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Anna Heringer: la sostenibilità è amare

Anna Heringer: la sostenibilità è amare

Pubblichiamo una sintesi della lectio magistralis che la progettista tedesca terrà a Parma per iniziativa del locale Ordine degli architetti e di Accademia Mendrisio Alumni

 

PARMA. Nell’ambito della XVI edizione della manifestazione “Il rumore del lutto”, l’8 ottobre, alle 20.30 presso il Teatro Farnese, si terrà una lectio magistralis di Anna Heringer, progettista tedesca, attivista, tra i principali esponenti di un’architettura che si fonda sull’uso di materiali, tecniche e manodopera locali. L’evento, che inaugura la manifestazione, è organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Parma e da Accademia Mendrisio Alumni (AMA, associazione culturale che riunisce oltre 2200 architetti da 60 paesi, fondata nel 25° anniversario della nascita dell’USI-Accademia di architettura di Mendrisio), in collaborazione con “Il rumore del lutto” (progetto culturale, nato a Parma nel 2007 da un’idea dei direttori artistici e scientifici Maria Angela Gelati e Marco Pipitone, con l’ambizione d’individuare uno spazio destinato al dialogo e alla riflessione sulla vita e sulla morte, attraverso il colloquio interdisciplinare tra differenti ambiti). Patrocinata dalla Federazione Ordini Architetti PPC dell’Emilia-Romagna, la conferenza è a cura di Francesco Di Gregorio e Eleonora Caggiati. «La scelta d’invitare Heringer», spiega Di Gregorio, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Parma e presidente di AMA, «nasce dalla volontà di approfondire il tema della sostenibilità ambientale attraverso un approccio solidale e sperimentale, senza limitarci ad assecondare le tendenze del momento, ma aprendo lo sguardo a prospettive più ampie sulle contraddizioni del nostro tempo».

Nata a Laufen, nei pressi di Salisburgo, nel 1977, a 19 anni Anna Heringer (nell’immagine di copertina – © Gerald v. Foris) ha vissuto in Bangladesh per otto mesi, dove ha esperito il significato della parola sostenibilità dalla ONG Dipshikha, con cui ha collaborato. Di qui la comprensione che la strategia di sviluppo migliore consiste nel fidarsi delle risorse esistenti e localmente disponibili e nel trarne il meglio invece di dipendere da forze esterne. Dal 1997 Heringer è stata attivamente coinvolta nella cooperazione allo sviluppo in Bangladesh. Il progetto del suo diploma, la METI School a Rudrapur (2005), ha vinto l’Aga Khan Award for Architecture nel 2007. Da quel momento Heringer si è concentrata sull’uso di materiali da costruzione naturali, come fango, bambù e paglia, sulla valorizzazione delle risorse umane locali, e sull’applicazione di competenze globali, realizzando negli anni svariati progetti in Asia, Africa e anche Europa. Docente onoraria presso l’Unesco Chair of Earthen Architecture, Building Cultures and Sustainable Development, è stata visiting professor negli atenei di Harvard, ETH Zurigo, TU Monaco, Stoccarda e Linz, oltre a tenere conferenze in tutto il mondo. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti: il New European Bauhaus Prize 2021, Philippe Rotthier European Prize for Architecture 2021, Archdaily Building of the Year 2020, l’OBEL Award 2020, il Global Award for Sustainable Architecture, il Curry Stone Design Prize, il Femmes Architects Award 2020, il Loeb Fellowship presso la Harvard Graduate School of Design e il RIBA International Fellowship. Il suo lavoro è stato ampiamente pubblicato ed esposto al MoMA di New York, al V&A Museum di Londra, al Museo ICO di Madrid e alla Biennale di Venezia, tra le altre sedi.

Per gentile concessione dell’Ordine degli architetti di Parma, pubblichiamo di seguito una sintesi della sua lectio magistralis.

 

La visione alla base e la motivazione del mio lavoro è esplorare e utilizzare l’architettura come mezzo per rafforzare la fiducia culturale e individuale, per sostenere le economie locali e per promuovere l’equilibrio ecologico. Una vita gioiosa è un processo creativo e attivo: così, mi preoccupo profondamente per uno sviluppo sostenibile della nostra società e del nostro ambiente costruito. Sostenibilità per me è sinonimo di bellezza: un edificio armonioso nella forma, nella struttura, nella tecnica e nell’uso dei materiali, oltre che con il luogo, l’ambiente, il fruitore, il contesto socio-culturale. Questo, per me, è ciò che definisce il suo valore sostenibile ed estetico.

Credo che il problema centrale per il quale esitiamo a costruire e a vivere in modo sostenibile, sia la paura della morte. Se vogliamo veramente costruire in armonia con la natura dobbiamo abbracciare la realtà, ovvero accettare che la morte fa parte di un circolo naturale delle cose. È la base per una nuova vita, per nuovi inizi. A causa di questa paura cerchiamo di costruire con i materiali più durevoli, usando più acciaio, cemento e leganti del necessario, cerchiamo di realizzare le superfici più perfette, che non presentino tracce di degrado. Questo alla fine porta a un uso eccessivo delle risorse, montagne di sprechi fisici e logoramenti mentali causati dalla corsa per raggiungere la perfezione. Cresciamo con la paura d’invecchiare, con la paura che le cose vadano storte. Temiamo qualsiasi vulnerabilità perché temiamo la morte.

La nostra paura ci fa costruire contro natura. Costruire in modo sostenibile significa accettare i cicli naturali e capire che ne facciamo parte. Costruire con materiali naturali, soprattutto con la terra, materiale vulnerabile all’acqua, porta a un’architettura che reagisce alle specificità materiali delle risorse locali e alle condizioni climatiche locali. La mia ispirazione sono le strutture vernacolari, che emergono dal suo genius loci e irradiano un’autenticità e un’unicità naturale, una forza senza sforzo.

Abbracciare la vulnerabilità è stata una grande fonte di creatività nel mio lavoro. La vulnerabilità della terra, il materiale con cui lavoro maggiormente, ne fa il paladino dei materiali da costruzione sostenibili. È l’unico materiale che puoi prelevare dal terreno, incastrarlo in muri portanti senza aggiungere nulla, riciclarlo all’infinito senza alcuna perdita di qualità e, una volta non più necessario, restituirlo al terreno da cui è venuto e realizzarvi sopra un giardino. Si tratta di un cerchio completo.

Eppure è molto difficile agire contro la paura. L’unica cosa in grado di sconfiggerla è l’amore. E la bellezza, per me, è l’espressione formale dell’amore. Quando agiamo per amore e cura – verso il nostro pianeta, verso le altre persone o verso una comunità – la sostenibilità si manifesta naturalmente.

Conferenza in inglese con traduzione simultanea. Evento gratuito con posti limitati
Per il pubblico: prenotazioni presso formazione@archiparma.it
Per architetti: iscrizioni su Im@teria, 2 cfp
L’incontro visibile in differita (dalle ore 20 del 9 ottobre) sul canale YouTube dell’Ordine degli Architetti di Parma. La visione dà diritto a 2 crediti formativi per il cui ottenimento è obbligatoria la registrazione su Im@teria entro il 6 ottobre e il successivo invio del codice di verifica, indicato in sovrimpressione durante la trasmissione, all’indirizzo formazione@archiparma.it.

 

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Last modified: 26 Settembre 2022