuccatura delle lacune, compresa la ricostruzione plastica di alcuni volumi mancanti; equilibratura cromatica con colori ad acquarello o a vernice, ove necessario.

Tempere: rimozione a secco dei depositi superficiali, fissaggio, preconsolidamento, consolidamento della superficie pittorica, pulitura chimica e meccanica, stuccatura delle lacune e reintegrazione pittorica.

Cappella del Sacramento. Gli stucchi verranno sottoposti a tutte le fasi di intervento previste per gli stucchi del presbiterio; per i monumenti funerari che presentano gravi dissesti strutturali è previsto, dopo un preventivo puntellamento, il bendaggio di tutte le parti in pericolo di crollo, lo smontaggio accurato dei singoli elementi marmorei, il consolidamento delle parti strutturali e di ancoraggio, la rimozione a secco dei depositi superficiali, il fissaggio, il preconsolidamento, delle parti marmoree, la pulitura chimica e meccanica e la riadesione degli elementi in marmo precedentemente rimossi.

Decorazione a encausto della navata centrale: rimozione a secco dei depositi superficiali, fissaggio, preconsolidamento, consolidamento della superficie pittorica, pulitura chimica e meccanica, stuccatura delle lacune e reintegrazione pittorica.

Autore

  • Silvia Mazza

    Storica dell’arte e giornalista, scrive su “Il Giornale dell’Arte”, “Il Giornale dell’Architettura” e “The Art Newspaper”. Le sue inchieste sono state citate dal “Corriere della Sera” e dal compianto Folco Quilici nel suo ultimo libro Tutt'attorno la Sicilia: Un'avventura di mare (Utet, Torino 2017). Dal 2019 collabora col MART di Rovereto e dallo stesso anno ha iniziato a scrivere per il quotidiano “La Sicilia”. Dal 2006 al 2012 è stata corrispondente per il quotidiano “America Oggi” (New Jersey), titolare della rubrica di “Arte e Cultura” del magazine domenicale “Oggi 7”. Con un diploma di Specializzazione in Storia dell’Arte Medievale e Moderna, ha una formazione specifica nel campo della conservazione del patrimonio culturale. Ha collaborato con il Centro regionale per la progettazione e il restauro di Palermo al progetto europeo “Noè” (Carta tematica di rischio vulcanico della Regione Sicilia) e alla “Carta del rischio del patrimonio culturale”. Autrice di saggi, in particolare, sull’arte e l’architettura medievale, e sulla scultura dal Rinascimento al Barocco, ha partecipato a convegni su temi d’arte, sul recupero e la ridestinazione del patrimonio architettonico-urbanistico e ideato conferenze e dibattiti, organizzati con Legambiente e Italia Nostra, sulle criticità dei beni culturali “a statuto speciale”, di cui è profonda conoscitrice.

    Visualizza tutti gli articoli

About Author

(Visited 1.201 times, 1 visits today)
Share

Tag


, ,
Last modified: 13 Dicembre 2022