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Alessandro ColomboWritten by: Reviews

Libro e progetto, architetto perfetto

Libro e progetto, architetto perfetto

Tra monografie, autopubblicazioni e focus su progetti, uno sguardo sulla recente produzione editoriale sull’architettura contemporanea

 

C’è stato un tempo nel quale la parola stampata era un onore e un onere da soppesare, prima di essere concessa e affrontata. Ancor più il disegno e la fotografia restituiti sulla pagina di un libro o di una rivista. Senza voler macchiarsi di passatismo, che poco senso avrebbe nel nostro mondo basato sulla comunicazione, bisogna però riconoscere che il severo giudizio che precedeva il “si stampi”, al netto delle difficoltà tecniche e degli alti costi di produzione e riproduzione, rendeva giustizia alla qualità – ancor prima che arrivasse la scure del tempo e della distanza storica – che fa piazza pulita di ciò che non è degno, magari sbagliando per eccesso, ma non per difetto. Quando si arrivava alla tesi di laurea il voto cum laude era ricompensa grandissima, ma ancor più la dignità di stampa che veniva concessa, appunto, come onore per pochi, anzi per pochissimi.

Chi ha qualche primavera ricorda molto più le “Storie dell’architettura” che non le monografie; le raccolte di progetti e realizzazioni a tema – memorabili le serie edite da Hoepli – che non le pubblicazioni ad personam. Già comparire in questi contesti era privilegio concesso a quei pochi che, stimati professionisti allora, oggi sono diventati mostri sacri dell’empireo della storia dell’architettura e del design. Empireo al quale, ovviamente, non c’è chi non aspiri ad ascendere.

Ma, non essendoci il posto per tutti nelle “Storie” di cui sopra, e non avendo le “Storie” stesse la possibilità di approfondire il progetto e il progettista, nasce in epoca recente la monografia, anch’essa, un tempo, omaggio ad una carriera di particolare spicco promossa da un editore di pregio e curata da un critico di vaglia, poi sempre più “democraticamente” diffusa fra chi aveva voglia di averne una, magari non lesinando sui costi editoriali grazie anche al contributo degli sponsor e dei clienti delle realizzazioni documentate.

Ad oggi non è difficile contare decine di pubblicazioni che nascono ogni anno promosse dai progettisti che, diventati clienti e attori del sistema editoriale, commissionano e realizzano pubblicazioni su loro stessi. Nulla di male, intendiamoci, ma sempre più per valutare la qualità del libro che abbiamo in mano è necessario entrare nel merito e avere gli adeguati strumenti di giudizio.

L’ascesa del mondo digitale ha poi tagliato drasticamente i costi di una pubblicazione e ha ingenerato, anche nella carta stampata, un proliferare di prodotti che, come succede nel magico mondo del web, non garantiscono nessun valore per il solo fatto di aver visto la luce ma, anzi, per assurdo, possono far nascere qualche sospetto e impongono l’esame approfondito di ciò che di volta in volta ci passa per le mani.

Insomma, detto in altri termini, non è oggi difficile andare sul mercato e “realizzare” la pubblicazione di una monografia su se stessi e sui propri progetti realizzati e non. Se, semplicemente, sfogliamo le pubblicazioni in commercio sul portale di qualche stimato editore troviamo, ad esempio, in piena pandemia, più di 10 titoli in un anno, e questo solo per il mercato italiano. Ne elenchiamo alcuni in appendice in una lista non esaustiva e totalmente priva di intenti di classificazione o giudizio. Rileviamo però le tipologie che appaiono varie e interessanti.

 

L’antologia di opere

L’antologia, o regesto

, della produzione realizzata in un arco di tempo significativo è ancora molto praticata e spesso soggetta a criteri di documentazione scientifica.

In questo settore abbiamo notato Hangar Design Group Compendium, importante volume curato da Francesco Zurlo che presenta “Quarant’anni di idee, progetti e intuizioni”, rigorosamente pubblicate in 1.000 (!) schede, asciutte, essenziali, ma ricche di quanto serve a comprendere un’attività che ha toccato tutti i campi del design solcati dallo studio sotto la guida di due architetti, Alberto Bovo e Sandro Manente, fondatori del gruppo di progettazione. Qui pochissimo, anzi nulla, è lasciato al glamour dell’immagine, tutto invece è centrato su un esame di coscienza critico del proprio operato. Pubblicazione squisitamente rivolta agli addetti ai lavori.

 

Il progetto

Meno frequente imbattersi in progetti e realizzazioni presentati ed esaminati in profondità. Il progetto, dobbiamo ammettere, non è oggi così di moda quanto la sua immagine e, spesso e volentieri, si preferisce lo scintillante mondo delle fotografie, di frequente aiutate digitalmente, al duro (per chi non lo sa leggere, ma quanto interessante!) impatto del disegno sulla pagina.

In questo settore spicca l’attività della Fondazione Renzo Piano che è arrivata a ben 12 volumi su altrettanti progetti realizzati dallo studio che hanno contrassegnato la cronaca architettonica dei lustri passati. Ultimo nato il Children’s Hospital per Emergency che, con raffinata soluzione grafica dello studio Origoni Steiner, presenta una copertina rosso terra come il suolo sul quale è costruito il tanto utile quanto elegante e semplice edificio. Sempre rossa, ma di quadricomia, la copertina del corposo tomo sul Centre Pompidou, che piace qui ricordare fra gli altri come opera prima della carriera internazionale di Piano, ma anche come omaggio al da poco scomparso Richard Rogers.

Ci troviamo nel paradiso del disegno, del dettaglio, della foto di architettura, senza dimenticare gli schizzi e i modelli che, agevolmente e con pregnanza, trovano posto in centinaia di pagine così rese pubbliche con uno sforzo che va ben oltre l’autoreferenzialità. Ça va sans dire che il “lusso” del progetto non è appannaggio di tutti.

 

L’automonografia

La grande produzione, ovviamente, si apre anche ad approcci non convenzionali che, con risultati altalenanti, cercano uno spazio sulla ribalta ormai affollata delle automonografie.

Fra le ultime presentazioni si fa notare Rocktecture: volume che, sicuramente, illustra le importanti realizzazioni dello studio CMR, ma ancor più ci ragguaglia dettagliatamente sui gusti musicali del suo fondatore Massimo Roj, decisamente orientati al mondo del rock, dottamente esplorato con il contributo dal curatore Fortunato D’Amico, da cui il titolo. Ne nasce una curiosa rassegna di binomi opera/canzone, riccamente illustrata da una grafica scevra da timori reverenziali che mira a collegare – ex post, vorremmo dire, ma l’autore lascia aperta la questione – il carattere di un’architettura con la visione e il linguaggio di un brano e di un gruppo. Qui la discussione potrebbe perdersi nel verificare se l’edificio per Martini&Rossi rimi con Born to be wild degli Steppenwolf, o se il complesso Arconati si riferisca a Another Brick in the Wall dei Pink Floyd e così dicendo (o cantando). Ma questa è la visione dell’autore e così dobbiamo prenderla, anzi ascoltarla, perché parte integrante della pubblicazione sono più di sei ore di “colonna sonora” alla quale si può accedere tramite Spotify.

In questo modo la carta stampata ci riporta al mondo digitale, chiudendo il cerchio e aprendo la via a nuove ancor più audaci esperienze editoriali che, siamo sicuri, il mondo del progetto e dei suoi autori non ci negherà nell’immediato futuro.

 

Francesco Zurlo (a cura di), Hangar Design Group Compendium, Rizzoli, 2021
Renzo Piano – Renzo Piano Building Workshop, Emergency Children’s Hospital. L’ospedale dei bambini, Entebbe, Uganda, Fondazione Renzo Piano, 2021
Massimo Roj, Fortunato D’Amico (curatore), Rocktecture, Editoriale Giorgio Mondadori, 2019

Altre recenti monografie dai cataloghi editoriali:

Emilio Faroldi, Maria Pilar Vettori, Efa Studio Di Architettura. Spazio Lavoro Architettura-Space Work Architecture, 11/21
Maria Perbellini, Thomas Auer, Tom Kovac (a cura di), Heliopolis 21. Architettura: tra natura e artificio, 11/21
Luca Molinari, Livio Karrer (a cura di), Draw Love Build. L’architettura di Sauerbruch Hutton, 09-21
Roberta Colla Micheli, Simone Micheli: Architecture since 1990, 09-21
Camilla Casonato, Marco Muscogiuri, Mario Bellini. Disegno, Architettura, Design, 07-21
Lorenzo Ciccarelli, Monica Prencipe, L’architettura civile di Paola Salmoni, 05-21
Esther Giani, Giancarlo Carnevale. Dialoghi partigiani e il tempo del progetto, 09-21
Esther Giani, Alberto Cecchetto. Dialoghi circolari e progetti di luoghi, 09-21
Caterina Padoa Schioppa, Vector Architects, 02-21
Michele De Lucchi, Michele De Lucchi e Amdl Circle. Connettoma. Synapsis of Humanistic Architecture, 02-21
Paolo Portoghesi, Poesia della Curva, 02-21
Ettore Janulardo, Andrea Bruno. Segni e disegni inediti, 10-20

 

Immagine di copertina: © Alessandro Colombo

Autore

  • Alessandro Colombo

    Nato a Milano (1963), dove si laurea in architettura al Politecnico nel 1987. Nel 1989 inizia il sodalizio con Pierluigi Cerri presso la Gregotti Associati International. Nel 1991 vince il Major of Osaka City Prize con il progetto: “Terra: istruzioni per l’uso”. Con Bruno Morassutti partecipa a concorsi internazionali di architettura ove ottiene riconoscimenti. Nel 1998 è socio fondatore dello Studio Cerri & Associati, di Terra e di Studio Cerri Associati Engineering. Nel 2004 vince il concorso internazionale per il restauro e la trasformazione della Villa Reale di Monza e il Compasso d’oro per il sistema di tavoli da ufficio Naòs System, Unifor. È docente a contratto presso il Politecnico di Milano e presso il Master in Exhibition Design IDEA, di cui è membro del board. Su incarico del Politecnico di Milano cura il progetto per il Coffee Cluster presso l’Expo 2015

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Last modified: 10 Febbraio 2022