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Christine DesmoulinsWritten by: Reviews

Il Musée d’Orsay rende onore a Gaudì

Il Musée d’Orsay rende onore a Gaudì

A Parigi una grande retrospettiva illustra palazzi e chiese, modelli e decorazioni dell’architetto più emblematico del modernismo catalano

 

PARIGI. “Abbiamo assegnato la laurea a uno sciocco o a un genio. Il tempo lo dirà”. Nel 1878, Elis Rogent i Amaat, direttore della Scuola provinciale di Architettura di Barcellona, non sapeva che il giovane Antoni Gaudì (1852-1926), proveniente da una famiglia di calderai, sarebbe diventato la figura emblematica del modernismo catalano, che avrebbe dedicato gran parte della sua vita alla costruzione della mitica Sagrada Familia e che sette delle sue opere sarebbero state un giorno incluse nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco: Parco e Palazzo Güell, Casa Milà, Casa Vicens, la facciata della Natività e la cripta della Sagrada Familia, Casa Batlló e la cripta della Colonia Güell.

 

Natura, gotico, razionalismo costruttivo

Oggi, il Musée d’Orsay rende onore all’architetto in una mostra che colloca la Sagrada Familia nell’abbondante creatività di un’opera nata nella profusione artistica del “modernismo” dell’Art nouveau in Catalogna. Dai palazzi alle chiese, dal Parco Güell alle case borghesi, alcune delle quali ancorate nei quartieri di Barcellona, progettati secondo i piani dell’ingegnere Ildefonso Cerdà, attraverso i mobili, l’enfasi delle decorazioni e degli ornamenti, le volte, gli archi, le colonne inclinate e gli archi a sesto acuto, i disegni e i modelli, i colori e i materiali, la straordinaria fertilità di Gaudì orchestra molteplici influenze.

Al di là delle conoscenze accademiche, del gotico, del razionalismo costruttivo di Eugène Viollet-le-Duc (1814-1879), dell’arte e dell’artigianato inglese o delle correnti mudéjar e barocche, Gaudì si nutre dell’attenta osservazione della natura, la cui impronta si può vedere in particolare nel monumentale cancello a due battenti della Casa Vicens (1883-1880), esibita in mostra in tutta la sua maestosità.

 

Eusébi Güell

La retrospettiva inizia con la scoperta del rivestimento in quercia intagliata del vestibolo della Casa Milà (1905-1910), qui riassemblato. “Lo studio di Gaudì” ci porta poi nel piccolo edificio dove lui e i suoi collaboratori vivevano sul sito della Sagrada Familia, dove trascorse i suoi ultimi mesi. Il laboratorio di stampi e modelli, lo studio fotografico, i suoi strumenti e gli specchi testimoniano le particolarità di un metodo che gli ha permesso di studiare i suoi progetti e la loro stabilità strutturale in tre dimensioni.

Eusébi Güell (1946-1918), industriale, mecenate delle arti e geniale dandy della Catalogna, offrì a Gaudi un magnifico campo di sperimentazione attraverso diverse commissioni che iniziarono con lo sviluppo della Finca Güell (1887), in relazione alle proprietà agricole della famiglia. Nel cuore della Barcellona medievale, il Palazzo Güell (1885-1889) fu il primo progetto completo a emergere dal dialogo e dalla complicità intellettuale e poetica che si stabilì rapidamente tra il cliente e il suo architetto. Una scala monumentale conduce alle sale di ricevimento del piano principale, il cui spazio centrale si eleva a quindici metri sotto una cupola traforata. Alle finestre, colonne che formano gallerie dividono gli spazi e materiali artigianali come la pietra naturale, il legno, il metallo e il vetro sono usati insieme alla tavolozza di mobili Art nouveau.

Testimone dell’impegno sociale di Güell per la città, il Parc Güell (1885-1889) è anche un giardino romantico e sacro dove natura e architettura si mescolano in un’armonia di passaggi e gallerie, fontane, pilastri e archi parabolici punteggiati dalle pause ceramiche dei trencadis che accarezzano le forme curve.

 

Casa Calvet e Casa Batlló

Come Casa Milà, Casa Calvet (1898-1900) e Casa Batlló (1905-1907) sono alberghi urbani che rivelano entrambi la capacità di Gaudì di giocare con il tessuto esistente di un’area edificata o di un edificio da trasformare. Casa Calvet è un edificio residenziale che ospita anche un negozio e uffici. L’entrata principale, con le sue particolari colonne, è teatrale e animata da una decorazione policroma di ceramiche e affreschi, evidenziando la tromba delle scale e l’ascensore. Sul Paseo de Gracia, Casa Batlló è il risultato della metamorfosi di un vecchio edificio. Dando libero sfogo alla sua immaginazione in una nuova facciata e negli interni, Gaudi creò un’opera d’arte totale che rimane uno degli edifici più rappresentativi della sua opera.

 

La Sagrada Familia, santuario della fede cristiana

Le ultime sequenze della mostra tornano ai progetti religiosi. Fanno luce sul modo in cui Gaudì aveva già espresso il suo desiderio di costruire una grande chiesa, santuario della fede cristiana che fosse anche una creazione architettonica. Dopo progetti come il Palazzo episcopale di Astorga a León (1887) e il Collegio teresiano a Barcellona (1889), il suo progetto incompiuto per la chiesa della Colonia Güell servì da precursore della Sagrada Familia, un’ambizione titanica alla quale si dedicò esclusivamente a patire dal 1910.

Le diverse fasi della costruzione sono mostrate qui attraverso piani, disegni e uno slideshow. Consapevole che non avrebbe finito questo progetto colossale, si preoccupò di costruire una delle facciate, quella della Natività. Fu investito da un tram e morì nel 1926, lasciandoci questo grande progetto.

(traduzione di Cristiana Chiorino)

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Immagine di copertina: © Sophie Crépy

 

“Gaudì”

fino al 17 luglio
Musée d’Orsay con Museu Nacional d’Art de Catalunya à Barcelone (MNAC)
musee-orsay.fr/fr/expositions/gaudi-213307

 

 

Autore

  • Christine Desmoulins

    Giornalista e critica di architectura francese, collabora con diverse riviste ed è autrice di numerose opere tematiche o monografiche presso diverse case editrici. E’ anche curatrice di mostre: in particolare «Scénographies d’architectes» (Pavillon de l’Arsenal, Parigi 2006), «Bernard Zehrfuss, la poétique de la structure» (Cité de l’Architecture, Parigi 2014), «Bernard Zehrfuss, la spirale du temps» (Musée gallo romano di Lione, 2014-2015) e «Versailles, Patrimoine et Création» (Biennale dell'architettura e del paesaggio, 2019). Tra le sue pubblicazioni recenti: «Un cap moderne: Eileen Gray, Le Corbusier, architectes en bord de mer» (con François Delebecque, Les Grandes Personnes et Editions du Patrimoine, 2022)

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Last modified: 3 Maggio 2022